Perfino un mostro antico ha bisogno di un nome. Dare un nome ad una malattia significa descrivere un certo tipo di sofferenza – è un gesto letterario prima ancora che una questione medica
( Siddartha Mukherjee, L’impertaore del male )
Cari iCrewers oggi vorrei parlarvi de L’intruso, a cinque anni dalla morte del suo autore il libro-testamento di Luigi Bernardi.
“L’intruso” è il diario, lungo un anno, di qualcuno che ha molto amato le parole – «nel raccontare, non tutte le parole sono uguali» – e non ha rinunciato a cercarle, a spremerne tutta la bellezza, persino quando la fine era vicina. È una lucida presa di coscienza che nella vita non si è pronti quasi a niente – «l’angolo delle sorprese è sempre pronto a riempirsi» – e la scrittura può diventare la più profonda, eterna forma di condivisione.”
Luigi Bernardi è stato un formidabile editor, scrittore e guastafeste. Ma non è necessario saperlo per godere di questo libro, scritto mentre lottava contro il male che lo avrebbe portato via nell’ottobre del 2013. Non è necessario per due motivi. Uno, perché Bernardi non ha mai voluto essere una cosa sola, ha anzi cercato di occupare sempre una posizione critica, persino nei confronti dei successi ottenuti, per trovare piuttosto nuove strade, anticipare il futuro, non lasciarsi afferrare dalle mode. Due, perché nel momento in cui la malattia è entrata nella sua vita, portando una sentenza senza appello, Bernardi ha deciso di consegnarci un autoritratto privo di qualunque indulgenza o retorica, mostrandosi nudo di fronte allo specchio: semplicemente un uomo, con le sue grandezze e le sue miserie.”
A lui si devono la diffusione in Italia dei fumetti d’autore, del noire francese, dei manga, oltre ad essere scopritore di talenti. La sua memoria è tenuta viva dall’associazione culturale che porta il suo nome.