Dopo anni di attività online, Lavinia Bianca – nom de plume di Federica, 35 anni – fa il suo esordio cartaceo con La vita potenziale (Gramma/Feltrinelli). Blogger e voce attiva sui social fin dai primi anni Duemila, l’autrice porta sulla pagina la storia di una giovane manager che vive sospesa tra lavoro, relazioni virtuali e il bisogno profondo di essere vista.
La protagonista, che porta lo stesso nome della scrittrice, si muove tra chat sessuali e identità nascoste, cercando di colmare il vuoto lasciato da un padre assente e una madre distante. Il romanzo racconta così una ricerca di sé in un’epoca in cui il confine tra reale e digitale è sempre più sfumato.

La trama de La vita potenziale
Cresciuta in una provincia agiata e moralista, tra amici gretti e genitori poco inclini ai compiti propri di una famiglia, Lavinia si imbatte presto nelle due ossessioni che vampirizzano le sue energie psicofisiche: il sesso e il culto del corpo come antidoto alla morte. Adolescente, assiste alla scomparsa prematura del padre, stroncato da un infarto sul divano di casa. In anni in cui si è alla ricerca di una propria identità, quella morte le lascia una ferita indelebile. Approdata a Roma, Lavinia decide allora di costruire una vita potenziale, un universo virtuale nel quale creare numerosi alter ego. Con l’ausilio di una penna sfrontata, sparge in rete profili disparati, in una disinibita galleria di attitudini e pratiche sessuali, capaci di adescare e soggiogare insieme. Lo fa come un esercizio di potere, lontano da ogni forma di godimento, come un canovaccio dagli esiti collaudati che esclude ogni imprevisto e agisce soltanto da scudo e da palcoscenico.
Le crescenti insidie della vita virtuale la indurranno a prendersi una pausa dal web e ad affrontare ciò che non ha mai osato nella sua giovane esistenza: la vita reale fatta di corpi e desideri concreti. Ai corpi, tuttavia, e ai desideri reali appartengono dolori, lutti, ombre e fragilità insopportabili. Lavinia decide allora di ritornare nell’unico luogo per lei sicuro e in fondo appagante: seduta di fronte alla luce blu del monitor.
Dialogo con Roth e Freud: la mente come spazio di confronto
Nel libro, Lavinia intrattiene un costante dialogo interiore con due figure simboliche, Philip Roth e Sigmund Freud, che diventano interlocutori immaginari delle sue scelte. Le riflessioni sui rapporti umani, sul desiderio e sulla libertà personale si intrecciano con una tensione narrativa che cresce quando uno dei suoi contatti virtuali, Vittorio, diventa minaccioso.
Alla ricerca di un porto sicuro, Lavinia si avvicina all’amico di sempre, Lorenzo, ma scopre che anche fuori dallo schermo le relazioni sono complesse e ambigue.
La vita potenziale come scelta di libertà
Per l’autrice, “la vita potenziale” rappresenta una possibilità concreta, non un ripiego. Nel 2025, spiega, i tradizionali schemi di casa, famiglia e lavoro appaiono superati: La vita potenziale rivendica il diritto di ogni donna a vivere identità multiple e desideri non convenzionali senza paura di giudizio.
Lavinia Bianca denuncia anche le derive tossiche della rete, come la condivisione non consensuale di materiale privato, fenomeno che definisce “una pratica consolidata” e che coinvolge persone comuni, lontane dai cliché del mondo online.
La vita potenziale è un romanzo che mette al centro la complessità delle relazioni, la libertà di esplorare il proprio desiderio e la sfida di costruire un’esistenza autentica tra reale e virtuale. Un esordio che parla a una generazione senza confini, dove ogni scelta può diventare terreno di emancipazione.