Il 15 ottobre 2025 arriva in libreria per Codice Edizioni il saggio “La pelle che pensa. Il tatto come linguaggio universale, tra filosofia, neuroscienze e tabù sociali”, firmato dalla neurobiologa e divulgatrice scientifica Marta Paterlini. Un’opera che unisce rigore scientifico e sensibilità narrativa, con l’obiettivo di restituire dignità a uno dei sensi più antichi e universali, troppo spesso relegato a un ruolo secondario nella cultura contemporanea.
Un viaggio tra scienza, filosofia e arte
Dai miti dell’Odissea alle riflessioni di Aristotele, passando per le scoperte dei Premi Nobel David Julius e Ardem Patapoutian, il libro attraversa millenni di pensiero e di ricerca per raccontare la complessità della pelle e l’importanza del contatto umano. Paterlini intreccia neuroscienze, filosofia, sociologia e arte, citando i quadri di Gustav Klimt, le sfide della robotica nella riproduzione della pelle sintetica e affrontando temi delicati come i tabù sociali sul corpo, i danni dell’assenza di contatto nei bambini istituzionalizzati e le implicazioni delle politiche “no-touch” nelle scuole.
Il tatto come linguaggio universale
Per l’autrice il tatto non è solo un senso, ma un linguaggio di cura e riconoscimento reciproco. Una carezza, un abbraccio o una stretta di mano sono gesti di comunicazione che uniscono, curano e rafforzano i legami. Paterlini ricorda, ad esempio, come un semplice massaggio stimoli il rilascio di endorfine, come nello sport le squadre più inclini a gesti affettuosi ottengano più vittorie, e come la mancanza di contatto fisico nei bambini possa segnare lo sviluppo emotivo per sempre.
Una riflessione per il nostro tempo
Con uno stile accessibile e ricco di spunti, La pelle che pensa invita a riscoprire il potere benefico del contatto in un’epoca in cui spesso è percepito come minaccia. Il corpo diventa così confine e ponte, barriera e strumento di relazione, offrendo nuove chiavi di lettura per comprendere la società contemporanea e i misteri del cervello e dei sensi.
L’autrice
Marta Paterlini è neurobiologa e giornalista scientifica al Karolinska Institute di Stoccolma. Ha conseguito un PhD in neuroscienze e un master in comunicazione della scienza, collabora con importanti testate internazionali ed è autrice di Piccole visioni (Codice Edizioni).