Un braccio umano pescato al largo di Punta Licosa: così si apre Il cabinato scomparso, il nuovo romanzo noir edito da Leone Editore, che conduce il lettore tra i paesaggi suggestivi del Cilento e i segreti di una comunità costiera sospesa tra tradizione e mistero.
L’autore, già noto per i romanzi Io credo e Il papavero bianco, torna con un intreccio denso di tensione e umanità, in cui la bellezza del paesaggio si intreccia alla complessità del male. Un noir in cui ogni onda, ogni silenzio e ogni sguardo diventano indizi.
Tra mare e indagine: il maresciallo Di Matteo e i segreti di Licosa
Protagonista del romanzo è il maresciallo Francesco Di Matteo, un friulano trapiantato nel Cilento, uomo riflessivo, legato ai principi morali e all’amore per la vela. Lontano dallo stereotipo dell’investigatore cinico, Di Matteo indaga con calma e intuito, spinto da un senso profondo di giustizia.
Attraverso i suoi occhi, il lettore scopre un territorio vivo e pulsante, tra Castellabate, Licosa e il golfo di Salerno, dove il mare non è solo scenario, ma parte integrante del mistero.
L’autore racconta: “La bellezza dei luoghi e della natura serve a smorzare la tensione. Come dice Platone: la bellezza è segno di vero e bene“.
Con uno stile essenziale e preciso, l’autore costruisce un racconto che alterna momenti di introspezione a colpi di scena serrati. L’attenzione ai dettagli delle indagini — frutto di documentazione e intuizione narrativa — dona realismo alla trama, mentre il legame con il mare e la luce del Sud conferisce al romanzo una dimensione quasi filosofica: la ricerca della verità come navigazione interiore.
Il cabinato scomparso è un noir che parla di colpa, redenzione e fiducia nell’uomo, immerso in una cornice di bellezza autentica e selvaggia.