Dopo la lettura, tra le attività rilassanti rientra sicuramente il camminare. Immaginate di abbandonare i ritmi frenetici della città e il caos quotidiano, e di immergervi nella tranquillità di una passeggiata in montagna o in riva al mare, questo è un modo sicuro per farvi venire in mente qualche buona idea. Per scoprire e apprezzare al meglio questa attività, vi suggerisco tre libri che si focalizzano sull’azione del camminare.
Camminare è una delle azioni più comuni e praticate dagli esseri umani e, se considerata nel più ampio atto della deambulazione, ossia l’atto dello spostarsi da un punto all’altro, è una caratteristica che coinvolge sostanzialmente tutti gli animali. L’uomo sta diminuendo sempre di più la pratica del camminare, infatti le gambe e i piedi hanno lasciato spazio ai diversi mezzi di trasporto. Ovviamente questa scelta, in alcuni casi è dettata da esigenze pratiche, come il raggiungere il posto di lavoro in un’altra città; in altri casi l’uomo per pura e semplice pigrizia tende a favorire l’uso delle macchine, anche per futili e banali motivi.
In realtà, camminare è una delle migliori attività fisiche da eseguire in molti sensi: non bisogna essere esperti, non bisogna essere degli atleti, non si sottopongono gli organi, e soprattutto il cuore, a sforzi troppo grandi, non c’è bisogno di spendere soldi in abbonamenti a palestre e simili e può essere eseguita anche in presenza di varie patologie.
I libri sull’atto del camminare sono sostanzialmente di due tipi: quelli che forniscono consigli su come eseguire questa attività fisica al meglio e nella maniera più proficua e quelli che la trattano in un ambito maggiormente filosofico o addirittura spirituale.
Ecco i tre libri che vi consiglio.
Camminare. Un gesto sovversivo di Erling Kagge, Einaudi
Camminare è diventato un gesto sovversivo. Non serve essere atleti professionisti, aver scalato l’Everest o raggiunto il Polo Nord, come Erling Kagge. La rivoluzione è alla portata di chiunque. Basta decidere di rinunciare a qualche comodità e spostarsi a piedi ogni volta che è possibile. Anche in città, anche nel quotidiano. Sottrarsi alla tirannia della velocità significa dilatare la meraviglia di ogni istante e restituire intensità alla vita. Chi cammina gode di migliore salute, ha una memoria più efficiente, è più creativo. Soprattutto, chi cammina sa far tesoro del silenzio e trasformare la più semplice esperienza in un’avventura indimenticabile.
Andare a piedi. Filosofia del camminare di Frédéric Gros, Garzanti
Camminare è sicuramente una delle azioni più comuni delle nostre vite. Ma Frédéric Gros ci fa riscoprire la bellezza e la profondità di questo semplice gesto e il senso di libertà, di crescita interiore e di scoperta che esso può riuscire a suscitare in ciascuno di noi. Attraverso la riflessione e il racconto magistrale delle vite di grandi camminatori del passato – da Nietzsche a Rousseau, da Proust a Gandhi che in questo modo hanno costruito e perfezionato i propri pensieri – “Andare a piedi” propone un percorso ricco di curiosità, capace di far pensare e appassionare. Nella visione limpida ed entusiasta di Gros, camminare in città, in un viaggio, in pellegrinaggio o durante un’escursione, diventa un’esperienza universale che ci restituisce alla dimensione del tempo e ci consente di guardare dentro noi stessi. Perché camminare non è uno sport, ma l’opportunità di tornare a godere dell’intensità del cielo e della forza del paesaggio.
Il silenzio dei passi. Piccolo elogio del camminare di Andrea Bianchi, Ediciclo
Togliersi le scarpe e percorrere scalzi un piano sentiero boscoso, un prato umido di rugiada, o i gradini naturali di un sentiero d’alta quota e imparare a percepire sotto le piante dei piedi nudi il flusso di calore della pietra esposta al sole e le sue diverse tessiture: tutto questo è alla portata di ognuno, appartiene alla preistoria e alla storia dell’umanità, eppure è anche una cosa che oggi è diventata rara nella vita di molti.
Basta invece poco per reimparare a camminare scalzi, e ritrovare una dimensione in cui si intrecciano la meccanica del piede umano, le connessioni benefiche con l’elettromagnetismo terrestre, l’arte di passare dal freddo al caldo che Kneipp elevò al rango di terapia, i milioni di stimoli sensoriali che si accendono nella mente, fino alla scoperta di aspetti più sottili, come l’invisibilità delle tracce e il silenzio che accompagna questo passo leggero, quasi felpato, che mai si impone ma sempre trova il suo personale e unico percorso.