Caro iCrewer ti pongo una domanda che ti lascerà basito! Hai mai vinto qualcosa?
Te lo chiedo perchè oggi recensisco un libro che HO VINTO! Sì sì, leggi bene, sono stata così fortunata da vincere due libri e, per una come me appassionata di lettura, non poteva capitarmi fortuna migliore.
I Quindici di Cesare Gigli – AliRibelli Edizioni
Appena ricevuto sono stata tratta in inganno dalla copertina: l’immagine di un uomo con una sigaretta in bocca, feltro in testa e cappotto rigorosamente in bianco e nero; un’occhiata veloce alla sinossi me lo hanno fatto catalogare come un qualcosa di “antico”, non ho guardato quando è stato editato, il mio primo pensiero me lo ha fatto accantonare perchè ho ritenuto di non essere pronta a leggerlo.
Sai che ti dico: sbagliavo!
I Quindici sono una raccolta di tante storie che, come scrive l’autore in prefazione, “sono stati concepiti all’inizio come semplici bozze di idee da sviluppare, o come esercizi di stile, ma con il passare del tempo e delle revisioni mi accorgevo che tutti avevano assunto una caratteristica comune…”
Anche la scelta del titolo risulta appropriata, a parte ricordare l’omonima enciclopedia che negli anni Sessanta/Settanta è stata utilizzata tantissimo dai ragazzi, il volumetto è tematico, ogni racconto ha la sua storia; però non è solo questo che accomuna l’enciclopedia con questo testo.
Il tema dominante è la nostalgia, quella che fa parte della vita di ciascuno di noi, che ci prende quando di fronte ad un ricordo del passato suscitatoci da una foto, da un’enciclopedia come I Quindici, o da un libro dimenticati in cantina fanno affiorare, in età avanzata, la necessità di capire se le scelte effettuate in un dato momento della nostra vita siano state giuste oppure ci abbiamo fatto perdere qualcosa che non può più tornare.
Con la sua scrittura fluida l’autore è riuscito a rendere perfettamente i pensieri che ci agitano, tant’è che in alcuni racconti mi sono talmente immedesimata da rivivere le emozioni di “quel tempo dolce/amaro, ormai passato”.
I racconti parlano a ciascuno di noi, spaziando da quello in cui una intelligenza artificiale rifiuta il suo ruolo alla donna che si sente anonima, da uno scambio di lettere tra un LUI e una LEI ad un malato terminale, in un continuo inseguire i sogni della propria infanzia o adolescenza in cui si “prendeva la vita a morsi”.
Eppure, nonostante i vari racconti suscitino tristezza, amarezza, felicità, al termine c’è sempre qualcosa che ti farà sorridere, anzi talvolta ridere, quel sano riso che ti fa esclamare: “forse, tutto sommato, l’ho scampata”.
Un libro che ti consiglio vivamente.
Tra i tanti un racconto in particolare mi ha colpita per la modalità di scrittura: non ha segni di interpunzione, fatto salvo il punto che chiude il paragrafo, o il punto interrogativo, e che ti costringe a leggere d’un fiato; una raccomandazione devo fartela, quando leggerai questo racconto dagli la giusta enfasi e vedrai che sarà facilissimo e… non ti svelo altro, ne vale veramente la pena.
L’autore
Cesare Gigli, classe 1968, è nativo di Latina dove si è diplomato presso il liceo “Majorana”, da anni abita nella Capitale; laureato in Fisica, funzionario ministeriale, è un appassionato di storia e filosofia.
Altre sue pubblicazioni: Ventuno Lustri del 2019; Un secolo d’Italia del 2015 e una raccolta di storie a base calcistica Un’Aquila nel Cielo di quest’anno.