Ciao iCrewer eccomi di nuovo a parlarti di argomenti “strani”.
Fobia, paura, sindrome… La sindrome di Stendhal
Una ricerca sul dizionario mi spiega che la parola sindrome significa: “Il complesso dei sintomi che denunciano una situazione patologica senza costituire di per sé una malattia autonoma”. Malattia? La mia curiosità a questo punto è solleticata, non mi basta questa lapidaria spiegazione prettamente medica, e quindi continuo la mia ricerca, perchè ognuno di noi non è la sua disabilità o la sua malattia ed una sindrome ne fa parte sebbene non esiste dizionario o manuale che ne dia notizia.
Una sindrome può essere tante cose, vissuta in tanti modi differenti, ed essere presente nella stessa persona in forme diverse.
La sindrome di Stendhal
Esiste davvero? Si dice che questa sindrome si presenta con disturbi psicofisici che si manifestano in una persona durante la contemplazione di opere artistiche di straordinaria bellezza, con capogiri, vertigini, allucinazioni, tachicardia e, talvolta, svenimenti. È detta anche sindrome di Firenze, Parigi, Gerusalemme, Roma, Napoli.
Questo nome così importante le deriva proprio dallo scrittore Stendhal
Questo disturbo comprende la comparsa di numerosi sintomi che variano da individuo ad individuo, si presenta in maniera improvvisa ed imprevedibile.
La psichiatra Graziella Magherini descrive in termini scientifici la sofferenza mentale che coglie i turisti in visita alle città d’arte, definendola con un’espressione entrata nel linguaggio comune “sindrome di Stendhal”. Diversi sono i libri scritti da Graziella Magherini, eccone alcuni:
La sindrome di Stendhal. Il malessere del viaggiatore di fronte alla grandezza dell’arte
Mi sono innamorato di una statua. Oltre la sindrome di Stendhal
Sinossi: “Che cosa avviene nella mente di un osservatore quando si trovi di fronte ad un’opera d’arte che lo coinvolga emotivamente?
Graziella Magherini, la psichiatra psicoanalista che per prima ha individuato e descritto la sindrome di Stendhal, risponde alla domanda con questo nuovo libro.
Ci spiega l’autrice che nella visione, nell’incontro con l’opera d’arte si attivano parti profonde della nostra personalità: l’inconscio freudiano, il ‘rimosso’, esperienze un tempo vissute, poi dimenticate; ma si attivano anche esperienze emozionali più primitive, arcaiche, mai riconosciute dall’Io cosciente.
Il libro si compone di quattro capitoli.”
E questa sindrome ha ispirato anche scrittori e scrittrici tra cui Catherine BC e in suo libro
È vero, davanti ad un’opera sublime si può essere sopraffatti dalla sua bellezza, brividi possono scuotere il tuo corpo… Kahlil Gibran diceva “La bellezza è una forza che incute paura, che colpisce in un punto che svincola da ogni volontà”, lasciandoci disorientati ed estasiati, vittima di un potere sconosciuto, ma non dobbiamo averne paura.
Buona lettura.