Chi ama la letteratura sa bene che dietro ogni grande libro si nasconde una mente inquieta. E proprio queste inquietudini, manie e ossessioni diventano protagoniste del nuovo libro di Antonio Castronuovo, Dizionario del grafomane (Sellerio, pp. 520, €17), una raccolta di 250 aneddoti curiosi e sorprendenti che raccontano la vita e le stranezze dei più celebri scrittori di tutti i tempi.

Dizionario del grafomane, un viaggio nelle ossessioni della scrittura
“Qui si narra di persone che hanno scritto tutta la vita, o che hanno scritto troppo, o che hanno scritto con l’angoscia di non riuscire a compiere qualcosa…” scrive Castronuovo nel preludio del volume.
Il libro è una sorta di enciclopedia delle follie letterarie, un catalogo di vite dedicate — e talvolta consumate — dalla scrittura. L’autore, critico, traduttore e bibliofilo, descrive il suo lavoro come un “dizionario di fatti e fatterelli, spigolature e minuzie di umore letterario”, capace di restituire il lato umano e spesso ironico di chi vive per scrivere.
Aneddoti e curiosità: quando la scrittura diventa mania
Tra le pagine del Dizionario del grafomane scorrono storie sorprendenti e spesso paradossali, che mostrano quanto la scrittura possa diventare una vera ossessione. Louisa May Alcott, celebre autrice di Piccole donne, era così instancabile da diventare ambidestra pur di non affaticare una sola mano. Plutarco, che firmò oltre 250 opere, nonostante la sua prolifica produzione non ha mai avuto una biografia degna del suo nome. Franz Kafka, invece, era talmente preso dal lavoro e dalla scrittura che non riusciva a dormire: la mente continuava a girare intorno alle sue storie, tormentandolo anche di notte.
Thomas Mann imponeva un silenzio assoluto nelle ore mattutine, dalle nove a mezzogiorno, per potersi concentrare, concedendo però nel pomeriggio libertà a voci, risate e squilli di telefono. Di tutt’altra indole era William Butler Yeats, che considerava la scrittura una fatica immane e prima di iniziare aveva bisogno di trascorrere ore in totale ozio.
C’è poi Nelle Harper Lee, autrice de Il buio oltre la siepe, che dopo il suo romanzo-capolavoro pubblicò solo un’altra opera, quasi a voler chiudere il cerchio della propria esperienza letteraria. All’opposto, Ernesto Ragazzoni trovava nel non scrivere la sua forma più autentica di libertà, preferendo l’idea di non mettere nulla su carta.
Scrivere come necessità (e malattia)
Castronuovo parla di “grafomania” come di una vera e propria condizione esistenziale: la spinta irrefrenabile a scrivere, anche a costo della serenità personale. Dietro ogni storia raccolta nel volume, emerge una riflessione più profonda: scrivere è un atto di resistenza, una forma di follia che però definisce la vita stessa dello scrittore.
Un libro per chi ama le vite degli scrittori
Il Dizionario del grafomane non è solo una raccolta di curiosità letterarie: è un ritratto collettivo della fragilità e della grandezza degli autori, dalle origini della letteratura fino ai contemporanei.
Un libro perfetto per chi ama perdersi nei retroscena della scrittura, tra disciplina e delirio, metodo e ispirazione.
Con Dizionario del grafomane, Antonio Castronuovo ci regala un viaggio affascinante tra le ossessioni, i riti e le manie degli scrittori, dimostrando che dietro ogni pagina scritta c’è sempre un frammento di follia.
Un libro che farà sorridere, riflettere e — inevitabilmente — riconoscere qualcosa di noi stessi nella fragilità dei grandi autori.