Inchiostro d’artista #17: Alessandro del Piero “Detto tra Noi” è e resterà per sempre il nostro mito! È uscito nelle librerie il suo nuovo romanzo edito Mondadori
Non mi sveglierò mai da questo sogno, perché è vero, è tutto vero: sono diventato campione del mondo, gioco in serie B con la mia squadra, con il mio 10 sulla schiena.
Alessandro Del Piero da Dieci +
Cari iCrewers, oggi sono qui con voi per parlarvi di un campione, anzi come piace definirlo a me di un vero e proprio mito. Sto parlando di Alessandro del Piero.
Se posso essere sincera con voi sono strane le emozioni che mi sta suscitando nel cuore questo articolo. Per noi nati negli anni Ottanta questi sono i calciatori importanti. Quelli con la C maiuscola, che hanno fatto la storia, la nostra storia, regalandoci notti magiche. Erano e resteranno due: Roberto Baggio e Alessandro del Piedro o Alex del Piero, come piace ricordarlo a me.
Mentre suonavano le canzoni degli 883 in particolare Sei un Mito, che mi aveva dedicato un certo Manu, tutti i miei amici si sfidavano a fare un tiro in porta. Un particolare goal che è passato alla storia come goal “alla del Piero”.
Il famoso tiro consiste nel ritrovarsi dalla parte sinistra del campo, quasi al limite dell’area di rigore. Davanti a voi c’è l’avversario, con l’esterno del piede destro si deve spostare la palla sul piede preferito. La palla passa tra le gambe dell’avversario e vola fino a infilarsi sotto l’incrocio.
Eh già quanti ricordi!
A me uno di questi goal è stato dedicato, sempre dallo stesso Manu. Sono infinite le emozioni che ci ha fatto vivere Alessandro del Piero a noi ragazzi della generazione ’80-’90.
Per tutti noi che siamo diventati grandi, mentre la sua fama esplodeva è stato un modello. Un punto di riferimento che ci ha accompagnato nella nostra crescita sportiva. A tutti i livelli e seppur praticando sport differenti dal calcio, Alessandro del Piero ha rappresentato per noi quel sogno di un ragazzino che è diventato un numero dieci portato sempre con grande onore.
Il numero 10
La vita di Del Piero può sembrare scritta da uno sceneggiatore. È entrato in Juventus nel 1993 a meno di vent’anni; aveva i capelli lunghi, il viso da bambino e gli occhi che brillavano. Ecco quegli occhi, più di tutto il resto, erano il riflesso di ciò che sarebbe diventato.
Un enorme talento, baciato dalla fortuna.
Deve il suo tanto amato numero 10 a diversi infortuni che ha avuto in quel periodo Roberto Baggio. Questi convinsero i suoi allenatori a sostituire Baggio con Del Piero. Da lì e con una maglia a strisce bianche e nere ebbe inizio la scalata del ragazzino di Coneliano.
Sarà proprio con la maglia della Juventus e con il numero 10 sulla schiena che Del Piero nel 1994 contro la Fiorentina segnerà quel goal che entrerà per sempre nei nostri cuori.
Detto tra Noi
Detto tra noi è l’ultimo romanzo scritto da Alessandro del Piero, questa è la sua trama:
“Mi sono ritrovato lì, in campo, a combattere contro me stesso allontanando il pensiero che fosse finita, che non avrei più giocato in quello stadio e con quella maglia. Nessuno, me per primo, si era ancora reso conto che quel momento potesse arrivare davvero. I titoli di coda del film del quale ero il protagonista stavano per scorrere e io non avevo idea di come sarebbe stata l’ultima scena. Sapevo soltanto che la partita contro l’Atalanta doveva essere una festa, e una festa è stata.
Questa contraddizione tra i due opposti – l’euforia per il trionfo e la tristezza per l’addio – è stata forse la chiave della straordinarietà di quel finale. In quella partita ho anche fatto gol, volevo farlo. È l’unica cosa che, in qualche modo, ero riuscito a mettere in conto, che avevo programmato. E mi è andata bene.
Da quel momento in poi è successo qualcosa di unico, inedito e irripetibile, come solo ciò che è improvvisato, spontaneo e naturale sa essere. Ho trovato, ripensandoci, delle similitudini forti tra quanto è accaduto quel giorno e il mio modo di giocare nei tanti anni trascorsi correndo dietro a un pallone. Le cose migliori sono sempre arrivate quando la genuinità, l’istinto e la mia libertà hanno preso il sopravvento sulla dimensione razionale, pur sempre presente (a volte anche troppo).
Il modo in cui si è materializzata quella spremuta di cuori, allo Stadium, mi ha davvero ricordato quando, nelle tante battaglie con la maglia della Juve, il senso del gioco che avevo dentro mi guidava oltre ciò che prima potevo soltanto immaginare ma che poi, magicamente, si concretizzava su quel prato verde. Ecco, la gente mi ha restituito questo, con la stessa naturalezza e la stessa empatia, come se la mia dimensione calcistica si fosse quasi trasformata in un sentimento condiviso.
Io mi sforzavo di continuare a pensare al cerimoniale per la celebrazione dello scudetto, alla consegna del trofeo che avevo tanto sognato di sollevare ancora una volta, l’ultima volta. Ma i tifosi no, loro volevano altro. Volevano un momento tutto per noi. Solo loro e io: il resto non doveva contare più nulla.C’erano soltanto la mia storia e tutti noi che l’abbiamo vissuta insieme.”
Il 13 maggio del 2012 il pianeta Calcio si è fermato per celebrare uno dei suoi più grandi campioni: Alessandro Del Piero. Quello struggente, clamoroso e poetico addio si è trasformato in un bellissimo “arrivederci” a tutte le persone capaci di riconoscere nella parabola sportiva e umana dell’ex capitano juventino i tratti del fuoriclasse assoluto, in campo e fuori dal campo. Ora, dopo le fantastiche esperienze come ambassador in Australia e in India, in questo dialogo social con i suoi fan, Del Piero svela passato, presente e futuro, confermando che la sua passione per il calcio è rimasta come quella di un bambino: perché certi amori non finiscono mai.
Se la celebre rivista Vanity Faire ha recentemente dedicato al calciatore un numero contente immagini di un Alessandro del Piero che si spoglia per dire addio alla sua Juventus.
Noi preferiamo lasciarvi con l’immagine con cui a me piace ricordare Alessando del Piero.
Un grande bomber, talentuoso e simpaticamente sbruffone.