Ben ritrovato, carissimo iCrewer, in questa nostra rubrica dedicata ai grandi autori della storia della letteratura: quelli che si sono contraddistinti per le loro opere e quelli che si sono aggiudicati l’ambito premio Nobel per la loro produzione. Oggi andiamo a conoscere uno dei maestri della scrittura israeliana: Shmuel Yosef Agnon.
Ho utilizzato volutamente la coniugazione alla prima persona plurale, poiché anch’io farò la conoscenza di questo autore insieme a te, leggendo e informandomi con lo scopo di scrivere questo articolo.
A costo di essere ripetitivo, quindi, ancora una volta – come già successo all’interno di questa rubrica – devo confessarti che non ho mai letto ne incontrato Yosef Agnon durante il mio percorso di appassionato di libri; di conseguenza, non troverai un articolo esaustivo, bensì una condivisione curiosa ed entusiasta di quel che ho potuto apprendere navigando a vele spiegate nella rete.
Shmuel Yosef Agnon: premio Nobel per la letteratura nel 1966
Shmuel Yoseef Agnon è nato nel 1888, in Galizia, una regione dell’Europa che a quel tempo apparteneva all’Impero Asburgico.
Come per tutti i grandi autori che poi lasceranno il segno nella storia della letteratura, i suoi primi componimenti risalgono a quando era soltanto un bambino. Fin da piccolo, infatti, si dimostra interessato allo studio, in particolar modo a quello della Bibbia e del Talmud, uno dei testi sacri dell’ebraismo.
A quindici anni pubblica la sua prima raccolta di poesie, scritte in lingua yiddish, lingua che caratterizza anche le sue prime collaborazioni come giornalista.
All’inizio del Novecento si trasferisce in Palestina dove pubblica le sue prime novelle e i suoi primi romanzi, utilizzando lo pseudonimo Agnon, il vero nome infatti è Yosef Czaczkes.
Per tutto il periodo della Prima Guerra Mondiale vive in Europa, dividendosi tra la Germania e la Polonia: nei suoi romanzi c’è sempre molta attenzione per i luoghi che l’hanno visto crescere come persona. Negli anni trenta, torna in Palestina dove si afferma come grande autore diventando un punto di riferimento per tutti gli autori delle generazioni future.
Sono infatti tantissimi gli scrittori israeliani che lo omaggiano all’interno dei loro capolavori, indicandolo come il vero padre della storia letteraria del loro paese.
Nel 1947 esce Appena ieri, considerato il vero capolavoro di Shmuel Yosef Agnon, edito da Einaudi anche in Italia nel 2010, con traduzione di Loewenthal. Si tratta di un romanzo in cui l’autore tratteggia la vita dei primi coloni in Terra Promessa. Un vero manifesto di quella che è stata la caratteristica della sua scrittura, dotata della leggerezza dell’humor e dell’ironia mescolata con la continua ricerca di una dimensione spirituale, spesso cercata nei tempi appartenuti al suo passato.
Questa la sinossi di Appena ieri:
L’epos dell’immigrazione ebraica in Terra Promessa, la Palestina nei primi anni del Novecento. Grandi illusioni, poco lavoro, molta miseria. E più di settanta lingue che si incrociano in un territorio ancora governato dall’impero ottomano.
Tra Giaffa (l’odierna Tel Aviv) e Gerusalemme si snodano le vicende di Isacco Kumer, giovane di belle speranze arrivato dalla Galizia, quelle dei suoi amici e dei suoi amori: la russa Sonia, colta ed emancipata, la splendida Shifra, figlia di un rabbino ultraortodosso.
E poi c’è Balac: un cane randagio che pensa e sogna come un uomo, uno dei personaggi più belli e originali nella storia della letteratura. Il tutto raccontato in una lingua sempre inventiva e straordinariamente ironica.
Il più grande riconoscimento per la sua carriera di scrittore è senza dubbio il premio Nobel per la letteratura del 1966, vinto insieme a Nelly Sachs, autrice tedesca naturalizzata svedese.
Nella motivazione per il Nobel a Yosef Agnon si legge così:
” per la sua arte narrativa profondamente caratteristica con i temi della vita delle gente ebrea”
Tra gli altri titoli tradotti e pubblicati in italiano si segnalano Una storia comune, uscito per Adelphi nel 2002, così come La leggenda dello scriba e altri racconti nel 2009 e Nel cuore dei mari nel 2013.
Nel primo, Yosef Agnon, narra il percorso tortuoso che caratterizza un matrimonio combinato voluto dagli interessi delle famiglie, il secondo è una raccolta di racconti che testimoniano la grandezza di questo autore fondamentale per la tradizione ebraica, mentre l’ultimo, Nel cuore dei mari, si narra del viaggio di un uomo verso la terra d’Israele.
Libro questo di cui ti riporto la sinossi integrale, in quanto mi sembra molto interessante:
Tutto comincia con Hanania, l’uomo che ha “girato mezzo mondo e superato molte prove”.
Sotto la sua guida, un piccolo gruppo di “ferventi” ebrei della Galizia polacca, composto da uomini e donne prescelti “non per propria rettitudine, ma solo in virtù della misericordia divina”, intraprende il viaggio verso la terra d’Israele – secondo la tradizione diffusa in quelle regioni dal Baal Shem Tov, il fondatore del chassidismo -, lungo un percorso in cui ogni luogo sprigiona una sorta di incanto.
Così è per il punto di partenza, Buczacz, cittadina dove “sembra quasi che le stelle siano appese ai tetti delle case”; per Vaslui, con il suo grande mercato di miele e cera; per Bàrlad, con le lapidi nerofumo dei martiri nel cimitero vecchio.
E così è soprattutto per Kushta la Grande, ovvero Istanbul, la “città senza eguali al mondo”. Ma via via che il viaggio prosegue, non senza disagi, se ne rivela l’autentica dimensione: paesi, oggetti e persone si trasfigurano in un fitto chiaroscuro fantastico, visioni ed eventi arcani (l’apparizione tentatrice di Satana che cerca di dissuadere i pellegrini dal loro proposito, la misteriosa sparizione di Chanania) si susseguono, e ogni tappa sembra comporre un itinerario mistico-simbolico.
E ben diverso dall’Eden annunciato, concreto e insieme celeste, appare infine l’approdo – dove la promessa si adempirà solo a prezzo di molte altre prove, e dove “il nulla deve necessariamente precedere l’esistenza”.
Shmuel Yosef Agnon è morto nel 1970 in una città a pochi chilometri da Tel Aviv.
La mia piccola ricerca finisce qui, carissimo iCrewer, spero di essere riuscito a sintetizzare in modo adeguato tutte le informazioni che ho raccolto. Le mie fonti sono state Wikipedia e i siti delle case editrici che hanno pubblicato in italiano le sue opere.
Penso sia sempre bello quando si imparano cose nuove e quando si fa la conoscenza di autori così interessanti e così grandi. Chissà che in un futuro prossimo non mi metta a leggere qualche sua opera.
A te è venuta voglia di leggerlo?