Nella storia antica, poche donne hanno lasciato un’impronta tanto profonda quanto Zenobia, regina di Palmira. Visionaria, colta e determinata, riuscì a costruire un impero nel cuore del deserto siriano e a sfidare il potere assoluto di Roma.
La sua storia è un racconto di ambizione, intelligenza e coraggio, ma anche di orgoglio e indipendenza femminile in un mondo dominato dagli uomini.

Chi era Zenobia
Zenobia nacque intorno al 240 d.C. a Palmira, una città fiorente e cosmopolita situata lungo le rotte commerciali tra Oriente e Occidente. Educata nelle arti, nelle lingue e nella filosofia greca e orientale, parlava perfettamente greco, aramaico, latino ed egiziano. Sposò Odenato, sovrano di Palmira e alleato di Roma, e dopo la sua morte ereditò il trono come reggente del figlio Vaballato.
Zenobia fu la seconda moglie di Settimio Odenato, potente sovrano di Palmira e generale romano insignito dei titoli di dux Romanorum e corrector totius Orientis, ossia “governatore di tutto l’Oriente”. Dopo la morte del marito — avvenuta per mano del nipote Meonio, che la regina stessa avrebbe spinto al gesto e successivamente fatto giustiziare — la regina assunse il controllo del regno. Sotto la sua guida, Palmira si trasformò in una monarchia autonoma e indipendente da Roma, conosciuta come Regno di Palmira.
Zenobia si proclamò Augusta, rivendicando per sé il titolo onorifico di “discendente di Cleopatra”, e designò il figlio Vaballato come Augusto, legittimando così la propria dinastia.
La Regina che sfidò Roma
Con una visione politica audace, a Regina Guerriera trasformò Palmira in una potenza regionale. Nel 270 d.C. conquistò l’Egitto e gran parte dell’Asia Minore, proclamandosi “Regina dell’Oriente”. Non era una ribelle priva di strategia: la sovrana mirava a creare un impero autonomo, equilibrando il potere tra Oriente e Occidente. La sua sfida, però, attirò l’ira dell’imperatore Aureliano, che marciò contro Palmira nel 272 d.C.
Dopo una resistenza eroica, Zenobia fu catturata lungo l’Eufrate mentre cercava aiuto dai Persiani. Secondo le fonti, fu portata a Roma e sfilò nel trionfo di Aureliano, ma la sua sorte finale rimane avvolta nel mistero: alcune cronache raccontano che visse in una villa nei pressi di Tivoli, altre che morì prigioniera, rifiutando di piegarsi.
Zenobia, simbolo eterno di libertà femminile
Oggi Zenobia rappresenta molto più di una figura storica: è un simbolo di indipendenza, intelligenza e resistenza. In un’epoca in cui le donne avevano ruoli marginali, lei osò governare, comandare eserciti e costruire un impero. La sua storia continua a ispirare scrittrici, artiste e leader di tutto il mondo, ricordandoci che il potere femminile non conosce confini né tempi.
La leggenda di Zenobia non appartiene solo al passato. È una storia che parla di donna, potere e visione, un inno al coraggio di sfidare i limiti imposti dalla società. Nella sabbia del deserto di Palmira e nella memoria collettiva, il suo nome continua a risuonare come un canto di libertà.