I sacrifici non pesano più: svaniscono ed è l’ennesima dimostrazione che essere resilienti paga, così come il lavoro in palestra. L’esaltazione va di pari passo con la dedizione per lo sport; è uno fra i motori che ti fanno andare avanti, cercando di essere vincenti, per te stesso, per chi ti è accanto ogni giorno e per il pubblico che non puoi – e non devi – deludere. Non si è mai appagati abbastanza dall’emozione di vincere.
Alexandra Agiurgiuculese
Dodici storie, dodici vite, dodici modi di sentire lo sport, un solo amore: la ginnastica.
Ilaria Brugnotti racchiude nel suo libro Vincenti Storie di ginnasti coraggiosi testimonianze sia di chi ha vissuto e vive la ginnastica come atleta ad altissimi livelli, un esempio su tutti Alexandra Agiurgiuculese, sia di chi si è dovuto fermare per i motivi più diversi, sia di chi è stato un grande giudice di gara o un apprezzato allenatore.
Dodici Vincenti, che alla vita hanno chiesto il massimo e che hanno avuto in dietro molto.
Un libro che ti fa entrare in quella parte della vita degli atleti che spesso non si conosce perché alcuni non vogliono sbandierarla al pubblico o perché ai tifosi non sempre interessa, ma che comunque segna con grandi solchi il percorso umano e professionale, a volte lo fermandolo per sempre.
Vincenti Storie di ginnasti coraggiosi com’è strutturato?
Un libro diviso in tanti capitoli quanti sono i protagonisti delle storie, storie di atleti in varie discipline della ginnastica: dalla ritmica all’aerobica, all’artistica maschile a quella femminile.
Non si può giudicare il libro nel complesso se non per l’idea di Ilaria Brugnotti di far conoscere quello che avviene al di fuori della pedana: la vita di tutti i giorni, le emozioni, i momenti belli e quelli dolorosi.
Ogni capitolo è a se e non sempre l’obiettivo è stato centrato. Non mi ha soddisfatto la stesura, ad esempio, del racconto di Michela Castoldi e Davide Donati, in alcuni punti non si capisce chi sta esponendo il proprio punto di vista perchè i cambi sono troppo repentini. Il fatto che siano una coppia di ginnasti non giustifica che lo stesso concetto sia stato ripreso due volte anche quando la visione è identica. Inoltre non sempre è vincente lo scrivere in prima persona mantenendo le espressioni del “parlato”.
Interessante l’intervento finale di Emanuela Maccarani di cui ti avevamo già parlato in occasione della recensione di un libro scritto a quattro mani proprio con Ilaria Brugnotti intitolato Questa squadra. La ginnastica ritmica la mia vita.