Un evento per il 16 novembre, al Teatro Santuccio di Varese: un medico di frontiera e le sue stelle lampedusane a richiamare l’attenzione su un fenomeno epocale che non può lasciare indifferenti.
Lampedusa, estremo confine e porta del continente europeo, geograficamente più vicina all’Africa che all’Europa, un’isola, un paradiso naturale incontaminato, per lungo tempo dimenticata dal mondo e relegata ai suoi confini. Le cronache, da un trentennio a questa parte, l’hanno vista protagonista e porto d’approdo per migliaia di disperati in fuga dal continente africano.
Lampedusa è un isola in mare aperto e, come tale, aperta da secoli all’accoglienza di pirati, profughi, rifugiati, esiliati, solitari e disperati. E’ la sua natura, la sua vocazione, l’accoglienza e non può tradirla.
A Lampedusa, le stelle brillano più che altrove (e non è partigianeria, sono siciliana, fiera di esserlo, fra l’altro) e dalle sue latitudini, a sud del sud, i riverberi arriveranno fino a Varese, il 16 novembre, ore 21, al Teatro Santuccio, luogo dove il Centro Gulliver Soc. Coop. Sociale a.r.l., in un evento organizzato per capire l’importanza di essere testimoni, incontrerà Pietro Bartolo.
Medico di Lampedusa, Pietro Bartolo dal 1991 si occupa del poliambulatorio dell’isola. Un uomo, un medico in prima linea nel soccorso dei migranti che arrivano a migliaia e molti in condizioni estremamente gravi, cui sono state giustamente conferite numerose onorificenze.
Protagonista del film-documento Fuocoammare (Orso d’oro 2016) di Gianfranco Rosi, Bartolo, scrittore egli stesso, con gli occhi aperti su una realtà di cui è impossibile non essere consapevoli, afferma che: l’unico pericolo che corre davvero la nostra civiltà davanti al tumultuoso flusso migratorio di quest’epoca, è quello dell’incomprensione, della stupidità. Questo scrive, infatti, sul retro-copertina di Le Stelle di Lampedusa, edito da Mondadori, un libro-verità che dà voce alla disperazione e alla speranza di chi è costretto a lasciare la propria terra, alla ricerca una vita migliore.
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…e quindi, per ascoltare la voce e la testimonianza diretta di chi non parla per sentito dire, ma è impegnato costantemente, senza paura di sporcarsi le mani o di metterci la faccia, per usare un linguaggio terra-terra che rende benissimo l’idea della concretezza e del fare, appuntamento a Varese, in Via Sacco al Teatro Santuccio, il 16 Novembre. Un eroe moderno, in camice bianco, Pietro Bartolo, racconterà e parlerà a chi avrà la sensibilità e l’interesse di ascoltare. Sarà tempo impiegato benissimo, sicuramente non sprecato.