Caro iCrewer prima di iniziare questo articolo ti presento due libri che trattano un misterioso tema dedicato a delle costruzioni che tanto sono riuscite ad affascinare la tradizione popolare nel corso delle ere.
Collegato proprio con la regione della Valle D’Aosta c’è questo primo volume di cui ti vado a parlare:
I ponti del diavolo e altri luoghi misteriosi e infernali in Piemonte e Valle d’Aosta
Non solo ponti, ma castelli, case, abbazie, cappelle, piloni, camini, garitte e mulini.
È difficile immaginare che gallerie, canali, pozzi, strade, rotaie, sedie, scrivanie, porte, campane, carri, possano rappresentare luoghi o oggetti in cui il maligno abbia lasciato una perpetua traccia, una firma invisibile e terribile.
Montagne, valli, passi, colline, bricchi e rocche, pietre, rocce, impronte, dirupi, campi, pascoli, grotte, tane, buchi, gorghi e fontane: ogni luogo che ci circonda, ogni oggetto che sfioriamo può essere pervaso dalla sua presenza…
Questo è il primo volume che ti presento e come ti dicevo tratta proprio questo insolito argomento collegato a delle costruzioni, dei luoghi in cui secondo le leggende popolari sarebbe passato il Diavolo.
Ad esso segue un altro testo che invece tratta I Ponti del Diavolo non solo di Valle D’Aosta e Piemonte, ma già dalla sua sinossi fa comprendere come di queste costruzioni ve ne siano numerose sparse in diverse aree d’Italia.
Il ponte del Diavolo. Illustrazioni e leggende
Si dice che di Ponti del Diavolo in Italia ne esistano sette, ma solo quello del Borgo a Mozzano, quando si specchia nelle acque, forma un cerchio luminoso entro cui si confondono terra e cielo.
Per quanto piccolo, questo volume offre illustrazioni e leggende che da sempre danno un tocco di mistero a quello che potrebbe sembrare semplicemente un ponte.
Guglielmo Lera organizza questo volume in tre capitoli. Il primo introduce la storia del Ponte della Maddalena, arricchita dalle varie impressioni dei viaggiatori che vi si imbattevano durante il loro viaggio verso i Bagni, come il poeta lucchese Bartolomeo Beverini, vissuto nel XVII sec.
Dalla storia si passa poi all’antica favola, conosciuta in versioni diverse, ma il cui fulcro rimane invariato: l’essenziale contributo del Diavolo nella costruzione del ponte, che da allora ha mutato il suo nome da Ponte della Maddalena a Ponte del Diavolo.
Il volume termina con l’ultima leggenda, una sorta di lotta fra due diavoli, dal cui esito dipende la sorte del Ponte.
La ricchezza del volume risiede nelle illustrazioni, che ritraggono il Ponte in varie epoche storiche e secondo interpretazioni diverse.
Di Ponti del Diavolo se ne possono trovare svariati in Italia e a quanto pare ve ne sono presenti anche altri nel resto del mondo: in Algeria, ad Antigua e Barbuda, ma anche in Costa Rica, Francia, Germania e la lista potrebbe continuare, ma sono due i ponti di cui voglio parlarti e si trovano precisamente in Valle D’Aosta e in Piemonte.
Leggenda di Pont-Saint-Martin, Valle d’Aosta
Oggi questo Borgo sarà protagonista del nostro articolo, perché proprio qui sorge uno dei Ponti del Diavolo d’Italia. La costruzione romana risale per talune testimonianze storiche all’incirca al 120 a.C. secondo altre invece potrebbe collocarsi nel 24 a.C.. Come si può notare nella foto qui riportata l’arcata del ponte è molto alta, supera i trentacinque metri, sovrasta il fiume e per la sua straordinaria altezza è una delle opere architettoniche più importanti della nostra penisola.
Veniamo ora all’elemento più curioso di questa costruzione: la leggenda del Ponte del Diavolo.
Il ponte del diavolo in questione è anche conosciuto come Pont-Saint-Martin e custodisce una misteriosa leggenda. La tradizione vuole che a costruirlo sia stato il Diavolo in persona. Il racconto coinvolge il Vescovo di Tours, San Martino e il demonio. A quanto pare i due strinsero un patto. Dato che per compiere la propria missione religiosa, il vescovo doveva attraversare il torrente Lys avrebbe chiesto al Diavolo di costruire un ponte tanto possente da concedergli di attraversare il fiume che era in piena e in cambio il Demonio avrebbe preso con sé l’anima del primo malcapitato che lo avrebbe attraversato.
Così avvenne che in una sola notte una schiera di demoni comandati dal Demonio innalzarono il ponte accontentando le richieste del vescovo e della popolazione di Pont-Saint-Martin, tuttavia l’astuto vescovo, quando il ponte fu ultimato prese con sé un cagnolino affamato e lo nascose sotto il suo mantello, si recò al limitare del ponte e quindi lanciò un pezzo di pane dall’altro lato lasciando libero il cane di attraversarlo. Ovviamente il Diavolo s’infuriò per questa beffa, prese a distruggere l’opera, ma il vescovo issò una croce nel punto più alto del ponte, egli scomparve per sempre e il ponte divenne il simbolo del borgo.
A riguardo ti segnalo anche questo volume in cui la leggenda viene raccontata con maggiori dettagli.
Ponte romano di Pont-Saint-Martin
La monografia è realizzata a cura di Luciana Pramotton per la parte storica, da Patrizia Framarin per la parte archeologica e Lorenzo Appolonia per la parte relativa ai materiali ed alla conservazione.
Edito da Musumeci editore nel 2015 è un volume in cui la storia del Ponte di Pont-Saint-Martin viene raccontata e tramandata alle future generazioni e ai curiosi come me.
Per concludere tengo ad aprire una parentesi: la leggenda di cui ti ho parlato è molto simile ad un’altra leggenda collegata a un altro ponte che però si trova in Piemonte, Il Ponte del Diavolo di Lanzo Torinese e nulla: tornerò a parlartene…