Uomini e confidenze: vi siete mai chieste, care amiche lettrici, a chi regalano le loro più intime confessioni gli appartenenti alla categoria maschile?
Noi donne, lo sappiamo bene, siamo maestre dell’arte delle confidenze, ci piace stare lì a stringerci, con le parole che si abbracciano, si rincorrono e si affollano: ogni scusa diventa un’ottima ragione per stare davanti ad una fumante tazza di caffè o tè, o anche al telefono e nel contempo sbrigare le mille faccende con l’apparecchio incastrato tra spalla e orecchio.
Per noi donne, quindi, è una questione viscerale – quasi liberatoria – condividere con qualcuno quelle che sono le nostre emozioni, i nostri stati d’animo, le nostre frustrazioni, fosse anche solo per sentirci accarezzate da quella voce amica che sappiamo troveremo sempre nel momento del bisogno.
Le nostre parole rimbalzano, come palline da ping pong, senza sosta dall’ultimo acquisto fatto, ai problemi con il nostro partner, finanche alle ingiustizie subite sul luogo di lavoro.
Ma gli uomini come la pensano al riguardo? A chi confidano i loro pensieri, le loro preoccupazioni, a chi chiedono consiglio?
Non so tu, fidata amica lettrice, ma questa è una domanda che mi sono sempre posta: se noi donne, per un verso, amiamo – anche troppo – conversare, gli uomini – al contrario – sono l’esatto opposto, ermetici direi; a malapena riesci ad estrapolare un laconico sì, va tutto bene e magari, invece, tu vorresti parlare.
Vorresti raccontargli perché il tuo capo non ha assegnato a te quel progetto, o semplicemente vorresti scaraventargli addosso tutta la tua stanchezza per aver badato ai piccoli per l’intero giorno, ma lui è rientrato distrutto da lavoro e vorrebbe solo riposare e non parlare, o verosimilmente ci apprestiamo a raccontare con enfasi un accadimento reclamando la loro attenzione per poi ricevere, al termine del racconto, uno sguardo stranulato come se ci vedessero per la prima volta. (!)
Tutte noi abbiamo quell’amica – anche più di una, certo – che da sempre consideriamo come l’amica fidata, o per utilizzare un gergo giovanile: l’amica del cuore. Colei alla quale affideresti la tua esistenza, che ha condiviso con te cotte e delusioni adolescenziali, la persona che ti ha visto soffrire per quel tipo che ti ha spezzato il cuore in due.
Gli uomini sono diversi: loro, a differenza delle donne, non sono i tipi da perdere tempo dietro a quattro chiacchiere mentre sorseggi un buon caffè, loro la bevanda la bevono di fretta magari leggendo il quotidiano
I rappresentanti del sesso maschile se devono chiedere un consiglio di certo non pensano di chiamare l’amichetto del cuore per chiedere quale cravatta stia meglio su quella camicia color carta da zucchero, oppure chiedere un suggerimento in merito ad una plausibile scusa da inventare per evitare un appuntamento con una determinata donna: no, gli uomini fanno tutto da sé. E sai perché? Perché secondo loro a nulla vale stare a blaterare per ore ed ore, lo ritengono quasi una perdita di tempo – resta pure inorridita, amica mia, ma è proprio così – a cosa serve cercare la soluzione per ore quando ce l’hai a portata di mano?
Mentre noi analizziamo sempre grammaticalmente – e logicamente – ogni parola scritta in un messaggio o che ci è stata rivolta, cercando i mille significati reconditi e scegliendo poi – dopo vari summit degni delle migliori attività investigative – quello che meglio ci aggrada, gli uomini si limitano al significato puramente letterale, ovvero quello che c’è scritto: Non preoccuparti, sto bene. Quindi non pensano minimamente che in quelle quattro parole vi è un qualsiasi messaggio subliminale celato.
Uno studio pubblicato su Child Development, eseguito dall’Università del Missouri, ha dimostrato che per gli uomini le confidenze rappresentano solo una perdita di tempo, questo perché praticità è il loro secondo nome, non amano, come dire, disquisire a lungo, riassumendo in due parole: pragmatismo e sintesi.
Sempre secondo lo studio è tutta questione di emisferi cerebrali, già hai letto bene: nelle donne sarebbe maggiormente sviluppato quello destro, anche detto lato emotivo, mentre negli uomini prevale quello sinistro ovvero logica e razionalità: tutto ciò conduce ad una diversa elaborazione, e quindi la conseguente espressione delle emozioni.
Lo studio ha altresì dimostrato che qualora sorga un problema di qualsiasi natura il senso di disagio che questo comporta non diminuisce negli uomini se ne parlano, cosa ben diversa accade nelle donne.
Un libro simbolo inerente le diversità fra uomini e donne è proprio Gli uomini vengono da Marte e le
Ovvio che poi alla fine non si possa fare di tutto un unicum, ma è innegabile: la maggior parte degli appartenenti al sesso maschile non ama perdersi in chiacchiere, predilige evitare le discussioni, in particolar modo con le donne, e poi, diciamolo: noi esseri di sesso femminile amiamo e ameremo sempre chiacchierare perché ci rende vive, e ci aiuta a farci sentire leggiadre e libere come farfalle.
Forse, e spero di non essere linciato, magari gli uomini la vivono un po’ più easy. Sul colore della cravatta buttarci più di due minuti potrebbe sembrare uno spreco. 🙂 A mio avviso gli uomini si confidano con le fantomatiche e famosissime amiche che stanno molto antipatiche alle mogli e alle fidanzate. No?
Aha concordo appieno! :)))
Vero Ste? E quante cose da dire ancora ci sarebbero… :)))
Caro Stefano, hai toccato un tasto delicato… rischiamo di aprire un vaso di Pandora ahahaha, magari ci facciamo un altro articolo 😉 E comunque, come ho scritto, ci sono sempre delle eccezioni… 😉
Ben detto Alessandra, ci sono le eccezioni😀! Approposito di ciò, io sposterei l’attenzione su un’altra aspetto (questo delle amiche mi fa troppo arrabbiare anche al solo pensiero🤣..sono intollerante all’argomento) e cercherei di capirli questi uomini. Forse noi donne, prese dal nostro bisogno di raccontarci e di raccontare e di chiarire, non ci mettiamo quasi mai ad ascoltarli e non creiamo le condizioni perché loro riescano ad aprirsi. A volte non abbiamo la capacità di invogliarli, forse dovremmo interessarci alle cose che gli piacciono, per esempio, insomma dovremmo incuriosirci di più.