Giuseppe Ungaretti, uno dei più importanti poeti della storia della letteratura italiana ci lasciava esattamente cinquanta anni fa, il 1 giugno del 1970, come ricorda benissimo l’articolo dedicato a quell’anno della nostra sorprendente rubrica Accadde che.
Oggi, confidando che il cinquantesimo anniversario possa essere celebrato con varie iniziative culturali il prossimo anno, ti segnalo una nuova uscita in libreria, caro iCrewer, disponibile dall’ultima settimana di maggio. Una nuova edizione uscita nella collana degli Oscar Mondadori di Visioni di William Blake , un testo scritto da Giuseppe Ungaretti già nel 1965.
GIUSEPPE UNGARETTI: LA BIOGRAFIA
Prima di concentrare l’attenzione su questa nuova uscita, ripercorriamo brevemente le fasi salienti della vita di Ungaretti, in memoria dell’anniversario della sua scomparsa.
Giuseppe Ungaretti è nato nel 1888 ad Alessandria d’Egitto da genitori provenienti dalla provincia di Lucca. Suo padre era un operaio impiegato nella costruzione del canale di Suez, mentre sua madre gestiva il forno di famiglia, attività grazie alla quale riuscì a garantire gli studi al figlio, che fin da giovane sviluppò la passione per la lettura e per la poesia.
Frequentò l’università a Parigi, la Sorbona, e fin dai tempi della scuola grazie all’abbonamento a riviste letterarie si appassionò alla lettura di poeti come Leopardi, Baudelaire, Rimbaud e Mallarmè. Le sue frequentazioni, le sue amicizie, erano nomi del calibro di Picasso, Apollinaire, De Chirico, Palazzeschi e Modigliani: tutti influirono sulla sua formazione culturale.
Partecipò come volontario alla Prima Guerra Mondiale, combattendo in Italia, sul Carso e in Francia. Negli anni della Grande Guerra compose due delle sue più importanti poesie: Mattina e Soldati, quest’ultima scritta nel bosco di Courton. Poesie che non hanno certo bisogno di essere da me ricordate che esprimono con pochissime parole la condizione della precarietà umana durante i combattimenti e il grande attaccamento alla vita.
Dopo la guerra visse tra Parigi e Roma, lavorò e collaborò con molte testate giornalistiche e impreziosì la sua opera poetica con nuove raccolte. Si sposò, ebbe dei figli, uno dei quali morì a 9 anni in Brasile. Il dolore incolmabile per la perdita del figlio si trasmutò in opere straordinarie che diedero luce a due libri.
La sua attività letteraria raggiunse in questo periodo l’apice della sua carriera, e, sempre in questi anni, aderì al fascismo. Ottenne per meriti letterari la cattedra alla Sapienza di Roma, ma, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale questa gli fu tolta a seguito dell’epurazione avvenuta dopo la caduta del regime. Nel 1947 fu riammesso per via del suo curriculum internazionale e poetico, e restò in carica fino al 1965 formando nuovi letterati che si sarebbero distinti in futuro nel panorama nazionale.
Ungaretti morì a Milano nel 1970, il primo giugno, per una broncopolmonite. Era vedovo dal 1958.
Dal 1942 la casa editrice Mondadori iniziò a pubblicare tutte le sue opere, rinnovando con una nuova collana, I Meridiani, tutta la sua opera omnia negli anni settanta.
Ungaretti è considerato uno dei padri dell’ermetismo, un vero innovatore nel movimento letterario e poetico italiano, che al pari di Montale e Saba, si è rivelato precursore di tutto il movimento poetico della seconda metà del novecento.
Le sue poesie racchiudono un sentimento di dolore, di attaccamento alla vita e di una ricerca costante del suo senso. La guerra, i tanti viaggi per il mondo e il dolore sofferto per via dei lutti famigliari sono stati le sue più grandi fonti di ispirazione.
UNGARETTI: VISIONI DI WILLIAM BLAKE
L’attività di Ungaretti è stata molto notevole anche in qualità di traduttore, di studioso delle opere dei grandi letterati mondiali.
Nel 1965, pubblicò Visioni di William Blake, ovvero la traduzione in italiano dell’opera del famoso autore inglese che legò la sua poetica ad un forte senso di appartenenza religioso in quanto fin da piccolo sosteneva di avere avuto delle visioni mistiche.
Il libro, ora uscito nell’edizione Oscar Mondadori, evidenzia la capacità di Ungaretti di svolgere un lavoro che non si limita alla traduzione, l’opera originale in inglese riempie le pagine sulla sinistra, bensì, che va oltre dimostrando con gran rispetto una importante ricerca nel tentativo di rendere propria, secondo quello che è il suo stile, la poesia visionaria di Blake.
Un’opera che unisce il talento letterario di due nomi giganteschi della storia di questa arte.
IN CONCLUSIONE
Certo è molto riduttivo riassumere la vita di un talento così grande in queste poche, pochissime righe, ma vorrei chiudere condividendo con te, affezionato iCrewer, le mie sensazioni legate a questo autore.
Personalmente ho ricordi scolastici legati a Ungaretti. Alle sue poesie imparate a memoria. Alle sere d’inverno in cui le ripetevo ad alta voce con mia madre che mi suggeriva le parole per non farmi perdere la fiducia di riuscire a impararle.
Un lavoro davvero prezioso, tanto che oggi, scrivendo questo breve articolo che celebra l’anniversario della scomparsa di questo importante autore, muovendomi tra le pagine in cerca di qualche veloce informazione, alla sola lettura dei titoli di alcune delle sue poesie, mi si sono aperti i cassetti reconditi della memoria e sono usciti i versi come se fossero lì a non aspettare altro da una vita intera.
Senza correre il rischio evidente di andare fuori tema, la riflessione è quella che non vedo l’ora che i ragazzi possano tornare a scuola, per apprendere al meglio la bellezza di brani come Fratelli, Veglia, San Martino del Carso e le già citate Mattino e Soldati.
Perché in fondo, io, noi, solo grazie alla poesia “ci illuminiamo d’immenso”.