Questa vuole essere una riflessione personale sull’uso dell’italiano, inteso come lingua italiana, a cui seguiranno due suggerimenti di lettura.
La riflessione, semplice e forse anche un po’ banale, nasce dallo smarrimento iniziale seguito da una gioia incommensurabile quando l’altro giorno ho iniziato a leggere un nuovo libro da recensire. Il testo era intarsiato di parole precise, a volte anche desuete, ma bellissime e ricche di significato.
Non è una novità che quello che leggiamo poi si rifletta anche su come scriviamo e come in generale ci esprimiamo. E, proprio per questo, mi sono sentita impoverita: non solo come lettrice, ma sopratutto come persona. L’italiano è una lingua ricchissima di sfumature e usarla in tutta la sua potenza dovrebbe essere la normalità. Ovviamente potrei scegliere meglio le mie letture, e non metto in dubbio che a volte io sia caduta in fallo, ma credo – e temo – sia una tendenza più diffusa nella nostra società rispetto ai miei errori di lettura. Ma spero vivamente di sbagliarmi!
Due libri di Vera Gheno sull’italiano e un’iniziativa dell’Accademia della Crusca
Per chiudere in modo propositivo questa riflessione, ti suggerisco due libri, entrambi scritti dalla sociolinguista Vera Gheno. Si tratta di Potere alle parole, pubblicato da Einaudi e di Prima l’italiano. Come scrivere bene, parlare meglio e non fare brutte figure, pubblicato da Newton Compton Editori. Inoltre, anche questa iniziativa dell’Accademia della Crusca per i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri è molto interessante per rimpolpare il nostro italiano: La parola di Dante fresca di giornata.
Potere alle parole
Anche se l’italiano non ha bisogno di venire salvato, né tantomeno preservato, è pur vero che dovremmo amarlo di più, perché è uno strumento raffinatissimo, ed è un peccato limitarsi a una frequentazione solamente superficiale. Perché conoscerlo meglio può essere, prima di tutto, di grande giovamento a noi stessi: più siamo competenti nel padroneggiare le parole, più sarà completa e soddisfacente la nostra partecipazione alla società in cui viviamo. Vera Gheno si fa strada nel grande mistero della lingua italiana passando in rassegna le nostre abitudini linguistiche e mettendoci di fronte a situazioni in cui ognuno di noi può ritrovarsi facilmente. E ci aiuta a comprendere che la vera libertà di una persona passa dalla conquista delle parole.
Prima l’italiano. Come scrivere bene, parlare meglio e non fare brutte figure
Il modo in cui parliamo e scriviamo ci qualifica costantemente agli occhi degli altri: per molti versi noi siamo la lingua che usiamo e, in base a questa, verremo costantemente sottoposti al giudizio altrui. In mille occasioni, un errore di sintassi o di ortografia, la scelta di un tempo verbale sbagliato o perfino l’inutile irrigidimento su una regola, che magari ci ricordiamo in maniera imprecisa dai tempi della scuola, potranno contribuire non solo a farci fare brutta figura, ma portare in alcuni casi anche a ripercussioni gravi sia a livello personale sia a quello professionale.
In questo libro viene presentata, documentata con numerosi esempi tratti dall’uso e spiegata una rassegna degli errori che, ancora oggi, provocano uno stigma sociale, ossia sono percepiti come indicatori di scarsa cultura; a questi è stata aggiunta una breve rassegna di presunti errori che invece meritano di essere sottoposti a un esame più approfondito: scopriremo che forse sono meno sbagliati di quanto immaginassimo.