Ciao iCrewer! Trattiamo sempre autori, libri da leggere. E se invece, solo per un momento, parlassimo di scrivere? Se ci mettessimo noi stessi nei panni di chi esprime le proprie emozioni sulla carta? Probabilmente ti starai chiedendo perché me ne esco con questo argomento. La risposta è semplice: credo che nel periodo di Natale, più ancora che in occasione dei compleanni, ci possa capitare di prendere in mano la penna e scrivere, comporre dediche. Che sia per gli amici, per la famiglia, per le persone che amiamo, le parole sgorgano e anche un semplice “Buon Natale”, se scritto a mano, acquista tutto un altro sapore.
Personalmente, sono il tipo che apre il bigliettino pensando che basteranno solo poche parole, e invece finisce sempre per dover fare prima la brutta copia e poi trascrivere, tanto i pensieri si ampliano e si ingarbugliano. E come puntualmente succede (quest’anno compreso), quello che doveva essere un semplice augurio, finisce per diventare un torrente in piena di ringraziamenti e sentimenti confessati.
E che dire di vere e proprie lettere, magari scritte sulla prima pagina di un volume o un taccuino. Dediche così profonde da portare alle lacrime, sia scrivendole che leggendole. Pensieri così intimi, da temere quasi di svelarli.
Molto apprezzati e divertenti sono anche i bigliettini fantasiosi, con pop-up, texture diverse, brillantini e disegni divertenti. Qui, magari, la dedica può non essere delle più originali, perché è tutto il resto che ci parla, che ci fa capire quanto l’altra persona ci conosca (o noi conosciamo lei) e ci abbia pensato nel momento della scelta.
E, infine, le più toccanti, in cui le parole sono poche, ma sono anche quelle che ci costa più fatica esternare, quelle che probabilmente a voce non avremmo mai avuto il coraggio di pronunciare.
Insomma, ci sono dediche di ogni tipo, per ogni gusto, scritte da noi e per noi, ma credo che tutte, nessuna esclusa, arrivino sempre al cuore di chi le riceve.