Caro lettore, ho terminato di leggere Un marito quasi perfetto di Nicola Rayner. Cercherò di descriverti, punto per punto gli aspetti negativi di questo thriller. Lo so, di solito inizio dagli aspetti positivi, ma purtroppo, per quanto provi a pensare e ripensare alla storia, proprio non riesco a trovare un motivo che mi porti a consigliartene la lettura.
La trama di Un marito quasi perfetto
Il racconto è ambientato in una località immaginaria, ispirata ad alcune città dell’Inghilterra. Il racconto si svolge durante l’adolescenza di alcuni ragazzi e, se non ho capito male, credo sia ispirato ad una storia vera.
Una ragazza, Ruth Walker, muore una sera dopo una festa. La sorella Naomi sente su di sè un grosso senso di responsabilità, perché nel momento della scomparsa lei si stava intrattenendo con il suo compagno. Ad alcuni anni di distanza Alice si trova ad indagare sull’evento, scoprendo un coinvolgimento del marito, George e del suo migliore amico Dan. La morte di Ruth non mi è chiaro se è un suicidio o un omicidio, e, in questo caso, chi sia il suo assassino.
Forse l’autrice ha voluto lasciarsi aperta una porta per un eventuale seguito? Ha lasciato uno spiraglio per un finale a libera interpretazione del lettore? Non so rispondere a queste domande, ma so che preferisco i thriller dove si scopre il colpevole, meglio se viene arrestato e condannato. Mi piace, quando la giustizia prevale!
Emozioni scaturite da Un marito quasi perfetto
Quando leggo un thriller mi aspetto di provare ansia, paura, che in alcuni casi possono portarmi anche a provare agitazione, quelle emozioni che mi tengono incollata alle pagine e mi portano a leggere molto velocemente un bel giallo. Leggendo questo libro ho provato noia per il modo in cui è scritto il racconto, quasi una cronaca giornalistica.
Ad un certo punto c’è la descrizione dell’atto di stupro effettuato da George e Dan nei confronti di Kat, migliore amica di Ruth, è descritto senza lasciar trasparire emozioni, nè sentimenti. È assente, persino, la delicatezza per l’argomento trattato; successivamente, tale atto non viene denunciato alle autorità, né condannato, ma solo indicato come evento negativo in una discussione fra amiche.
C’è un uso sbagliato dei capitoli e dei paragrafi: i cambi di scena non sono così chiari. Il lettore si accorge che è cambiata l’ambientazione dai discorsi dei personaggi, ma questo non rende la lettura piacevole, in quanto è costretto ad una rilettura per comprendere cosa sia successo o dove sia stata spostata la scena. Ti assicuro che questo, spesso, mi ha fatto arrabbiare: ero a casa di Naomi con Alice, dopo due righe mi ritrovo a casa di Alice, con George che parla e si intrattiene con Christie, migliore amica di Alice.
Personaggi del racconto
I personaggi sono ben delineati nelle loro caratteristiche, sono arrivata a odiare George, per il suo essere un “farfallone”; Dan, per il suo essere succube di George; Alice, perché non denuncia il marito, ma si rifugia a casa di un’amica e con la separazione scappa dalle sue responsabilità; Naomi, perché continua a vivere nell’ombra della sorella, anche dopo la morte. Ma non bastano i personaggi a fare un buon racconto, infatti appaiono durante il racconto come un bel minestrone che rende difficile, soprattutto inizialmente, capire come sono collegati.
Errori grammaticali del racconto
Io non so se siano dovuti ad errori di traduzione, se ci siano stati dei problemi in fase di stampa o altro… ma so che ci sono molti errori di battitura, dove mancano delle lettere nelle parole (es.: importane), o dove la frase è scritta male in italiano. Questo ha ulteriormente contribuito a rendere pesante la lettura di questo thriller.
Leggete… con la lettura volerete! Buona lettura!
Completamente d’accordo con la recensione letta. Io non sono ancora riuscita a capire né l’atteggiamento né il perché di tutti quei personaggi.Una stella perché non è previsto lo zero