Tempi duri caro iCrewer, e l’estate non migliora certo le cose; aggiungi anche che il tempo atmosferico è molto instabile ed il gioco è fatto.
Però è bello oziare con qualsiasi tempo, se poi hai anche dei buoni libri ancora meglio. Oggi la mia recensione verte sull’ultimo thriller scritto da Robert Bryndza
Ultimo respiro
scorrevole, ricco di colpi di scena, che insegna a non fidarsi di nessuno.
Robert Bryndza
si è conquistato una fama incredibile con il suo thriller d’esordio, La donna di ghiaccio, che in pochi mesi ha scalato le classifiche ed è in corso di traduzione in 30 Paesi. I suoi romanzi hanno come protagonista Erika Foster, una poliziotta tenace e testarda. Come Clarice Starling de Il silenzio degli innocenti. Risolvere il caso diventa per lei questione di vita, occasione di riscatto.
La suspense ti risucchierà in questo thriller, e farai il tifo per la detective della provincia londinese dal piglio deciso e dall’animo inquieto.
Il corpo di una donna viene ritrovato in un cassonetto, con gli occhi spalancati e i vestiti ricoperti di sangue, e la detective Erika Foster è tra i primi a giungere sulla scena del crimine. Il problema è che questa volta il caso non è suo.
Mi piace come scrive e come descrive, anche i dettagli più truculenti di autopsie e cadaveri non sono esagerati né fastidiosi; la scrittura scorre veloce e si fa legggere tutto d’ un fiato, i personaggi sono ben delineati senza cadere nel banale anche se la trama può risaltare trita.
Per quanto riguarda l’editing, magari un occhio in più alla traduzione, avrebbe consentito l’eccellenza, purtroppo sono scappati molti errori: articoli mancanti, preposizioni sbagliate ecc.. Ad un tratto si parla a lungo del fucile in mano all’assassino, ma improvvisamente diventa una pistola. Forse un errore di traduzione.
Tuttavia, sorvolando su questi dettagli, che mi auguro si provveda nelle prossime stesure, la lettura mette in evidenza il carattere della protagonista, che nutre una voglia smisurata di essere sul campo a cercare di risolvere i vari crimini invece di starsene in ufficio a girare carte.
Riuscirà a rientrare sul campo? A trovare un po’ d’amore perso a suo tempo con la morte del marito?
“Quando è morto… Ho cercato di essere pratica. Pensavo che se fossi riuscita a superare un giorno, una settimana, un anno, sarebbe diventato più facile. Ma non è stato così. e non bisogna solo affrontare la perdita, che ogni giorno minaccia di buttarti giù: c’è anche tutta una vita da portare avanti. Da sola. Senza nessuno con cui poterne veramente parlare…”
E a sbrogliare la matassa scoprendo il killer?
In Ultimo respiro questi sono gli interrogativi che ti appaiono sin dalle prime pagine; coinvolgendoti, nella sua ricerca spasmodica di arrivare alla soluzione, portandoti a commettere gli stessi errori di valutazione della protagonista nella disamina degli indizi.
I personaggi sono tanti e possono apparire marginali, ma diventano comprimari nella ricerca della soluzione. E la scelta dell’ambientazione, al di là del luogo, Londra, che già ha ben dimostrato di conoscere l’autore, in questo thriller utilizza un altro elemento, i social media.
La funzione dei social media la conosciamo bene, ancora di più nel periodo della quarantena sono stati un tramite valido per non “impazzire” di solitudine, ci hanno e permettono di restare in contatto con gli amici e i parenti lontani, di formulare opinioni, sfogare i nostri sentimenti.
In Ultimo respiro c’è un’altra faccia della medaglia che ancora non riusciamo a comprendere in pieno. Per questo motivo bisogna scegliere con cura cosa “mostrare” alla gente. Non sempre è possibile sapere chi sta guardando…
“… L’unica cosa che mi importa è scoprire chi ha ridotto in quel modo quelle due povere ragazze. Sono omicidi sadici e premeditati… Non riesco a credere che sia opera di Steven Pearson. E quindi non solo hanno preso l’uomo sbagliato, na da qualche parte c’è un bastardo che aspetta il buio per colpire di nuovo.”
C’è tanto spazio per le storie personali degli agenti di polizia, per cui si intuisce che sarebbe opportuno leggere i libri in sequenza. E poi, non ti piacerebbe sapere se ci sarà un’evoluzione? Se il passato della detective potrebbe tornare ancora a perseguitarla’? Secondo me ci sono tutte le prospettive per dirimere anche alcune questioni irrisolte.
Con questi interrogativi ti lascio augurandoti un buon proseguimento.