Ho ripescato per caso una vecchia poesia. Tema e titolo cadono a fagiolo per un augurio particolare in questo ultimo giorno dell’anno: Trova il tempo. L’autrice, Elli Michler, appartiene ad un mondo ormai scomparso, quel primo Novecento che fin dagli albori guardava a quella che sarebbe stata la frenesia del tempo a venire. E così ho pensato di dedicare l’articolo di Poesia e vita, vita è poesia di oggi al tempo che scorre: niente di più azzeccato (o almeno così mi pare) per l’ultimo giorno dell’anno.
Caro amico ti scrivo, così mi distraggo (e ti) un po’ e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò… Da un testo di Lucio Dalla, diventato ormai quasi un classico di fine anno, (perchè dimmi se non ti sei mai trovato a canticchiare L’anno che verrà almeno una volta, negli ultimi giorni di dicembre) ad una “vecchia” poesia, il passo è breve?
Può esserlo, se si tratta di emozioni e pensieri: in fondo l’uomo pur essendo già arrivato al terzo millennio, conserva immutati sentimenti ed emotività, malgrado un modus vivendi che sembra esaltare superficialità e cinismo. Ieri, oggi e domani non sono solo avverbi di tempo ma del tempo rappresentano la linea di continuità, in riga con i sentimenti e le emozioni che resistono in una società vorticosa, dove sembra non ci sia spazio per le sensazioni più profonde.
La poesia, invece, a quelle emozioni nascoste e volutamente sotterrate, attinge a piene mani, anzi fa di più, le trasforma in canto e discanto, creando armonie da offrire a chi legge. E così, tra una proiezione temporale nell’imminente 2022 e uno sguardo al passato, a poche ore dal primo Gennaio, in cui convulsi e compulsi ci affanniamo alla ricerca dell’effimero, tra pranzi, regali e varie amenità, io voglio augurarti (e augurarmi) tempo.
Tempo per pensare (strana parola che sembra venire dal trapassato più lontano, oggi non si ha tempo per pensare, anzi pensare è una perdita di tempo), per riflettere, per capire (se stessi e gli altri che in fondo sono il riflesso di noi stessi), per guardare e vedere il mondo con occhi attenti (spesso guardiamo e non vediamo), per ascoltare e ascoltarsi (ascolto, altra strana parola sepolta nei meandri delle corse quotidiane), tempo, tempo, tempo e respiri profondi. Tanti.
Trova il tempo da una Elli Michler di fine Ottocento all’uomo del 2022
Non ti auguro un dono qualsiasi,/ ti auguro soltanto quello che i più non hanno./ Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;/ se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa./ Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare,/ non solo per te
Ti auguro tempo, non per affrettarti e correre,/ ma tempo per essere contento./ Ti auguro tempo,/ non soltanto per trascorrerlo,/ ti auguro tempo perché te ne resti:/ tempo per stupirti e tempo per fidarti/ e non soltanto per guardarlo sull’orologio./ Ti auguro tempo per contare le stelle/ e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo, per sperare nuovamente e per amare./ Non ha più senso rimandare./ Ti auguro tempo per trovare te stesso,/ per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono./ Ti auguro tempo anche per perdonare./ Ti auguro di avere tempo,/ tempo per la vita.
Ti auguro tempo, il testo che hai appena letto, è la traduzione della nota poesia Ich wünsche dir Zeit di Elli Michler, tratto da Dir zugedacht, Wunschgedichte, Don Bosco Medien, Monaco di Baviera. Una poesia che arriva fino a noi conservando la sua validità, la freschezza e tutta la capacità di esprimere i desideri più intimi e profondi dell’animo umano.
Il brano dalla sua prima pubblicazione diviene ben presto una delle più note e diffuse poesie fra i lettori del grande pubblico. Definita “la poesia del secolo” dal celebre attore e moderatore televisivo tedesco Baldur Seifert, ora scomparso, viene spesso confusa con un altro testo che si rifà ad un brano simile della tradizione americana antica, quella degli Indiani d’America che sapevano benissimo quanto sia importante e prezioso vivere in armonia con se stessi, con la natura e il divino.
Elli Michler chi era?
Elli Michler nacque a Würzburg in Germania il 12 Febbraio 1923, Figlia unica, trascorse un’infanzia felice fino a quando il regime nazista chiuse la scuola conventuale che frequentava e fu costretta ad interrompere gli studi, senza conseguire il diploma previsto. Obbligata in un primo momento ad un anno di servizio lavorativo, in seguito, poco dopo l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, lavorò in un gruppo industriale di Würzburg.
Elli Michler però non abbandonò mai il suo desiderio di cultura e dopo la guerra, fu tra i volontari impegnati a ricostruire l’Università di Würzburg. In questo periodo conobbe l’uomo che sarebbe poi diventato il suo grande amore: sposatasi tre anni dopo, seppur in mezzo a tante difficoltà, riuscì a concludere gli studi e, dopo la nascita della prima figlia, si trasferì, insieme al marito, inizialmente a Francoforte sul Meno e poi, definitivamente nel 1961, a Bad Homburg.
Dedicò alla scrittura gran parte del suo tempo: i suoi temi più cari furono le emozioni profonde, l’amore, le paure e la nostalgia, il divenire, il trascorrere e il senso della vita. Le sue poesie in lingua tedesca hanno ritmi e rime cui la traduzione non rende merito ma colpiscono il lettore per la profondità di pensiero e la saggezza filosofica.
Scrisse di valori veri, con la consapevolezza di chi li vede andare perduti nella quotidianità moderna e cominciò a pubblicare i suoi scritti dopo averli maturati per lungo tempo, nel 1987, per la casa editrice Don Bosco Verlag, Monaco di Baviera. Ebbe un enorme ed inatteso successo che dura fino ad oggi. Morì il 18 Novembre 2014 alla bella età di 91 anni.