Caro Lettore, ti sei mai sentito in “trappola”? e non perché realmente qualcosa o qualcuno ti tenesse fermo, ma talmente sopraffatto dalle emozioni negative da non riuscire a muoverti in alcuna direzione?
Come sempre nei momenti più difficili della vita quando non riusciamo a trovare l’aiuto che ci serve né dentro di noi né dalle persone che ci stanno vicine, c’è sempre la possibilità di riceverlo dai personaggi dei libri e le loro storie, oppure da libri che parlano proprio del nostro malessere.
Attraverso di essi possiamo capire che non siamo gli unici a provare quelle emozioni e soprattutto che si possono superare.
Per questo ho scelto tre libri che potrebbero fare al caso tuo.
Il libro per curare è Venirne fuori:Quando ti senti senza via d’uscita di Raffaele Morelli edito Mondadori.
Raffaele Morelli è medico, psichiatra e psicoterapeuta. È presidente dell’Istituto Riza e dirige la rivista Riza Psicosomatica.
Per Mondadori ha pubblicato diversi libri di grande successo, tra gli ultimi Il manuale della felicità (2019), Segui il tuo destino(2019) e Pronto soccorso per le emozioni (2020).
Questo nuovo manuale parla proprio di come uscire fuori dalle situazioni che ci fanno star male e del perchè ci sentiamo così incapaci di gestire alcune emozioni. Riconoscendole e lasciandoci guidare da esse potremo trovare il modo per venirne fuori.
La nevrosi, con le sue ansie, le paure, le angosce, è il canto, l’ultimo canto dell’anima che cerca di spazzare via la gabbia in cui ci siamo rinchiusi.
Molte persone si sentono come in una palude. Impantanate in una situazione sentimentale, professionale, emotiva, esistenziale… Si sentono infelici, insoddisfatte, non si vanno bene. Per uscire evocano cause, compiono sforzi, si affannano alla ricerca di appigli razionali. Ma così non fanno che peggiorare le cose.
L’unico modo che abbiamo di uscire da una situazione che non ci piace è affidarci alla magia, riconnetterci col nostro lato sottile, col divino, con la fiaba, col sogno, liberandoci dalla dittatura delle cause. Recuperare una parte antica che abbiamo dimenticato. Tutti i nostri disagi sono legati a essa. La sola via d’uscita passa da lì.
Il libro per ispirare è Il tamburo di latta, di Gunter Grass, edito Feltrinelli.
Il protagonista di questo libro è Oskar, un bambino che a tre anni decide di non crescere più fisicamente e resta nano e con il fisico deforme. Il tamburo è il mezzo su cui sfoga il suo dolore e la sua voce è in grado di disintegrare il vetro anche da grandi distanze.
Considerato ritardato e analfabeta, viene rinchiuso in un manicomio da dove racconta la storia della sua famiglia e della sua vita.
Oskar svela le crudeltà e le miserie del mondo degli uomini che sono definiti “normali” intrecciando la sua storia con quella della Germania di inizio Novecento.
Scorrono così nel fiume del suo racconto immagini memorabili, a partire da fatti leggendari come il concepimento e la nascita della madre sotto le quattro gonne della nonna, passando per la sua venuta al mondo ricca di presagi, fino all’ascesa irresistibile del nazismo e al crollo della Germania.
È stato nel giorno del suo terzo compleanno che Oskar, in odio alla famiglia, al padre, alla società ipocrita, ha deciso di non crescere più.
Da quell’osservatorio particolare che è la città polacco-tedesca di Danzica e poi da Düsseldorf, grazie alla sua prospettiva anomala di nano, può guardare al mondo degli uomini dal basso e scorgerne così meglio le miserie e gli orrori, mentre la sua deformità si staglia contro la ripugnanza della normalità piccolo-borghese.
Con occhi disincantati e spalancati sulla ferocia e violenza del mondo grida una rabbia che non risparmia la viltà e la corruzione di nessuno, neppure le proprie.
Il libro per viaggiare è Le coordinate della felicità romanzo autobiografico di Gianluca Gotto edito Mondadori.
Sfide, incontri, sogni, fallimenti, riflessioni, viaggi: una storia vera, raccontata in profondità ma con leggerezza, senza filtri e con un costante amore per la vita. Una storia che racconta di come sia possibile trovare le coordinate della propria felicità e seguirle senza paura.
Forse è quello che ha fatto la differenza: crederci. Crederci sempre.
Andare a trovare mia nonna a Torino, poi salire a bordo della mia casa su ruote e ripartire. E alla prima sera on the road, guardando le stelle, discutere con la mia anima gemella della prossima meta.
Oppure viaggiare e basta, senza meta, inseguendo solo ed esclusivamente le coordinate della felicità. Sognavo di poter fare della stanza di una guest-house o della hall di un aeroporto il mio ufficio e del mondo intero la mia casa.
Poter lavorare in remoto da qualsiasi punto del pianeta e guadagnarmi da vivere facendo ciò che più amo. La sognavo una vita così: libera. E vi dico la verità, da qualche parte tra la testa e il cuore sentivo di potercela fare per davvero, fin dal primo giorno.“
Spero che questa mia selezione ti sia di ispirazione, come sempre buona lettura!