“Ti rubo la vita” di Cinzia Leone, edito Mondadori, ha vinto la trentacinquesima edizione del premio letterario nazionale per la Donna scrittrice “Rapallo“.
Il racconto attraversa più paesi: Europa, Egitto, Turchia, Israele, Stati Uniti e tutto il Novecento dagli anni Trenta agli anni Novanta, seguendo le vicende di tre personaggi femminili dotati di grande forza: Miriam, Giuditta ed Ester.
“Furti di identità, matrimoni sbagliati, consuetudini religiose da spezzare”: queste le situazioni nelle quali sono coinvolte le tre donne di Ti rubo la vita; sullo sfondo, le vicende storiche, che incidono sulla loro vita. A Miriam è il marito che le ruba la vita, cercando di costringerla a cambiare nome e religione; Giuditta è invece un’ebrea italiana a cui la guerra e le leggi razziali rubano le consuetudini; a derubare Ester, infine, è la proposta di un matrimonio combinato senza amore, lei la sua identità la cerca.
Il tema dell’identità è molto complesso e sfaccettato: possiamo parlare di identità personale, religiosa, etnica, nazionale, biologica, ecc. L’identità personale è un insieme di caratteristiche, riguardanti sia la personalità che l’aspetto fisico, che determinano l’unicità di una persona. Questa si definisce inizialmente attraverso la relazione con la famiglia di appartenenza e poi successivamente attraverso i rapporti sociali che intratteniamo.
Le nostre origini determinano la nostra identità.
Giuditta è un’ebrea ma è nata e cresciuta in Italia, dove gli ebrei erano ben integrati nella società. Si rende conto di essere ebrea solo quando le leggi razziali le negano la libertà di esprimersi, e di amare chi desidera.
Ma se ci mancano queste radici, chi siamo?
Questa è la domanda che nasce attraverso la storia di Ester che combatte per non cedere ad un matrimonio combinato che “riparerebbe” il suo essere per metà ebrea e per metà cristiana.
E se per cambiare la rubiamo l’identità?
E ancora il cambiamento, il desiderare di essere al posto dell’altro: Ibrahim vuole cambiare e per farlo si sostituisce al mercante ebreo morto con cui era in affari costringendo sua moglie Miriam a cambiare nome e religione. Lei però non vuole questo cambiamento, vuole tener fede a sé stessa.
Possiamo dunque vivere le nostre radici come un ostacolo oppure come un valore da difendere e da cui partire per costruire una nuova identità, quella che più si avvicina al nostro essere. Nessun contratto può determinarla: né un contratto commerciale, né un contratto matrimoniale, perché anche questi contratti possono essere modificati e saltare in nome di un valore più profondo e autentico che è l’amore.
Una saga familiare piena di segreti, inganni, con un finale a sorpresa che fa riflettere sull’importanza di difendere la propria diversità che è da considerare come una grande fonte di ricchezza.
Caro iCrewer ti propongo questo romanzo nella rubrica “Tre libri per Te” perché affronta più tematiche: il viaggio, le religioni, il guardare gli altri, con sullo sfondo gli avvenimenti storici di quel periodo e la Shoah, che influenzano le vite dei personaggi.
Spero di averti incuriosito. Alla prossima settimana! e come sempre buona lettura!
Molto interessante.
Grazie! Continua a seguirci!