Caro iCrewer, oggi nella nostra rubrica ti parlo di Fabio Genovesi e del suo nuovo romanzo edito Mondadori in uscita il 14 gennaio 2020: Cadrò, sognando di volare.
Fabio Genovesi è nato e vive a Forte dei Marmi. Ha esordito con il romanzo Versilia Rock City (edito Transeuropa nel 2008, nuova edizione Mondadori del 2012) dove racconta la storia di “quattro anime smarrite, eppure decise a lottare fino in fondo per trovare il loro spazio sulla spiaggia della vita”. Ha poi scritto il saggio cult Morte dei Marmi (Laterza, 2012), un canto d’amore per la sua terra.
Esche vive (Mondadori, 2011) è il suo secondo romanzo, ed è stato tradotto in più di nove Paesi.
Sempre con Mondadori ha pubblicato i romanzi Tutti primi sul traguardo del mio cuore (2013), Chi manda le onde (2015), con il quale ha vinto la seconda edizione del Premio Strega Giovani e Il mare dove non si tocca (2017). Più di recente, nel 2019, ha pubblicato il romanzo per ragazzi Rolando del camposanto.
Se non avete avuto modo di vedere la puntata di Romanzo italiano, nella quale questo autore si è raccontato, vi consiglio di leggerne i contenuti nell’articolo di Elisabetta Librasi. Genovesi adora la sua terra, la Toscana, e il mare, ed è solito scrivere a mano sulla spiaggia. Scrivere è diventato un mestiere per puro caso, scriveva di notte dopo il lavoro e per anni non ha ricevuto alcuna risposta dalle case editrici alle quali mandava i suoi lavori, poi finalmente è uscito Versilia Rock City edito Transeuropa. Successivamente anche la Mondadori ha apprezzato i suoi lavori ed è uscito Esche vive.
Leggendo le sinossi dei suoi libri mi ha colpito il fatto che i personaggi che predilige sono persone che hanno uno svantaggio che può essere un difetto fisico, una situazione familiare particolare, eppure , nonostante tutto, trovano il loro modo per riuscire, sviluppando le loro risorse. Nei suoi protagonisti ci si può immedesimare e magari trovare l’ispirazione per riuscire nella propria vita.
Con il suo nuovo romanzo Fabio Genovesi ci racconta cosa vuol dire credere in qualcosa, attraverso uno studente e un’ex missionario.
Hai presente quando la radio passa la canzone che ascoltavi sempre alle superiori, e ti immaginavi nel futuro, libero e felice di fare quel che volevi… be’, se a sentirla il cuore ti si stringe e alla fine devi cambiare stazione, vuol dire che in quel futuro qualcosa non è andato come sognavi.
In questa storia il protagonista è Fabio, un ventiquattrenne che studia giurisprudenza. Questa scelta non è nelle sue corde ma continua sulla strada intrapresa fino a quando, per evitare il servizio militare obbligatorio, arriva in un ospizio per preti in cima ai monti. Qui incontra Don Basagni, il direttore: un ottantenne dal carattere ruvido e che mostra disinteresse per tutto. I due si trovano, però, in una passione comune: il ciclismo e l’ammirazione per Marco Pantani, uomo capace di “spostare il confine tra possibile e impossibile”, seguendo il suo istinto e la sua determinazione. Qualcosa si smuove anche in loro fino a mettere in discussione la loro vita.
Ho scelto questo libro perché ispira, ma ad ispirare non è solo il libro, devo dire che anche l’autore, la semplicità delle storie che scrive, dirette a chiunque voglia immedesimarsi con i suoi personaggi, l’amore che ha per le storie che racconta ti fa venir voglia di leggere, leggere e ancora leggere.
Cura, si, può curare e far viaggiare verso la direzione che più ti rispecchia e ti fa sentire completo. Deve trattarsi di qualcosa di magico, in cui credere. Qualcosa che ti faccia muovere, in qualsiasi direzione, rischiando anche di cadere, ma che ti faccia volare, in quel momento e per sempre, anche nel ricordo, per non dover mai dire di non averci almeno provato.