Il Touring Club Italiano inaugura una nuova linea editoriale composta da quattro collane di non-fiction e saggistica narrativa, dedicate al tema del viaggio: inteso come spazio fisico e come viaggio interiore tra filosofia e esplorazione del contemporaneo. Un progetto che mira a ispirare nuove rotte, percorsi inusuali e cammini del sapere, in linea con lo spirito dei luoghi e le complesse geografie del mondo attuale.
“Puntiamo a offrire una proposta più vasta e trasversale, tipica di una casa editrice di saggistica a tutto campo, destinata a pubblici interessati alle culture, alle esperienze e alle passioni del viaggio,” afferma Ottavio Di Brizzi, direttore editoriale del Touring Club Italiano, avendo come obbiettivo “la valorizzazione del patrimonio italiano e mediterraneo.”
Le novità Touring Club Italiano
Dal 22 novembre, le librerie italiane vedranno i primi titoli di queste collane:
– Il paesaggio che ci riguarda. Un progetto collettivo, un metodo sovversivo del geografo Franco Farinelli.
Questo volume inaugura la collana Agorà, dedicata alle grandi questioni contemporanee, interventi, lectures, pamphlet. Attraverso una visione innovativa, Farinelli invita il lettore a esplorare il paesaggio come strumento per comprendere i fenomeni inclusi nell’idea di globalizzazione, partendo da un approccio unico che unisce mente e spazio. Ritornando alla corte di Berlino, nel periodo in cui la Rivoluzione francese mette fine all’Ancien Régime, Farinelli segue la filosofia di Alexander von Humboldt. Il libro ricostruisce una visione del paesaggio come macchina politica e metodo di sovversione, capace di creare legami sociali e culturali. Questo saggio si distingue per la sua esplorazione di come il paesaggio, per quanto sfuggevole, resti oggetto di sapere scientifico, congegno ideologico e metodo di ricreazione.
– La faglia del fotografo spagnolo Carlos Spottorno e del giornalista Guillermo Abril. I due premi World Press Photo, con questo graphic novel, inaugurano la collana Fuoricampo che si dedica ad argomenti che spaziano tra storia, arte, antropologia, moda e cultura pop.
Spottorno e Abril, che avevano già collaborato per La Crepa (add editore, 2017), indagano sul concetto di confine in Europa, con una narrazione visiva che porta il lettore in Alto Adige. Qui, tra i ghiacci del Similaun, viene scoperto il corpo di Ötzi, ammazzato più di cinquemila anni fa sotto il crinale: quasi una metafora del mondo che sarebbe stato. Attraverso immagini potenti e riflessioni profonde, i confini assumono la forma di cicatrici mai guarite, e la storia locale emerge come simbolo delle tensioni culturali e identitarie dell’intero continente.
Tra reportage e inchiesta giornalistica, Carlos Spottorno e Guillermo Abril, si insinuano nelle fratture di questa zona di frontiera per ergerla a emblema di una pacificazione non scontata, in un continente segnato da conflitti e nazionalismi che si regge su precari principi di cooperazione e democrazia.
Tra cartografia e nuove filosofie del cibo
I successivi due titoli sono previsti in uscita per il 29 novembre:
– Sentieri dell’acqua. Le origini della cartografia e la nuova immagine del mondo della storica Sara Caputo.
Questo saggio inaugura la collana Andante, volta a esplorare la divulgazione scientifica e la saggistica narrativa. Caputo analizza l’evoluzione della cartografia attraverso una lente inedita, focalizzandosi sulle rotte marittime. Dalle prime cartine geografiche tracciate nel XVI secolo dagli imperi marittimi europei, l’autrice traccia una storia delle avventure umane legate alla rappresentazione geografica, raccontando come le rotte sull’acqua siano state determinanti nel plasmare l’idea occidentale di spazio e movimento. Sentieri dell’acqua si configura come una rivoluzione concettuale, che spiega come le mappe non siano semplici descrizioni del reale, ma anche prodotto culturale di un periodo in cui le spedizioni che portavano gloria a capitani e imperatori erano anche storie spesso violenza e sopraffazione.
– Pensa come mangi. Una filosofia globale del cibo di Julian Baggini. Il filosofo e giornalista britannico inaugura la collana Arcipelago che spazia dai grandi nodi della contemporaneità al memoir, alla biografia, al racconto di esperienze notevoli. Il saggio di Baggini si presenta come un manifesto di filosofia globale del cibo, intrecciando natura e cultura.
Baggini parte dalle crisi attuali del settore alimentare per offrire una riflessione su come l’alimentazione e le scelte che la influenzano siano questioni politiche e culturali. Si parla di sostenibilità, impoverimento della biodiversità, monocolture, cronica carenza idrica, epidemie, deforestazione, spreco alimentare, malnutrizione. Sbrogliare una matassa così complessa richiede un ripensamento generale delle nostre pratiche di produzione, approvvigionamento e consumo. Un viaggio tra la dieta dei cacciatori-raccoglitori in Tanzania e le provviste per la Stazione Spaziale Internazionale, dalla carne coltivata in laboratorio al valore simbolico di un piatto di pasta per gli italiani ci guida verso una riconsiderazione del cibo come elemento centrale per il futuro del pianeta.