Tokyo 2020 rimarrà nel cuore di ognuno di noi! Non solo perché legata alla pandemia, ma a renderla unica sono stati i valori che l’hanno caratterizzata. Un’atmosfera strana per l’assenza di pubblico ma piena di solidarietà, voglia di stringersi le mani, allontanare i pensieri negativi, condividere e addirittura donarsi la felicità di un risultato perché si potesse godere insieme di un momento attesi da tempo.
Tokyo 2020 Quante storie da raccontare
Un’atmosfera magica, come magiche sono state le tante storie che hanno animato questa edizione dei giochi. Storie fatte di umiltà, di grandezza d’animo, solidarietà, a conferma che dietro a qualsiasi gesto o entusiasmo si cela un sacrificio ancora più grande. Credo sia arrivato il momento di raccontarle per rendere grande non solo il mero risultato quanto l’umanità di chi lo ha reso possibile.
Tra le tante mi ha colpito il meraviglioso gesto del keniano, campione del mondo, Timoty Cheriyuot sconfitto negli ultimi metri nella gara dei 1500 dal norvegese Jakob Ingebrigtsen. L’atleta ha scelto di donare all’avversario il suo braccialetto porta fortuna in segno di amicizia.
Un’altra grande lezione di come si possa e si debba accettare la sconfitta non credi?
Mi ha colpito l’umiltà di Veronica Desalu, mamma di Fausto Desalu, uno dei velocisti della staffetta 4×100 maschile. La mamma, quando chiamata per un’intervista, ha scelto di onorare il suo impegno come badante perché ritenuto più importante.
Una vita la loro difficile da sempre, arrivati in Italia come profughi nigeriani con la speranza di poter avere una vita migliore. Tanti sacrifici, ore sotto il sole a raccogliere pomodori, notti senza fine per dare sollievo a chi è solo.
Rispetto e dignità valori imprescindibili che fanno di un uomo un vero campione. Credo proprio che, mamma Veronica abbia fatto un buon lavoro, di certo ha contribuito a creare un campione nell’anima.
Tokyo 2020 un oro per curare la mamma
Un’altra grande storia racconta la straordinaria bravura e sensibilità di una giovanissima campionessa di tuffi. Lei si chiama Quan Ongchchan, 14 anni fatti da poco, piccola, esile ma con una forza interiore e un controllo psicomotorio come pochi.
Ha conquistato l’oro dal trampolino dei 10 metri, davanti a grandi campionesse, senza che questo la turbasse più di tanto, così come non le importano i soldi che guadagnerà da questa vittoria. Il suo desiderio più grande è poter finalmente aiutare la mamma molto malata. Chapeau!
Mi ha colpito la determinazione del plurimedagliato tuffatore inglese Tom Daley deciso a difendere il suo matrimonio con il regista Blake e il suo ruolo di padre di una bambina.
“Sono molto orgoglioso di essere un uomo gay e un campione olimpico – Quando ero più giovane non pensavo che avrei mai ottenuto nulla. Essere un campione olimpico ora dimostra che puoi ottenere qualsiasi cosa”
Mi ha fatto sorridere vederlo tifare a bordo vasca mentre creava un porta medaglia con il suo hobby preferito: l’uncinetto! Bravo Tom!
L’abbraccio di Gimbo Tamberi con Barshim è forse il gesto che rimarrà nella memoria sportiva e non solo! Amici prima che avversari. Un sostegno che ha aiutato Gimbo Tamberi a superare la frustrazione per il difficile recupero dall’infortunio di Montecarlo. Poche parole ma dette con il cuore, sono questi gli incontri che cambiano una vita.
“Hai avuto un grosso infortunio, sei già tornato nella Diamond League. Nessuno se lo aspettava, ha detto in modo saggio Barshim, Ma ora devi prenderti il tuo tempo, non aspettarti troppo presto da te stesso. Basta vedere cosa succede”.
Insieme nelle difficoltà, insieme sulla pista, entrambi vincitori ma un solo desiderio: salire su quel podio insieme perché non si vince mai da soli!