Ciao caro iCrewer, hai bisogno di un calmante? Hai dolori particolari? La tua sfera emozionale è scesa sotto il livello di guardia e non vuoi ricorrere sempre ai medicinali? Ti propongo una medicina alternativa.
Ti curo con la poesia
Non è mia l’idea ma di Deborah Alma, scrittrice, poetessa e anche un po’ dottoressa.
La poesia è una forma di comunicazione con la quale si manifestano agli altri momenti di vita vissuta, emozioni provate. La mente sa interpretare le emozioni, sa organizzare le nostre percezioni, sa individuare relazioni, sa costruire schemi e sa muoversi anche al di fuori di essi. Attraverso il linguaggio poetico si impara a poco a poco a conoscere come si è fatti dentro e questo serve per acquisire sicurezza, fiducia in sé stessi e per costruire la propria identità.
Pertanto la nostra poetessa si è dotata di un’ambulanza dei gloriosi anni ’70 e percorre, da nord a sud, le strade della Gran Bretagna ascoltando i suoi pazienti, prescrivendo loro le medicine per l’anima attraverso le sue poesie.
Insomma si comporta esattamente come farebbe un ausiliario che presta soccorso quando viene chiamata con urgenza un’ambulanza! Quando parcheggia il suo mezzo si crea la fila, proprio come nella classica sala d’attesa di un medico. Il suo pronto soccorso consiste nel porre il suo “orecchio” alle parole di chi chiede il aiuto; al posto del farmaco lei dispensa “versi di poesia”.
Per ognuno dei suoi pazienti trova sempre la poesia giusta e adatta per ogni sintomo; e se non si riesce ad ottenere il consulto, oppure il sintomo è un po’ particolare, agisce esattamente come il medico della mutua, offre il “poemcetamols” una sorta di paracetamolo poetico, che cura tutti i mali: “pillole di poesia”, da prendere con calma durante un momento di pace e relax.
In una intervista a La Stampa la scrittrice ha spiegato in cosa consiste il suo lavoro: “Formulo domande in grado di evocare zone belle e tranquille della mente. Citando il poeta irlandese Yeats, per esempio, chiedo di descrivermi la stanza ideale per quando saranno “vecchi, grigi, sonnolenti, col capo tentennante accanto al fuoco”, entrando in empatia con loro e offrendo così un canale per sognare e aprirsi senza inibizioni. In questo confronto faccio una sorta di radiografia di chi ho davanti a me: chi è, cosa pensa, quali sono le sue abitudini, cosa lo rende felice e infelice, quanto è abituato a rilassarsi o a prendersi cura di sé. Poi, una volta individuati i sintomi, cerco la poesia più adatta tra le oltre 300 che conservo nel mio archivio”.
La sua ambulanza ha tutto ciò che occorre, esattamente come quella di pronto soccorso, sebbene differisca solo per un piccolo particolare: ci sono raccolte di poesie al posto dell’ossigeno, dello stetoscopio, del defibrillatore.
Qual è la molla che ha fatto nascere in Deborah Alma questo nuovo metodo di cura? Nella stessa intervista afferma che le è sempre piaciuto scrivere, era il suo desiderio sin da bambina, ma una volta cresciuta la vita non le ha consentito di potersi dedicare al suo sogno come sperava; fino a quando ha capito che la poesia, a differenza del romanzo, era qualcosa di immediato e che poteva crearlo negli spazi ridotti delle sue giornate. Da lì il passo è stato breve. Ha cominciato a lavorare con persone affette da demenza senile e con i bambini nelle scuole primarie, constatando che il benessere derivante da questo metodo “era dare le parole giuste dette o lette al momento giusto”.
E’ nata così “Emergency poet“
Nel suo “vagabondare” ha incontrato tanti pazienti, il cui comune denominatore è la solitudine, persone che hanno bisogno di sfogarsi, confidarsi con qualcuno di cui fidarsi e a cui affidarsi. Le poesie, per le loro rime, assonanze, schemi ritmici, oralità hanno un effetto emotivo come la musica; e poi leggere poesie non fa bene solo al cervello ma anche al cuore, in particolar modo nelle donne in attesa; è stato dimostrato come ascoltare la declamazione di un brano faccia aumentare il battito cardiaco del feto.
Eccoti una ricetta facile facile che potrai mettere in atto in qualsiasi momento, ma in particolare modo quando avrai bisogno di spezzare la frenesia, la freddezza della vita moderna: fermati per 10 minuti, nel silenzio della tua stanza o a contatto della natura, accompagnato da suoni rilassanti o naturali, luci soffuse e fatti leggere, o leggi ad alta voce, questa poesia di Séamus Heaney
“Poscritto”
“E trovare il tempo a volte di andare in auto a Ovest,
Nel Clare, lungo la Flaggy Shore,
A settembre oppure ottobre, quando il vento
E la luce si contrastano
Così che da una parte l’oceano è pazzo
Di schiuma e di bagliori, mentre all’interno tra le pietre
La superficie di un lago grigio ardesia è illuminata
Dal lampo terreno di uno stormo di cigni
Le piume arruffate e mosse, bianco su bianco
Le teste adulte e testarde
Chine o affioranti o indaffarate sott’acqua.
Inutile pensare di parcheggiare e di afferrarlo
Meglio. Non sei né qui né là,
Nel premere e passare di cose estranee e note
Mentre soffici e forti raffiche prendono l’auto di traverso
E colgono il cuore alla sprovvista, e lo spalancano.”
sono certa che il tuo umore, qualunque esso sia, ne trarrà giovamento e ti sentirai più leggero.
Ma se hai bisogno di un buon ricostituente allora la dott.ssa/poetessa Deborah Alma consiglia:
Agio di William Henry Davies
“Cos’è questa vita se, pieni di preoccupazioni,
Non abbiamo il tempo di fermarci ad osservare.
Non il tempo di fermarci sotto i rami
Ed osservare a lungo come le pecore o le mucche.
Non il tempo di vedere, quando passiamo nei boschi,
Dove gli scoiattoli nascondono le noccioline nell’erba.
Non il tempo di vedere, alla luce del giorno,
Ruscelli pieni di stelle come cieli di notte.
Non il tempo di volgere lo sguardo alla bellezza
Ed osservare i suoi piedi danzare.
Non il tempo di spettare che la sua bocca arricchisca
Il sorriso che i suoi occhi hanno cominciato.
Povera vita è mai questa se, piena di preoccupazioni,
Non abbiamo il tempo di fermarci ad osservare.”
Sei malato d’amore? Ecco la cura giusta, grazie ad una poesia di Derek Walcott:
“Amore dopo Amore”
“Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro
e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato
per tutta la tua vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. È festa: la tua vita è in tavola. “
A quanto pare, anche senza sapere che cosa è la poesia, il nostro cervello e il nostro cuore la sanno riconoscere e ne traggono benessere. E come se non bastassero questi lati positivi, aggiungici anche che leggere poesie aiuta la memoria, rinforza la proprietà lessicale e risveglia aree del cervello legate all’autobiografia e alle emozioni.
Non è poca cosa! E allora caro iCrewer buttiamoci a capofitto in questa nuova forma di medicina dolce e diamo una bella sferzata a questa vita che complichiamo ogni giorno.
In Italia esiste qualcosa di simile? Che cura?