Caro Lettore oggi nel caffè letterario motivazionale voglio parlarti della mia sfida di questo mese: leggere un libro di un genere totalmente diverso da quello che normalmente leggo.
Ho scelto Shirley Jackson con L’incubo di Hill House, un romanzo gotico che è diventato anche una serie televisiva di Netflix: The Haunting of Hill House, a cura di Mike Flanagan.
Shirley Jackson ha avuto una vita molto silenziosa, in silenzio ha lavorato alle sue storie, raccontando a suo modo ciò che le premeva dentro. Stephen King nel romanzo L’incendiaria le ha scritto anche una dedica:“A Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce”.
Shirley Jackson
Successivamente divenne atea, mantenendo un grande interesse per il soprannaturale, la magia e anche la stregoneria.
Shirley ebbe sempre rapporti molto conflittuali e dolorosi con la madre Geraldine, che le rimproverò per tutta la vita i suoi modi informali, l’aspetto trasandato e la non conformità agli stereotipi del tempo.
Scrivere era per lei l’unico modo per non farsi travolgere dalla realtà.
Studiò giornalismo e letteratura alla Syracuse University dove incontrò Stanley Hyman, critico letterario, recensore su The New Yorker e docente universitario, che divenne poi suo marito.
Stanley Hyman era assolutamente assente nella vita domestica e Shirley, madre di quattro figli, era una casalinga molto impegnata. Faceva molta fatica a ritagliarsi momenti liberi per scrivere ma ci riuscì comunque e presto cominciò a guadagnare ben più del marito.
Era mamma, moglie, casalinga, scrittrice: tutti i sacrifici, le ansie, le frustrazioni, anche a causa dell’infedeltà del marito, la portarono a soffrire di agorafobia e abusare di alcol e farmaci, fino alla morte prematura a soli quarantotto anni.
Gran parte delle storie di questa autrice si sviluppano intorno al tema della famiglia, la casa, che sono rappresentate come strutture chiuse, claustrofobiche. La casa diviene spesso una vera e propria prigione per i suoi personaggi, come succede in:
L’incubo di Hill House:
“Nessun organismo vivente può mantenersi a lungo sano di mente in condizioni di assoluta realtà; perfino le allodole e le cavallette sognano, a detta di alcuni. Hill House, che sana non era, si ergeva sola contro le sue colline, chiusa intorno al buio; si ergeva così da ottant’anni e avrebbe potuto continuare per altri ottanta. Dentro, i muri salivano dritti, i mattoni si univano con precisione, i pavimenti erano solidi, e le porte diligentemente chiuse; il silenzio si stendeva uniforme contro il legno e la pietra di Hill House, e qualunque cosa si muovesse lì dentro, si muoveva sola.”
La protagonista Eleonor Vance ha trentadue anni e ha passato tutta la sua vita adulta a prendersi cura della madre inferma senza mai conoscere la felicità. Viene invitata dal dottor Montague ad unirsi ad un gruppo di ricercatori a Hill House, una casa con un passato di catastrofi e sfortune, e lei coglie al volo l’occasione.
Chiunque abbia visto qualche film del terrore con al centro una costruzione abitata da sinistre presenze si sarà trovato a chiedersi almeno una volta perché le vittime di turno non optino, prima che sia troppo tardi, per la soluzione più semplice – e cioè non escano dalla stessa porta dalla quale sono entrati, allontanandosi senza voltarsi indietro. A tale domanda, meno oziosa di quanto potrebbe parere, questo romanzo fornisce una risposta.
Non è infatti la fragile e indifesa Eleanor Vance a scegliere la Casa, prolungando l’esperimento paranormale in cui l’ha coinvolta l’inquietante professor Montague. E la Casa – con le sue torrette buie, le sue porte che sembrano aprirsi da sole – a scegliere, per sempre, Eleanor Vance.
Shirley Jackson attraverso la sua scrittura ha espresso il suo disagio. Non è riuscita a ribellarsi alle angherie della madre né alla vita che si è costretta a condurre accanto ad un marito insensibile, ma il suo può essere letto come un monito. I suoi libri raccontano le donne del suo tempo, la casa è come il corpo della donna: può diventare una prigione. Le sue protagoniste sono per la maggior parte donne inadeguate che cercano il consenso, l’amore dell’uomo.
La sfida con me stessa che ho deciso di intraprendere per invogliarmi a leggere altri generi mi ha aperto un nuovo mondo e volevo condividerlo con te, spero di sia d’ispirazione. Come sempre buona lettura!