In quanti oggi possiedono una bicicletta? Quanti adorano pedalare? Le due ruote sono apprezzate in egual misura da entrambi i sessi?
Torniamo un attimo indietro.
La bicicletta è nata in Francia a fine ‘700
e il suo utilizzo si è diffuso man mano in tutto il mondo anche se in maniera diversa. Ha sempre coinvolto tutti, grandi e piccini, donne e uomini, giovani e anziani e vi sono paesi come l’Olanda in cui primeggia come mezzo di trasporto.
Ad Amsterdam, ad esempio, vi sono 400 km di piste ciclabili e circolano 800 mila biciclette e 260 mila auto. La bici è dunque parte di una mentalità, una cultura, uno stile di vita e non viene utilizzata solo come mezzo sportivo per mantenersi in allenamento ma anche per andare a scuola, a lavoro e a fare la spesa.
Cosa che però non avviene in paesi come Italia e Stati Uniti, dove non si è attrezzati abbastanza e a pedalare sono soprattutto gli uomini in quanto le donne evitano per paura di incidenti che in questi luoghi sono abbastanza frequenti.
Del resto il binomio donna-bicicletta in passato è stato fortemente contrastato. Storia sociale della bicicletta di Stefano Pivato (Il Mulino, Ottobre 2019), ad esempio, offre delle delucidazioni a riguardo. L’autore fa notare come l’utilizzo delle due ruote da parte della donna fosse condannato in quanto non solo durante la pedalata si scoprivano troppo le gambe ma si rendeva la donna troppo indipendente. Con una bici infatti, una donna poteva andare ovunque da sola senza essere accompagnata da un uomo.
Anche i medici erano contrari in quanto, secondo la loro opinione, le bici potenziavano in maniera eccessiva i muscoli degli arti inferiori mettendo addirittura a rischio la possibilità di avere una gravidanza. Inoltre, la sella avrebbe potuto creare occasionali eccitamenti sessuali rendendo la donna colpevole di azione immorale, impura. Per questo motivo i sacerdoti consideravano le donne che osavano pedalare come ribelli, non fedeli a Dio e ai sani e buoni principi.
“Che il buon Signore ci salvi da tempesta e da saetta e da donne in bicicletta” scrisse don Dario Flori, autore di versi contro la modernità del XX sec.
Oggi le discriminazioni ovviamente sono superate. Le donne in bici non godono più di pessima reputazione, eppure vi sono paesi musulmani in cui è sconsigliato farlo e in altri è addirittura proibito per legge. A proposito di ciò, è divenuta famosa Bushra Al-Fusail, una fotografa 30enne yemenita che ha convinto le sue connazionali a pedalare in una manifestazione per le strade di Sana’a.
Ci sono poi altri personaggi femminili che nella storia si sono distinti per azioni degne di stima e considerazione. Basti pensare ad Alfonsina Strada, l’unica donna che ha partecipato al Giro d’Italia maschile arrivando 30esima oppure a Annie Londonderry Kopchovsky, la prima donna che ha fatto il giro del mondo in bicicletta.