In uscita, dal 14 giugno, il nuovo romanzo della scrittrice Claudia Apablaza intitolato Storia della mia lingua: il racconto di una sfida per l’autrice appena emigrata in Spagna, dove si confronta con lo straniamento di una lingua, lo spagnolo, che in Europa assume una forma ben diversa da quella con cui è abituata a esprimersi in America.
E mentre la figlia si integra presto nel nuovo ambiente, Claudia si ferisce le labbra con il metallo dell’apparecchio, si copre la bocca, ammutolisce, porta scompiglio negli scambi quotidiani nel tentativo di adattarsi alle nuove regole: diventa presto, cioè, la colonizzatrice di se stessa.
Un estratto e la trama di Storia della mia lingua di Claudia Apablaza
La donna del libro si adatta al nuovo spazio che si trova ad abitare, la sua bocca si adatta a sua volta all’apparecchio per i denti che le viene prescritto dall’odontoiatra: le costrizioni e le soluzioni della lingua, tra langue e parole, tra i denti e il palato, la sua genealogia e la sua eredità, diventano centro e metafora dell’esperienza della protagonista di Storia della mia lingua, pubblicato da Edicola Edizioni.
Scoppiamo a ridere e, come sempre quando rido, apro la bocca in maniera sconsiderata, come se la mandibola stesse per slogarsi. Di sicuro, durante quella risata, chi mi sta di fronte vede la mia lingua muoversi da un lato all’altro, indomabile.
Ecco la sinossi del libro:
La protagonista di “Storia della mia lingua” è una giovane donna che lavora nel mondo letterario e che da poco si è trasferita in Spagna da un paese del Sud America insieme al marito e alla figlia. Lo studio dentistico a cui si rivolge le dice che i suoi problemi odontoiatrici dipendono da un modo sbagliato di usare la lingua e le suggerisce di imparare una maniera nuova, diversa e controllata, di muoverla.
Da questo invito nascono i testi-satellite di cui si compone l’ultimo libro della scrittrice cilena Claudia Apablaza: ricordi d’infanzia, letture, sessioni di psicoanalisi, episodi di vita quotidiana, ossessioni e riflessioni su scrittura, maternità e migrazione, che insieme formano una luminosa costellazione attorno al pianeta-lingua nelle sue diverse accezioni, non solo organo fisico di deglutizione e masticazione, ma anche simbolo di libertà espressiva e insieme di potenziale incomunicabilità.
L’autrice Claudia Apablaza
Claudia Apablaza (Cile, 1978) ha scritto romanzi e raccolte di racconti tradotti in inglese, francese, portoghese, russo, tedesco e italiano.
Tutti pensano che sia un fachiro (2013) è stato pubblicato in Italia da Edicola Edizioni.
Dirige la casa editrice indipendente Los libros de la Mujer Rota e risiede a Madrid.