Da grandissima appassionata di Stephen King, che senza tanti indugi reputo il mio scrittore preferito, c’è una cosa che mi sono sempre chiesta: ma come avrà fatto a pubblicare così tanti romanzi? E per di più tutti belli? Se si pensa poi che agli inizi non si dedicava a tempo pieno alla scrittura, ma contemporaneamente insegnava, risulta ancora più incredibile. La spiegazione che ci ha fornito, grazie alle divertenti prefazioni che aprono ogni suo libro, è che soffre d’insonnia e la notte, cercando invano di prendere sonno, inventa storie su storie, per poi riportarle su carta il giorno dopo. Il 10 settembre di quest’anno era uscito un suo nuovo romanzo, L’Istituto, che come sempre è stato accolto con enorme entusiasmo da pubblico e critica, ma Stephen King non ha certo intenzione di fermarsi: con l’uscita di questa nuova antologia di racconti, If It Bleeds, il maestro dell’orrore arriverà al suo sessantaduesimo libro (se non vogliamo contare le collaborazioni)!
Anche se ho sempre preferito i romanzi e non sono mai riuscita ad apprezzare appieno i racconti, devo dire che quelli di King sono un’eccezione. E’ stato con Al crepuscolo, raccolta di racconti uscita nel 2008, che mi sono avvicinata allo scrittore per la prima volta e, lettura dopo lettura, me ne sono innamorata perdutamente. Proprio come succede con i suoi romanzi, King ci cattura fin dalla prima riga e, in poche pagine, riesce a tirar fuori storie ricche di suspense, capaci di farci rabbrividire d’angoscia. Se nei suoi libri King spesso si dilunga fino ad arrivare a tomi di 2000 pagine, nei racconti, come è ovvio che sia, rimane essenziale e, proprio per questo, riesce a fare più paura. Segnalo in particolare un racconto di Al crepuscolo, N., che mi ha tenuto sveglia per un po’ e che ogni tanto mi torna in mente, facendomi salire un brivido lungo la schiena.