A 25 anni dalla scomparsa, Furio Zara, ricorda Ayrton Senna!
I memoriali di alcuni anni fa lo definiscono un “pensiero che non va via, un patrimonio prezioso, una bellissima malinconia per chi fotografa le cose e le scrive”. Anche i vari campioni, dopo di lui, incapaci di raccogliere la sua eredità, hanno pagato e pagano ancora il prezzo della sua assenza e di un paragone rimasto inalterato nel tempo, “consapevoli di correre davanti ad un pubblico, nonostante tutto, innamorato di un fantasma”.
“Erano tutti costretti a subire un confronto continuo, come un ombra infinita anche dopo la sua morte, e questo lo ha trasformato in una leggenda” scrivevano…
Pensieri forti ma semplicemente veri, usciti dalla pena di coloro che, ai bordi di ogni pista, lo hanno visto sfrecciare a 320 km all’ora, perchè, diceva “vogliamo vincere e c’è soltanto un posto per la vittoria, solo uno può vincere” e la sua assenza scuote ancora le coscienze di chi ha partecipato ad un processo rimasto senza condanne e dove tutto è rimasto irrisolto.
Ci sono piloti che vincono, altri che restano nella storia” scrive il giornalista, “Ma c’è un solo pilota che nel ricordo fa ancora battere il cuore. Ayrton Senna è stato l’ultimo mito di un’era romantica e sentimentale. Era un sognatore, dei sognatori aveva l’ingenuità e la ferocia. Reggeva l’aura del predestinato, serbava la malinconia dell’eroe solitario, coltivava il fascino irresistibile di chi è di tutti senza appartenere a nessuno, offriva il profilo al destino che si stava compiendo. Tornare a raccontarlo oggi” scrive Zara “significa tornare a recitare un atto di fede nel campione, nell’uomo, nel suo spezzato.”
Nel suo libro L’ultima curva, Zara ripercorre la vita di Senna attraverso i luoghi che lo ricordano, dalla statua in un parco di Imola, agli articoli di cronaca dell’epoca, ai momenti strappati ai bordi delle piste prima di una partenza. Delle storie vissute nei primi anni della sua carriera, ricorda la ricerca della solitudine per esorcizzare le tensioni prima di una gara, i momenti suggestivi della sua vita privata, la sua generosità d’animo, la Bibbia che portava sempre con se; ricostruisce i gesti che hanno reso un uomo, in fondo semplice e sensibile, una leggenda che ha trasformato un grande campione in un sogno.
Zara è giornalista del «Corriere dello Sport», segue le più importanti manifestazioni sportive, tra cui Mondiali, Europei e Olimpiadi. Ha vinto, tra gli altri, i premi Beppe Viola, Coni e Ussi. Tra i suoi libri ricordiamo “Bidoni”, “Gamba tesa”, “Tutti gli uomini che hanno fatto grande l’Inter” e “1982, Un’estate, un Mondiale, una promessa di felicità”; ha collaborato al Dizionario del calcio italiano.