Anna Muzychuk è una giovane ragazza ucraina, dal volto angelico e il portamento fiero almeno questa è stata la prima sensazione che ho provato guardando una delle sue foto. Poi ho letto l’articolo che la accompagnava e ho scoperto che la dolcissima Anna, 28 anni e occhioni azzurri e profondi, è una grande anzi grandissima campionessa di scacchi.
Alla faccia dello sguardo angelico! In effetti, guardarla davanti alla scacchiera è tutta un’altra cosa, è come se, prima di qualsiasi mossa, cadesse in una specie di trance, una concentrazione soprannaturale degna della più collaudata medium.
Anna Muzychuk come si diventa una campionessa di scacchi
Scherzi a parte, Anna ha un passato scintillante illuminato da riconoscimenti, medaglie e titoli iridati. Nel 2004 gioca per la Slovenia alle olimpiadi di scacchi, nel 2012 diventa Gran Maestro, la più alta onorificenza per un giocatore per non contare gli europei vinti e i mondiali conquistati.
Dando per scontato la difficoltà del gioco e con un palmares di questo genere mi viene spontaneo pensare che dall’altra parte della scacchiera ci sia un vero e proprio fenomeno. Che sia difficile è noto ma anche il gioco degli scacchi ha il suo fascino. Ti riporto le regole (per non sbagliare ovviamente!).
1) La partita di scacchi si gioca tra due avversari che muovono i propri pezzi su una tavola quadrata detta ‘scacchiera’. Il giocatore che ha i pezzi di colore chiaro (Bianco) esegue la prima mossa; quindi i giocatori muovono alternativamente, con il giocatore che ha i pezzi di colore scuro (Nero) che esegue la mossa successiva.
2) L’obiettivo di ciascun giocatore è porre il Re avversario ‘sotto attacco’ in maniera tale che l’avversario non abbia più alcuna mossa legale. Il giocatore che raggiunge questo risultato è detto aver dato ‘scaccomatto’ al Re avversario ed ha vinto la partita.
3) Non è consentito lasciare il proprio Re sotto attacco, esporre il proprio Re all’attacco e nemmeno ‘catturare’ il Re avversario. L’avversario il cui Re sia stato posto in scaccomatto ha perso la partita.
4) Se la posizione è tale che nessuno dei due giocatori possa in alcun modo dare scaccomatto al Re avversario, la partita è patta.
E questo è solo l’inizio! Al di là delle naturali attitudini, per emergere in questo gioco, ci vogliono capacità strategiche, concentrazione, memoria, capacità di valutazione, uso efficace dei dati e tanto tanto allenamento. Insomma per diventare un campione il percorso è lungo e complicato ma se hai due genitori come quelli di Anna il problema è risolto!
Anna Muzychuk i successi e il titolo mondiale
Per papà e mamma Muzychuk, istruttori onorari dell’Ucraina, è stato naturale insegnare fin da piccole, ad Anna e alla sorella, le basi del gioco. Nel 1999 partecipano alle prime gare organizzate nella scuola elementare per bambini fino ai 10anni. La carriera di Anna e quella di Marja decollano intersecandosi a fasi alterne tra successi e tante soddisfazioni.
Anna per esempio, dal 2003 al 2010 conquista due campionati ucraini, un campionato mondiale under 16 e un mondiale juniores. Nel 2014 conquista la medaglia d’oro al campionato mondiale lampo femminile (con un tempo a disposizione di ciascun giocatore di cinque minuti o inferiore per tutta la partita).
Dopo due anni vince il premio per la miglior giocatrice donna all‘Open magistrale a Gibilterra e a settembre dello stesso anno gioca le Olimpiadi scacchistiche femminili con la squadra dell’Ucraina dove conquista, oltre alla medaglia di bronzo a squadre, la medaglia d’oro individuale. A dicembre a Doha vince il campionato del mondo.
Anche Marja non è da meno. A soli 10 anni vince la medaglia d’oro del campionato europeo femminile e il campionato del mondo, nel 2007 riceve il titolo di Gran Maestro femminile e in seguito di Maestro internazionale. Dal 2008 al 2012 è tra le dieci migliori giocatrici del mondo e nel 2015 vince il campionato mondiale.
Anna Muzychuk protesta e rinuncia al mondiale in Arabia Saudita
Per le due sorelle ma soprattutto per Anna sarebbe facile ripresentarsi nel 2017 al Rapid and Blitz Chess Championship di Riad, in Arabia Saudita, per vincere i titoli mondiali e un montepremi da capogiro messo in palio da principe ereditario Mohammed Bin Salman.
A febbraio Anna, al contrario di altre colleghe, accettò di mettersi il velo e di partecipare ai mondiali di scacchi in Iran, vincendoli, con un leggero hijab in testa. Forse è per questo che la sua presenza è data per scontata. Oltre al titolo di Gram Maestro è infatti campionessa mondiale sia nella specialità degli scacchi “blitz” (le partite hanno una durata massima di dieci minuti) che nel “gioco rapido” (le partite possono durare fino a un’ora). Per lei sarebbe un gioco da ragazzi ma all’ultimo momento Anna decide di non partecipare rinunciando a due medaglie d’oro praticamente sicure.
Lo spiega lei, senza timori, e sono parole che pesano come macigni,
Tra pochi giorni perderò due titoli del campionato del mondo, uno dopo l’altro. Ho deciso di non andare in Arabia Saudita. Per non giocare secondo le regole di qualcun altro, per non indossare l’abaya (un lungo vestito che copre per intero il corpo della donna, ndr), per non essere necessariamente scortata quando sono fuori, per non sentirmi una creatura di seconda categoria.
Anna non è sola nella scelta, anche Marja sceglie di non partecipare al torneo per non soccombere alla regola che costringe le donne a gareggiare indossando l’abaya, un lenzuolo nero che copre le donne arabe dalla testa ai piedi. Niente gara niente premio, ma ad Anna poco importa! La sua è una scelta che va oltre la mera competizione.
È una aperta rinuncia per non voler essere considerata un essere inferiore e rispetto verso le donne arabe, ancora oggi, costrette a sottostare al volere dell’uomo, camminare per strada accompagnate da qualcuno, a non poter guidare l’auto, né entrare in un cinema o assistere ad un evento sportivo.
Puoi immaginare quanto l’assenza della campionessa mondiale possa aver smosso le acque più che le coscienze. La Federazione mondiale raggiunse compromessi con gli organizzatori arabi: far vestire le giocatrici con abiti abbottonati fino al collo, ma nulla di più. Anna non accetta nessun compromesso, una scelta che con la sorella, paga con l’indifferenza generale. Si è preferito ignorare il messaggio piuttosto che dargli il giusto valore, ma Anna Muzychuk le idee le ha sempre avute ben chiare,
Ho rinunciato a un guadagno superiore a quello che potrebbero darmi 12 eventi simili. Una presa di posizione per far valere i principi in cui crediamo. […] La cosa più terribile è che a nessuno interessi”
Sono passati tre anni da quell’episodio ma la situazione non è cambiata. La speranza è che si trovi il coraggio di seguire l’esempio di Anna, convinta che perdere qualche volta porta a grandi vittorie.
Ne approfitto per segnalarti La regina di scacchi, un bel romanzo di Walter Tevis, edito da Mondadori.