Il karate alle olimpiadi del 2020
Era il mese di agosto del 2016 quando abbiamo saputo che, finalmente, il karate avrebbe debuttato alle olimpiadi di Tokyo 2020! Un traguardo raggiunto dopo tanti anni dalla WFK, la federazione mondiale Karate. Altre discipline quali il judo, la lotta libera e il taekwondo si erano già imposte nelle competizioni olimpiche: mancava solo il karate.
Quali saranno le competizioni che potremo vedere e per le quali gli atleti italiani si stanno qualificando presenti alle Olimpiadi di Tokyo 2020? Ci saranno le gare di kumite (combattimento) per tre categorie di peso e una gara per il kata (esercizio individuale e di gruppo) entrambe sia maschile che femminile. Ad ogni categoria prenderanno parte 10 atleti (un atleta giapponese e un karateka con wild card), mentre gli altri 8 saranno qualificati in base ad un ranking, che tiene conto di Campionati mondiali, tornei continentali, oltre che di alcune gare che permetteranno di guadagnare punti.
Virtualmente, a oggi quattro atleti italiani, tra cui Luigi Busà con un’ottima vittoria europea, sono già qualificati.
Ma veniamo al perchè di quest’articolo. La storia del karate è molto antica e ha origine dalle arti marziali che si praticavano nella zona di Okinawa nei secoli scorsi. Si trattava di arti marziali che univano tradizioni locali con quelle cinesi e con quelle di alcune zone del Giappone. Il karate ha cominciato a diffondersi in maniera massiva già all’inizio del XX secolo, ancora più in particolare dopo la seconda guerra mondiale. La storia di questa disciplina, perchè più che di sport parliamo di disciplina e di educazione, è stata trattata da moltissimi autori orientali, sia dal punto di vista più tecnico che da quello “filosofico”, perchè il karate insegna uno stile di vita.
La prodigiosa ascesa del karate, dalle oscure e segrete tecniche di autodifesa okinawensi a una delle più ammirate e universalmente riconosciute arti marziali giapponesi, può essere attribuita a un solo uomo: Gichin Funakoshi, il padre del karate moderno. Le origini del karate restano avvolte nel mistero, ma Funakoshi lavorò instancabilmente tutta la vita per diffondere il suo messaggio di spiritualità e l’idea di “vincere senza combattere”. E oggi il karate vanta appassionati praticanti in tutto il mondo. In “Il sogno del karate”, Funakoshi crea una vera e propria narrativa del karate moderno, partendo dalle sue origini, attingendo da un’enorme conoscenza personale e dalle sue innumerevoli esperienze, per arrivare alla sua vera essenza. In queste pagine, traccia un quadro affascinante dell’arte marziale, attraverso i ricordi della sua formazione fin dall’infanzia e le storie di molti maestri, spiega la filosofìa del karate e rivela il motivo per cui i grandi artisti marziali migliorino invecchiando. Questo importante testo è accompagnato dalla prefazione di Hirokazu Kanazawa, uno degli allievi diretti che furono più vicini a Funakoshi, che ricorda con affetto il suo vecchio maestro con aneddoti poco conosciuti, che fanno luce sulla fama leggendaria di Funakoshi. Un libro che regala una prospettiva sulla storia dell’arte marziale, vista attraverso gli occhi del più grande “maestro”. Leggendo queste pagine, qualunque praticante potrà comprendere e fare proprio il grande sogno di Funakoshi. Prefazioni di Bruno Ballardini e Hirokazu Kanazawa. Postfazione di Gisho Funakoshi.