Ti presento Daniele Cassioli, campione mondiale ipovedente di sci nautico.
Devo ringraziare le mie retine. Se vedessi non so se sarei migliore».
Che un ragazzo completamente cieco affidi alla sua menomazione il merito di essere diventato ciò che è, ha dell’incredibile. Daniele Cassioli è così, forte, saggio, non che lo abbia conosciuto sia chiaro ma a parlare per lui ci sono le sue interviste, le sue dichiarazioni ma soprattutto la storia della sua vita. Questa potenza della natura, di origine romana, ha 32 anni, vive a Gallarate, in provincia di Varese, alle spalle un bagaglio di esperienze per nulla facili ma soprattutto, e questo lo rende ancora più unico, per una patologia molto seria alla nascita, i suoi occhi non hanno mai potuto vedere la luce.
Ho pensato, ma Daniele, fuori dalle gare, cosa fa? Di tutto di più, nel tempo libero fa il fisioterapista, adora la musica, suona il piano con risultati brillanti oltre ad essere un deejay conteso dai migliori locali della Lombardia. Quando gli si chiede come è possibile tutto questo lui risponde «Quando guardi oltre tutto è possibile», lo dice lui che non vede.
Come ti ho anticipato all’inizio, Daniele è cieco dalla nascita ma questo non ha fermato i suoi genitori, in qualche modo decisi a tentare di tutto e in qualsiasi modo per restituire la vista al figlio, perfino sedute da aspiranti “santoni” che promettevano guarigioni miracolose.
“Non è accaduto niente e ho deciso che dalla mia condizione sarebbe uscito qualcosa di buono, non sarei rimasto fermo a disperarmi”! “Certo”, ricorda, “da piccolo ho avuto un po’ di problemi, come tutti i miei compagni amavo già lo sport, il calcio in particolare però quando a scuola gli adulti dividevano da una parte i bambini “normali” che avrebbero giocato la partita, dall’altra quelli “non normali”, io soffrivo. Volevo avere anch’io la borsa che profumava dell’ erba del campo e stare in una squadra vera”
Gli dice di no anche l’università per diventare fisioterapista, impostata su lezioni in video che per lui erano improponibile, Daniele ritenta, riesce ad iscriversi da un’altra parte e si laurea, “in fondo la tecnologia ha fatto passi da gigante”, ammette, «nel telefonino c’è una vocina sexy che mi legge i messaggi scritti che altrimenti non potrei vedere, quando do il comando vocale fa i numeri, e poi il sistema Braille è uno strumento fondamentale per me».
All’età di tre anni inizia a praticare nuoto e successivamente karate, e nel 1994 la prima esperienza sugli sci insieme al Gruppo Verbanese Sciatori Ciechi, che considera ancora “una magnifica palestra di vita”.
Vedendolo volare sull’acqua, gli dicono che ha la stoffa per diventare un campione e lui non si tira indietro crede nelle sue possibilità, l’entusiasmo nell’affrontare la vita e il coraggio di superare le barriere. Daniele cresce nella consapevolezza che non bisogna disperarsi, si affida ai consigli, della famiglia, del fratello, si butta, fa nuove esperienze, si allena, costruisce atleticamente il suo corpo con sacrificio , fa nuovi incontri a cominciare da Francesco Totti (Daniele è romanista), il Parma Calcio, il Bologna, per tutti e’ l’esempio da seguire. Fonda la Sestero Onlus per promuovere l’attività motoria e sportiva per le persone con disabilità, perché…
«lo sport è essenziale», ripete il campione, «fin dalla tenera età. Certi bimbi oggi non sanno neppure andare in bicicletta e in classe fanno sempre meno ginnastica. Ecco, io vorrei dire ai genitori e agli insegnanti: meno playstation, più movimento, si utilizzi lo sport per superare l’handicap e le discriminazioni. E poi», aggiunge, «bisogna puntare sulla fiducia nel prossimo. Io, nella condizione in cui sono, mi fido ciecamente degli altri».
Lo sport diventa “l’amico con cui condividere i suoi momenti più importanti” come ci racconta nella sua biografia sportiva…
La mia avventura con lo sci nautico è cominciata nell’estate del 95 partecipando nella categoria V1 Vision Impaired. A 10 anni sono entrato a far parte della squadra nazionale italiana paralimpica di sci nautico e dal 98 ho iniziato le gare internazionali. Nel 1998, al mio esordio agli Europei in Giordania, ho conquistato, nello slalom, la medaglia d’argento, fino a raggiungere 25 titoli mondiali, 25 europei e 39 italiani ma gareggio in ogni specialità dello sci nautico: slalom, figure e salto, e le medaglie hanno un solo colore.
Allo sport Daniele dedica tutto, “è stato il primo a trattarmi come Daniele che sa fare e non come Daniele che non sa vedere.” dice in una citazione personale, un motivo in più per dedicargli anche un libro Il vento contro. Quando guardi oltre tutto è possibile edito da De Agostini, nel quale ha inserito una lettera d’amore allo sport.
Questa è la storia di un ragazzo molto speciale. Ma è anche la storia di un ragazzo come tutti gli altri, che deve crescere e imparare ad accettarsi così com’è, ad aprirsi e a farsi voler bene, a superare i momenti difficili e ad apprezzare la meraviglia di ogni giorno. E scoprire che, a volte, avere il vento contro è proprio quella condizione ideale che ti fa venire voglia di volare. Questo ragazzo si chiama Daniele, ed è cieco dalla nascita. La sua eccezionale vitalità, però, lo spinge da sempre ad affrontare ogni situazione con slancio e curiosità, e in particolare a dedicarsi allo sport con tutto se stesso. Grazie allo sci nautico, Daniele non ha solo trovato una dimensione di completa ed esaltante libertà, ma ha scoperto di avere la stoffa dell’autentico campione, diventando il più forte sciatore paralimpico di tutti i tempi. Ma la sua storia non è fatta solo di allenamenti, sudore, cadute e trionfi: ci sono l’amicizia, lo studio, l’amore, la musica… Con disarmante leggerezza e candore, Daniele ci porta oltre: oltre la vista, perché c’è molto altro da scoprire, anche se chi vede è portato a credere che ogni esperienza passi attraverso gli occhi; oltre la paura, perché per migliorarsi non bisogna allenare solo i propri punti di forza, ma anche i propri punti deboli, ciò in cui ci si sente insicuri e fragili. E, naturalmente, oltre la paura del diverso, perché solo grazie alle differenze possiamo arricchirci ogni giorno di più.
Il libro tratta i temi quotidiani, dalla vita di coppia alla paura di non essere all’ altezza, Daniele ne parla con i ragazzi delle scuole o nei laboratori personalizzati di team building sui temi come motivazione, collaborazione e fiducia. Non mi sorprendo nel leggere che nel 2018 è stato anche insignito della medaglia d’oro al valore atletico dal CIP (Comitato Italiano Paralimpico) del quale è ambasciatore.
Cosa posso dirti di più di questo ragazzo straordinario e fuori dal comune? Credo che l’ultima parola spetti proprio a lui…
“La forza necessaria per superare i nostri limiti è già dentro di noi. L’importante è non perdere di vista l’obiettivo finale. Ho imparato che quando tocchi il fondo ti conosci meglio, dopo. Soprattutto, ho capito una cosa: vincere non è solo raggiungere un traguardo, è anche liberarsi di un ostacolo che ti blocca la rotta. Vincere può voler dire ritrovare te stesso e volerti bene così come sei”
Meditate gente, meditate… Io chiudo consigliandoti di comprare il libro di Daniele, ti aiuterà a vivere meglio e vedere le cose nella giusta prospettiva.