Caro Lettore, oggi ritorniamo sui passi di Romanzo Italiano, il documentario geo-letterario che va in onda ogni sabato alle 18 su Rai 3 e che vede protagonisti noti autori contemporanei parlare della propria terra d’origine, tutti abilmente intervistati da Annalena Benini.
Dopo essere stati in Campania e in Toscana, nella terza puntata veniamo guidati alla scoperta della Puglia e dei suoi autori. La Puglia, una terra di confine e di enormi inquietudini, da cui si fugge o in cui si resta, ma in cui chi scrive è inevitabilmente destinato a tornare. Partiamo da Bari e incontriamo un noto autore che ha dato vita a due personaggi amatissimi dai lettori, l’avvocato Guido Guerrieri e il Maresciallo Fenoglio. Di chi sto parlando? Di Gianrico Carofiglio. Bari per lui è un’entità nel mezzo del non più e del non ancora, dove la parte del non più rappresenta la città che Carofiglio non è riuscito ad amare e da cui è fuggito. Tornando, ci sono voluti anni per ricreare un rapporto con la sua terra, un rapporto che si è ricostituito soprattutto nel momento in cui ha realizzato che la sua Bari poteva essere lo scenario dei suoi romanzi. In ogni romanzo c’è una parte di sé, ma Carofiglio ci rivela che è Né qui né altrove ad essere il più autobiografico dei suoi romanzi: la sua contradditorietà e la sua dialettica interiore prende vita nello spirito dei vari personaggi, che siano i protagonisti del romanzo o semplici figure di passaggio. Diventiamo sempre più intimi con l’autore che abbiamo davanti quando ci rivela che la paura e l’angoscia sono parte integrante e fondante del suo immaginario, ma la realtà è che ogni scrittore che si rispetti dovrebbe provare questa paura nell’atto creativo: se non la si prova, o si sta scrivendo qualcosa di sbagliato o si è sbagliato mestiere.
Da Bari ci spostiamo a Martina Franca, dove ci viene presentato Donato Carrisi, un autore che sul concetto di mistero ha costruito tutta la sua carriera. I suoi thriller non sono mai ambientati nella sua città, ma da questa terra prendono il senso di ambiguità, enigma e di arcano. Donato Carrisi è tornato a scrivere a Martina Franca dopo un lungo periodo di lontananza. Il primo romanzo di Carrisi è Il suggeritore, scritto proprio nella sua terra, in un trullo, e con cui ha ottenuto un successo globale. Il suo interesse per il thriller nasce proprio nella sua infanzia, quando le storie della buonanotte altro non erano che fatti di cronaca raccontati dalle sapienti e fantasiose voci femminili della sua famiglia. Ma Donato Carrisi non è estraneo alla paura: «Io ho paura di tantissime cose, altrimenti non riuscirei a parlare e scrivere di paura», ed è proprio trasfigurando le sue paure di bambino e le storie della sua terra che ha dato vita a romanzi che hanno catturato l’interesse di tutto il mondo. Questo suo grande attaccamento per la sua terra è percepibile ne La casa delle voci, in cui il lettore può capire come le sue radici abbiano costruito il suo destino di narratore. L’incontro con Carrisi si conclude con una sua esternazione, un verità che noi veri amanti dei libri conosciamo fin troppo bene «I librai e i libri ti salvano la vita»
Rimaniamo sempre a Martina Franca per incontrare l’ultimo autore, Mario Desiati che ha un rapporto viscerale con la terra dei Trulli. Il suo romanzo, Il Candore, è anche un modo di stare al mondo per raccontarlo, accogliendo le sue imperfezioni, l’inquietudine e le ingiustizie che Desiati combatte con le parole e con la dolcezza, con “candore”. Ma nel descrivere la sua terra cogliamo in lui una nota di tristezza quando parla degli olivi morenti, del poco interesse per la lettura e del sempre più alto numero di giovani che fugge da questa terra in cerca di prospettive migliori. Ma la Puglia è anche una terra di misteri e di leggende: sono proprio queste ad aleggiare in un altro suo romanzo, Il paese delle spose infelici.
Lasciamo la Puglia con un panorama mozzafiato descrittoci per filo e per segno da Desiati, una voce che ama profondamente questa terra.