Eccoci ad un altro appuntamento con la rubrica Spazio ai classici che si prefigge come obbiettivo principale quello di riproporre le opere che hanno fatto la storia della letteratura. Rovistando fra i cassetti della memoria e ripescando il ricordo dei tanti libri letti, ce n’è uno che mi è rimasto nel cuore: Le avventure di Tom Sawyer (The Adventures of Tom Sawyer, in lingua originale), romanzo per ragazzi, dello scrittore statunitense Mark Twain. Non esagero quando affermo “mi è rimasto nel cuore” perché è proprio così, caro lettore.
Sarà perché è stato il primo libro di avventure letto dopo aver fatto grosse indigestioni di favole e affini, sarà perché il protagonista, Tom Sawyer, è una specie di scavezzacollo sempre pronto a combinarne qualcuna delle sue, sarà perché Mark Twain ha saputo, con una scrittura e uno stile molto coinvolgenti, ben raccontarne le vicende: sarà per tutte queste cose ed altre ancora ma, ora che mi torna in mente, rileggerei molto volentieri Le avventure di Tom Sawyer.
E dire che in quell’estate di molti, troppi, anni fa ho letto e riletto il libro non so quante volte: praticamente finivo e ricominciavo, ri-finivo e ri-ricominciavo tanto che certi passaggi li conoscevo a memoria. Eppure il racconto delle avventure di Tom non mi ha mai stancata, anzi il romanzo mi è proprio rimasto nel cuore. Potrebbe anche sembrare strano che una bambina di tanti anni fa adorasse letteralmente un romanzo come Le avventure di Tom Sawyer che è, o meglio era, più “adatto” a coinvolgere lettori in erba di sesso maschile ma strano o no, così è… Se vi pare, aggiungerebbe uno scrittore più che famoso e mio conterraneo.
Certo, oggi potrebbe sembrare discriminante selezionare i libri da far leggere ai bambini in base al sesso, roba da far indignare, scomodando, tutte le posizioni anti-sessiste del mondo… Non era la stessa cosa quando avevo 10 anni. Anzi, le letture erano chiaramente e volutamente consigliate e divise in base al sesso, anche e soprattutto a scuola. Così ad una bambina, si suggeriva di leggere, che so per citarne uno a caso, Piccole donne, mentre un bambino era più logico leggesse Le avventure di Tom Sawyer.
Non so, non ricordo come fu che a fine anno scolastico, fra i libri che la maestra dava da leggere a noi alunni nel corso dell’estate, mi toccò proprio Le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain, di cui ancora ricordo la copertina rossa e blu, colori tipici americani, su cui troneggiava un ragazzino dal ciuffo ribelle e biondo con una simpatica faccia da schiaffi… Fatto sta che assieme a quel ragazzino passai un’intera estate e, probabilmente, fu anche la mia primissima cottarella. E fu un’estate da sogni ad occhi aperti. Una specie di amore immaginario che avrebbe potuto dare da lavorare a qualche psicologo…
Le avventure di Tom Sawyer: un romanzo quasi autobiografico di Mark Twain
Luoghi e persone sono in parte autobiografici, ispirati quindi alla vita di Twain, alla sua famiglia ed agli amici d’infanzia. Mark Twain (pseudonimo di Samuel Langhorne Clemens) dice testualmente di questo libro:
“La gran parte delle avventure riportate in questo libro sono accadute realmente. Un paio sono esperienze personali, le altre di quei ragazzi che erano a scuola con me. Huck Finn è preso dal vero, e così Tom Sawyer. Tom, però, non nasce da una persona sola: per lui ho messo insieme il carattere di tre ragazzi che conoscevo, il risultato è quindi un’architettura d’ordine composito. Le singolari superstizioni di cui parlo erano molto comuni tra i ragazzi e gli schiavi dell’Ovest ai tempi di questa storia, ossia trenta o quaranta anni fa. …. Hartford, 1876″
Non riporto la trama del libro, trattandosi di un classico penso non ce ne sia bisogno, Le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain è un romanzo della letteratura infantile che non ha certo bisogno della mia presentazione: dalla sua prima edizione del 1876, moltissime altre ne sono venute dopo e non solo. Il romanzo è stato anche trasformato in film e in cartone animato e diversi registi ne hanno narrato le vicende sugli schermi sia televisivi che cinematografici.
Quel ragazzino americano, quel tale Tom Sawyer che viveva nel Sud degli Stati Uniti, sulle rive del Mississippi, in un periodo precedente la Guerra di Secessione, quel ragazzino temerario e carico di spirito avventuroso riempì la mia estate di bambina siciliana, aprendomi la visuale su un mondo totalmente diverso dal mio che conoscevo appena i monti sui quali vivevo e il mare che vedevo da lontano e presso cui mi recavo solo di tanto in tanto.
Fu quasi un sogno americano in embrione: quel mondo così lontano, ricco di misteri, avventure, usi e abitudini lontanissimi dal mio piccolo universo, mi appariva come una terra incantata, un paese dei balocchi dove i ragazzini vivevano avventure incredibili, riuscendo a cavarsela senza l’aiuto dei grandi. In fondo penso che proprio questo ho amato e amo di Le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain: lo spirito avventuriero e il senso di libertà che comunica e trasmette nel suo racconto. Cosa non da poco per un romanzo.