In vista delle prossime elezioni del 25 settembre, sono tanti i pensieri che risuonano in testa. Pensieri che rimandano anche a grandi classici come La fattoria degli animali di George Orwell.
George Orwell, nonché pseudonimo di Eric Arthur Blair, nato il 25 giugno 1903 in India, è stato scrittore, giornalista, saggista, attivista e critico letterario. Conosciuto ai più per i suoi due romanzi più famosi: 1984 e La fattoria degli animali.
Questi due romanzi descrivono una realtà “fantapolitica” e fantascientifica totalitaria tanto da aver dato origine all’aggettivo “Orwelliano”, usato per descrivere i meccanismi totalitari di controllo del pensiero.
La fattoria degli animali e l’Animalismo
A causa dei suoi riferimenti precisi, La fattoria degli animali è stata spesso considerata una satira nei confronti del solo comunismo sovietico. Alcuni vi leggono, tuttavia, anche tratti distintivi di altri regimi: si distinguono particolarmente i tratti eziologici della nascita della corruzione e del perseguimento di interessi personali da parte dei detentori del potere in seguito al raggiungimento del medesimo.
Nel racconto si può rintracciare quindi una disillusione valida più in generale per qualunque rivoluzione, cioè la considerazione che la ricerca del potere finisca prima o poi per far tradire gli iniziali ideali rivoluzionari. Per questo il romanzo è considerato distopico.
Secondo una lettura critica dell’ideologia comunista, il Vecchio Maggiore, nonostante le buone intenzioni, non capisce un elemento cruciale: è convinto che le sue idee siano valide e moralmente elevate, e che la declinazione operata sia solo attribuibile agli individui corrotti che troveranno comunque il modo di piegarle ai loro scopi. Mentre per chi opera questa critica è vero l’esatto contrario: il finale è già tutto contenuto nelle premesse e non esiste la distinzione tra un comunismo vero e uno ideale. Secondo costoro l’unico esempio di comunismo è stato lo stalinismo mentre, secondo altri, esistono forme diverse di comunismo.
La corruzione è evidente attraverso la modifica dei Sette Comandamenti: l’unico rimasto, totalmente stravolto, mostra quanto elitari siano diventati i maiali e come gli ideali dell’animalismo appartengano ormai al passato. Nell’opera è presente anche una velata critica alla società inglese e una denuncia della scarsa libertà di pensiero nel paese.
La legge è uguale per tutti, ma…
La legge è uguale per tutti, ma per alcuni è più uguale
Questa frase racchiude un po’ tutte le idee e le regole che gli animali avevano stilato. Ma, come abbiamo detto, gli animali della fattoria rappresentano l’essere umano. E l’uomo tende a cercare e volere sempre qualcosa in più di quello che ha.
Ed è per questo che l’uguaglianza non dura a lungo. a qualcuno verrà prima o poi l’idea di sovvertire anche tale ordine di cose per avere più forza, potere e diritto sugli altri. Così nel celebre testo di Orwell ad un certo punto sono i maiali (e forse non è un caso) a voler prendere il comando su tutti gli altri animali, e capeggiati dal maiale Napoleone, di notte in notte modificano anche impercettibilmente le scritte sul muro, per renderle più consone ai loro intenti.
Infine anche il principio guida della fattoria, quello per cui gli animali si erano battuti, verrà sovvertito mutando da “tutti gli animali sono uguali” a “tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri” ponendo fine ad un modo democratico di amministrare poteri e giustizia.
Analogamente in una nazione potrebbe accadere che qualcuno decida di cambiare le regole generali, la carta dei diritti dei cittadini, o quella che alcuni chiamano Costituzione. Non molto diversamente da quanto accadde nella fattoria può succedere che dalla democrazia si decida di passare ad una sorta di oligarchia ma legalmente riconosciuta, poichè di volta in volta le leggi generali vengono, più o meno consensualmente, cambiate.
Non so se questo pensiero possa richiamare alla mente alcuni recenti fatti, politici e sociali. Non solo legati al nostro Bel Paese, ma anche alle guerre e alle instabilità politiche in cui vessano alcuni stati.