Per la scoperta del classico di oggi, vi propongo un grande must della letteratura americana degli ultimi anni: Il buio oltre la siepe di Harper Lee. Il romanzo è del 1960 e, l’ anno seguente, ha vinto il premio Pulitzer per la narrativa, ed è basato su un vero caso di discriminazione e pregiudizio razziale. Questo libro affronta temi importanti e, purtroppo, sempre attuali, come il razzismo, la discriminazione, la lotta tra il bene e il male, ma soprattutto parla della crescita e della maturità di bambini che si trasformano in giovani adulti. Andiamo a scoprire insieme la trama e i punti fondamentali di questo incredibile romanzo.
Il buio oltre la siepe di Harper Lee
I tre iniziano a inscenare per divertimento la storia di Boo Radley, ma Atticus pone fine alle loro buffonate, esortando i bambini a provare a vedere la vita dal punto di vista di un’altra persona prima di esprimere alcun tipo di giudizio.
Nonostante il verdetto, Bob Ewell giura vendetta contro i Finch, e durante la notte di Halloween attacca i bambini e ferisce Jem. Solo grazie a Boo Radley riusciranno a scappare. Scout si sente come se potesse finalmente immaginare com’è la vita per Boo. Finalmente è diventato un essere umano ai suoi occhi. Con questa consapevolezza, Scout abbraccia il consiglio di suo padre di praticare la simpatia e la comprensione e che le sue esperienze di odio e pregiudizio non intaccheranno la sua fede nella bontà umana.
Pregiudizi, ineguaglianze e scontro tra bene e male
Il tema più importante de Il buio oltre la siepe è l’esplorazione che fa Harper Lee della natura morale degli esseri umani, cioè se le persone sono unicamente buone o cattive. Il romanzo affronta questa domanda drammatizzando la transizione di Scout e Jem da una prospettiva di innocenza infantile, in cui presuppongono che le persone siano buone perché non hanno mai visto il male, a una prospettiva più adulta, in cui hanno affrontato il male e devono incorporarlo nella loro comprensione del mondo.
Come risultato di questa rappresentazione del passaggio dall’innocenza all’esperienza, uno dei sottotemi più importanti del libro riguarda la minaccia che il pregiudizio e l’ignoranza rappresentano per gli innocenti: persone come Tom Robinson e Boo Radley non sono preparate per il male che incontrano e, di conseguenza, vengono distrutti. Anche Jem è in una certa misura vittima della sua scoperta del male del razzismo durante e dopo il processo. Mentre Scout è in grado di mantenere la sua fede fondamentale nella natura umana nonostante la convinzione di Tom, la fede di Jem nella giustizia e nell’umanità è gravemente danneggiata e si ritira in uno stato di disillusione.
La voce morale del libro è incarnata da Atticus Finch, che è unico nel romanzo in quanto ha sperimentato e compreso il male senza perdere la sua fede nella capacità del bene. Atticus comprende che, piuttosto che essere semplicemente creature del bene o del male, la maggior parte delle persone ha qualità sia buone che cattive. L’importante è apprezzare le buone qualità e comprendere le cattive qualità trattando gli altri con simpatia e cercando di vedere la vita dalla loro prospettiva.
Poiché l’esplorazione delle più ampie questioni morali del romanzo avviene nella prospettiva dei bambini, l’educazione dei protagonisti più piccoli è necessariamente coinvolta nello sviluppo di tutti i temi del romanzo. In un certo senso, la trama della storia traccia l’educazione morale di Scout e di come viene insegnato a lui e al fratello a passare dall’innocenza all’età adulta. Questo tema è esplorato in modo più potente attraverso il rapporto tra Atticus e i suoi figli, in quanto l’avvocato si dedica a instillare una coscienza sociale in Jem e Scout. La morale educativa del libro è che le lezioni più importanti sono quelle di empatia e comprensione e che un approccio aperto è il modo migliore per insegnare ai bambini a essere esseri umani capaci di amare e di essere buoni.
Atticus è un uomo saggio, impegnato nella giustizia e nell’uguaglianza, e il suo stile genitoriale si basa sulla promozione di queste virtù nei suoi figli: incoraggia persino Jem e Scout a chiamarlo “Atticus” in modo che possano interagire in condizioni il più uguali possibile. In tutto il romanzo, Atticus lavora per sviluppare le coscienze di Scout e Jem, sia attraverso l’insegnamento, sia attraverso l’esempio, nonostante le dure conseguenze che sa che dovrà affrontare tutta la famiglia.
Il fatto che il cognome dei ragazzi sia Finch, cardellino, indica che sono particolarmente esposti al mondo razzista di Maycomb, che spesso tratta duramente la loro fragile innocenza dell’infanzia.
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