Ciao iCrewer! Oggi, per il nostro consueto appuntamento di Spazio ai Classici, non parlerò di un libro in particolare, bensì mi concentrerò su uno scrittore, ossia Federico García Lorca.
Chi è Federico García Lorca?
Federico García Lorca nasce a Fuente Vaqueros, non lontano da Granada, il 5 giugno del 1898 e muore a Víznar (Granada) il 19 agosto del 1936. Fra le tante cose, egli fu poeta, drammaturgo, poeta, compositore di canzoni, pittore e musicista.
Tra il 1919 e il 1928 si trasferisce a Madrid. nella Residencia de Estudiantes,dove conobbe molti intellettuali dell’epoca come ad esempio, il pittore Salvador Dalì e il regista Luis Buñuel (figure che si riveleranno importanti nella sua vita, in particolar modo Salvador Dalì, che diventerà il compagno il suo compagno).
Nel 1921, Lorca, pubblica il suo primo libro di poesie intitolato Libro de poemas mentre nel 1931 pubblica il suo primo libro dove mescola tratti popolari con quelli colti; l’opera si intitola Poema del Cante Jondo. Nel 1928 viene pubblicato il Romancero gitano, un libro che, nonostante il titolo, non contiene poesie dedicate ad elementi popolari bensì, contiene poesie colte, ricche di metafore, con il contenuto simbolico.
Nel 1929, il poeta, precisamente nel periodo del crack della borsa, viaggia negli Stati Uniti dove scrive Poeta en Nueva York, contenente denunce sociali contro la civilizzazione urbana e meccanica di oggi, con un linguaggio dove si possono notare le influenze surrealiste.
Tornato in Spagna, nel 1923, Lorca fonda la compagnia La Barraca, un gruppo del teatro universitario che aveva come scopo quello di portare ai popoli della Castiglia, il teatro classico del Siglo de Oro, in particolare quello di Lope de Vega, Tirso de Molina e Calderón de la Barca.
In questi ultimi anni della sua vita, Federico Garcia Lorca, si dedica al teatro. Le sue opere teatrali presentano un mondo tragico e allo stesso tempo poetico: in un’occasione dirà “El teatro es poesia que se levanta del libro y se hace humana, y al hacerse humana, habla y grita, llora y se despera” (tradotto: “Il teatro è poesia che nasce dal libro e diventa umana, e quando diventa umana, parla e urla, piange e si dispera”).
I temi delle sue opere teatrali sono gli stessi delle sue produzioni poetiche: l’amore impossibile o frustrato, il conflitto tra il desiderio e realtà o tra il principio di autorità e libertà.
I protagonisti, o meglio, le protagoniste delle opere teatrali di Lorca, sono le donne; donne emarginate da una società patriarcale e improntata al maschilismo..
Le tre opere teatrali maggiormente ricordate di Lorca, sono: Bodas de sangre (Matrimonio di sangue), Yerma e La casa de Bernarda Alba.
Tutte e tre le opere hanno in comune il tema dell’emarginazione sociale delle donne.
Sia in Bodas de sangre (una fidanzata fugge con il suo ex il giorno delle sue nozze) che in Yerma appaiono temi classici: l’amore, la violenza, la morte, il desiderio/la bramosia nel realizzare che si scontra con la morale del tradizionale…), mentre nell’opera La casa de Bernarda Alba, (risalente al 1936, poco prima che il poeta morisse), c’è una novità, ossia Lorca vuole denunciare la situazione di oppressione nella quale vivevano le donne, non solo quelle della sua terra natale (Andalusia) bensì le donne di tutta la Spagna rurale del suo tempo.
La casa de Bernarda Alba (Federico García Lorca) – la trama
Dopo la morte del suo secondo marito, Bernarda Alba impone un lutto rigoroso di otto anni alle sue cinque figlie. Solo Angustias, prima genita che viene dal frutto del primo matrimonio di Bernarda, può scappare a questo destino. Angustias potrà quindi accettare la mano di Pepe el Romano, amante di Adela, la più piccola delle cinque figlie, e amato in segreto da Martirio.
La repressione morale imposta dalla madre e la passione erotica delle figlie, porteranno a uno svolgimento tragico dell’opera, la quale terminerà con il suicidio di Adela.
Vorrei spendere due parole per quanto riguarda la morte di Federico García Lorca…
Come ho detto a inizio articolo, Federico García Lorca muore a Víznar (Granada), tuttavia la sua non è una morte naturale, bensì viene prima arrestato (agli inizi della Guerra Civile spagnola) e poi fucilato per la Guardia Civile, il 19 agosto del 1936. Ad oggi ancora non è stato ritrovato il suo corpo.
In molti hanno voluto dedicare a Lorca un saluto, si ricordano maggiormente le poesie El crimen fue en Granada (tradotto: Il crimine fu a Granada), una scritta da Antonio Machado(della quale andremo a parlare a breve) e l’altra presa da un frammento del libro delle memorie di Pablo Neruda, intitolata Confieso que he vivido (tradotto: Confesso che ha vissuto) del 1973.
Mi piacerebbe concludere questo articolo con una parte della poesia di Machado; trovo che sia una poesia molto significativa e che doni un po’ di giustizia a Federico García Lorca. Ho deciso di mettere prima la poesia in lingua originale e poi in italiano, poiché sono dell’opinione che le poesie (come un libro o qualsiasi altra opera), per apprezzarle al massimo, debbano prima esser lette in lingua originale, e poi nella traduzione…
(El crimen)
Se le vio, caminando entre fusiles,
por una calle larga,
salir al campo frío,
aún con estrellas de la madrugada.
Mataron a Federico
cuando la luz asomaba.
El pelotón de verdugos
no osó mirarle la cara.
Todos cerraron los ojos;
rezaron: ¡ni Dios te salva!
Muerto cayó Federico
—sangre en la frente y plomo en las entrañas—
… Que fue en Granada el crimen
sabed —¡pobre Granada!—, en su Granada.
La traduzione:
(Il delitto)
Lo si è visto, mentre camminava fra i fucili
per una lunga strada
arrivare su un freddo prato,
mentre brillavano le stelle dell’alba.
Uccisero Federico
mentre la luce spuntava.
Il plotone dei carnefici
non osò puntare alla faccia.
Tutti chiusero gli occhi;
pregarono: neppure Dio ti salva!
Morto cadde Federico
– Sangue sulla fronte e piombo nei visceri –
… in Granada fu il crimine,
sapete? la povera Granada!? nella sua Granada.