Nell’interessantissimo romanzo “Quelli cattivi“, Massimo Lugli e Antonio Del Greco mettono in scena un’affascinante e anche violenta storia sulla “grande mala”: la nascita, l’ascesa e il cambiamento di un gruppo criminale che ancora oggi domina incontrastato sulla scena di Ostia e di Roma
Da quanti anni vi conoscete e lavorate insieme? E quando la collaborazione reciproca si è trasformata anche in amicizia?
Ci conosciamo da oltre 30 anni. Massimo ha iniziato a fare il cronista nel 1975, Antonio è arrivato alla squadra mobile romana, dopo essere stato ferito in servizio a Milano, qualche anno dopo. Da allora, il nostro rapporto professionale e personale non si è mai interrotto. E questo risponde anche alla domanda successiva: dalla stima e dal rispetto reciproci è nata una simpatia che gradualmente si è trasformata in amicizia. Abbiamo molti tratti caratteriali in comune: il gusto della battuta, la passione per la vita di strada, l’amore per il cinema e la letteratura ma soprattutto l’impegno inderogabile a non prenderci mai sul serio. A sessant’anni suonati da un pezzo siamo ancora due ragazzini un po’ monelli a cui piace soprattutto scherzare e vedere la vita, in tutti i suoi aspetti, con un pizzico di umorismo. E questa è la chiave della nostra collaborazione anche se, sul lavoro, siamo entrambi puntigliosi e rigorosissimi, ma sempre col sorriso sulle labbra.
Qual è stato l’evento, l’imput che vi ha fatto cominciare a pensare di scrivere qualcosa, e di farlo insieme?
La nostra collaborazione letteraria è nata per puro caso. Antonio, per qualche tempo, ha abitato vicino a casa di Massimo. Una mattina ci siamo incontrati (con un curioso capovolgimento di ruoli: il poliziotto andava a correre e il cronista a sparare al poligono) e, come tutti i vecchi tacchini del mondo, ci siamo messi a ricordare certi episodi del passato che avevamo vissuto insieme su fronti diversi. Dopo una mezz’oretta di rievocazioni più o meno nostalgiche (soprattutto dal punto di vista anagrafico), Massimo ha avuto il satori: questo è un libro e che libro! Il giorno dopo ha letteralmente trascinato Antonio alla sede della Newton Compton e, fortunatamente, Raffaello Avanzini, Il nostro editore, ha approvato il progetto. “Città a Mano Armata” è stato stampato qualche mese dopo. Da allora, come suol dirsi, l’appetito è venuto mangiando.
Cosa amate leggere quando…. non scrivete?
Massimo ama soprattutto i romanzi storici, quelli pieni di battaglie, spade, eroismi e assedi. Ha una vera passione per Andrea Frediani e Simon Scarrow ma adora anche Bernard Cornwell e altri autori soprattutto americani e inglesi. Tra gli italiani, legge compulsivamente Andrea De Carlo, Roberto Pazzi, Melania Mazzucco e Giancarlo De Cataldo. Di solito non ama il noir nostrano e la letteratura main stream, mentre venera Don Wislow. Antonio è onnivoro ma predilige i generi thriller e giallo dove, ovviamente, riesce a scoprire il colpevole quasi sempre prima della conclusione. E va da sé che legge i libri di Massimo Lugli, anche perché altrimenti rischierebbe rappresaglie calibro 357 magnum.
Eravate d’accordo sia sul genere sia sulle modalità dei vostri lavori? O vi siete confrontati a lungo?
No, prima nasce l’accordo e poi il libro. Non partiamo dall’idea “scriviamone un altro” ma da una storia che ci intriga e che vediamo come una possibile trama romanzesca. Il confronto (sempre costruttivo e sempre in grande allegria e buonumore) viene in seguito, pagina dopo pagina, man mano che il testo prende forma. Tra l’altro molto raramente ci troviamo in disaccordo e a nessuno dei due è capitato, neanche una sola volta, di impuntarsi su una scelta contestata dall’altro autore. Collaborazione a tutto tondo e al 50 per cento. Massimo ci mette le parole, Antonio la sua grande esperienza e una fantasia traboccante.
Quelli Cattivi è la definizione dei vecchi cronisti di nera per ogni tipo di delinquente, specie i rapinatori: “so’ arivati due de quelli cattivi, hanno cacciato il ferro e l’hanno rapinati”. Ma nel nostro romanzo questo termine si allarga e include anche imprenditori collusi, politici mestatori e arrivisti e qualche sbirro corrotto. La cattiveria è un po’ il filo conduttore di tutto il romanzo. Beh, anche noi due non siamo esattamente buonissimi, soprattutto se qualcuno ci fa saltare la mosca al naso.
State già scrivendo un nuovo libro? o ci state pensando?
Non lo stiamo scrivendo perché Massimo è attualmente impegnato in un romanzo sull’omicidio Pasolini che vedrà il ritorno di Marco Corvino, il suo alter ego e personaggio seriale. Subito dopo ci metteremo di nuovo al lavoro in coppia. Il canovaccio c’è già: una vicenda ispirata a una storia degli anni 80 in cui ci saranno omicidi, indagini e… tanto sesso. E speriamo che vada bene come gli altri tre. Inshallah.
Ho apprezzato tantissimo il libro, di cui ovviamente consiglio la lettura ad un ampio pubblico, e dopo quest’intervista ho avuto la conferma di ciò che avevo intuito: Massimo Lugli e Antonio Del Greco non sono solamente due eroi che hanno combattuto per rendere il nostro Paese un posto migliore, sono anche due sognatori che con il loro talento sono riusciti a trasmettere tutta la loro creatività, e per quanto mi riguarda… tanta curiosità sui loro prossimi lavori!