Oggi nel nostro spazio dedicato alle interviste ospitiamo Manuela Paric’, autrice de “L’enigma delle anime perdute“, e che ringrazio anticipatamente per la disponibilità e l’entusiasmo che ha dimostrato verso la nostra redazione
Ciao Manuela, la curiosità sulla tua persona e sul tuo lato creativo continua a stuzzicarmi tanto che ti ho trascinata anche nella nostra rubrica; vorrei chiederti un po’ di cose, anche se spero mi perdonerai il fatto che comincerò con un paio di domande un po’ banali:
Da quanto tempo scrivi?
Sei una lettrice assidua? Quali sono i tuoi scrittori preferiti?
Hai sempre pubblicato self? È stata una scelta personale (per molti lo è) oppure le case editrici hanno respinto i tuoi lavori? Se sì, quali?
Ho pubblicato solo self, non ho mai spedito nulla ad alcuna casa editrice, complice la mia minuscola autostima e la mia innata pigrizia. Non mi sono proprio mai posta il problema. Del self mi piace avere i dati sotto controllo e non avere l’ansia da advertising.
Mi pare di aver capito che ami scrivere racconti brevi; hai pensato a pubblicare prossimamente, che so, magari una raccolta?
Ho un blog dove raccolgo alcuni dei miei racconti brevi e brevissimi, molti dei quali ispirati a fatti di cronaca e dallo svolgimento surreale. I racconti brevi sono istantanee, fotografano attimi di vita, dicono quello che devono e lasciano al lettore immaginare tutto il resto. Mi ricordano le stanze delle case delle bambole, miniature perfette, luoghi dove ogni oggetto ha un senso, un significato e una precisa collocazione: l’asciugamanino da 1 cm, il sottobicchiere grande come una lenticchia, la seggiolina realizzata con gli stuzzicadenti. Tutto immobile e “mosso” simultaneamente. Li amo. Per ora non ho mai pensato di farne una raccolta, i miei sono racconti scritti di getto, andrebbero editati e rielaborati. Puoi comunque trovarli qui: fiumegiallo.blogspot
Il tuo genere giallo/noir/folle, come avrai capito mi è piaciuto molto; hai mai pensato di variare genere, o di spaziare a livello artistico? (so di qualcosa legato al teatro… illuminami, sono curiosa)
Non mi sento legata a un genere, solo alle storie. Se mi arriva l’idea per una storia noir, quella scrivo. Il giorno che mi entrerà dentro una storia fantasy, romance, horror, etc… di quelle cose tratterò. Ho tantissimi appunti, bozze e bozzucole su argomenti diversissimi, aspettano solo di essere imbrigliati in una struttura e nascere. Per quanto riguarda la commedia teatrale… avevo fatto un piacere a un amico e gli avevo scritto un testo semi-comico organizzato in scene flash. È la storia di un fantasma tirolese, tre inquilini diversissimi tra loro e la gelosia. Non è niente di che, andrebbe anche questa rivista ed editata, credo lo farò.
Ho sentito vociferare anche di una nuova avventura per il nostro indagatore dal cuore sensibile Jean-Luc Mocha: a quando l’uscita?
Sto lavorando a due romanzi. Spero di poterne pubblicare uno prima di novembre e l’altro qualche mese dopo. Dirai, anni senza fare niente e poi… ahhhh… sono una demente. Purtroppo il tempo è sempre poco e tiranno e compresso: scrivo al bagno, tra una pipì e una telefonata; scrivo prima di dormire e proseguo nel sonno; scrivo quando aspetto che bolla l’acqua per la pasta e a volte (raramente) mi regalo un weekend di solitudine, tisane e gatti. Inizio a scrivere il sabato sera e termino la domenica pomeriggio, risultato: la casa è esplosa, la figlia indispettita e il frigorifero vuoto. A ogni modo se mi aumenterà la diuresi, se la fila alle poste non mi darà scampo e se il demone dell’insonnia non mi coglierà impreparata… dovrei riuscire a portare a casa i seguenti romanzi:
E per ultimo, (ma in realtà è la primissima domanda che mi sono fatta su di te) cosa ci faceva una autrice noir al primo Festival del rosa italiano?
Una mia cara amica (Livia Sarti) ci teneva ad avermi accanto, la ringrazio tantissimo per questo. Lei scrive romance, ci mette tutta sé stessa. Cura i suoi libri come dei bambini e ha un approccio alla scrittura professionale. Mi rimprovera sempre di rimanere troppo nell’ombra e credeva fosse un’ottima occasione per farmi conoscere come persona a prescindere dal genere dei miei romanzi. Era inoltre l‘evento perfetto per promuovermi come professionista di grafica e comunicazione. È il mio lavoro. Io realizzo, per esempio, le copertine dei suoi romanzi. Ti confesso che quando ho accettato di partecipare al FRI avevo molto timore, dentro sono una timida.
È stata invece un’esperienza bella, interessante, mi ha arricchito e permesso di entrare in contatto con alcune persone delle quali ormai non posso più fare a meno. Inoltre… un po’ come il bene e il male… anche il rosa necessita di un po’ di nero!
Rileggo l’intervista e debbo condividere con te, caro iCrewer, la certezza di aver parlato con una persona eccezionale sotto molti punti di vista: nelle sue risposte v’è tutta la sua creatività, la sua atipicità e al tempo stesso l’umiltà di una donna sensibile ed empatica; sia il parlato che lo scritto racchiudono e comunicano perfettamente la personalità di Manuela in tutte le sue sfumature, regalando a sia a chi la legge sia a chi l’ascolta un vero e proprio concerto di pensieri ed emozioni.
Io non vedo l’ora di immergermi nei suoi nuovi capolavori, e tu? Stay Tuned, mi ritroverai presto a parlarti ancora di Manuela!
Grazie dell’opportunità e delle incredibili parole… mi rimarranno le guance arrossate fino a Natale!
Grazie a te Manuela, per avermi regalato di nuovo belle emozioni! Alla prossima 😉