Con l’attrice Ludovica Bizzaglia per parlare del suo primo libro “Abbi cura di splendere”
Non posso dire che, in questi mesi, non abbia fatto incontri interessanti ed entusiasmanti, alcuni forse più di altri, ma ogni personaggio mi ha lasciato qualcosa di se e, senza dubbio, arricchito la mia esperienza. Da Kim il bello al simpatico Luca Bianchini, dal weekend incredibile trascorso con Vera Puoti al pomeriggio ad inseguire Alberto Angela, alla piccola Noemi del Collegio, fino all’eleganza di Lisa Ginzburg; probabilmente ho dimenticato qualcuno, ma ognuno di loro mi ha aiutato a scoprire gli aspetti più nascosti, quelli meno condizionati dalle luci della ribalta ed è in fondo questo che mi piace.
Hai ragione, scusami, ancora non ti ho detto chi sono andata ad incontrare questa volta. Non ci crederai ma ho chiacchierato del più e del meno niente poco di meno che con Ludovica Bizzaglia! Ebbene si, è lei, la giovane protagonista di “Amore 14”, “Al di là del lago”, “Un’altra vita” con Vanessa Incontrada, “Un posto al sole”, “Natale al sud”, “L’allieva”, “Immaturi”, etc etc… insomma Ludovica ha solo 23 anni ma ha un curriculum di tutto rispetto e a me, queste ragazze, così intraprendenti e volitive, mi piacciono!
D’accordo con la fidata e simpatica PR della DeA, trade unions tra me e la giovane attrice romana, mi sono come sempre scapicollata alla Feltrinelli, per parcheggiare ho dovuto fare salti mortali ma alla fine, mi sono detta, “Vai Dona, ce la puoi fare anche questa volta!” Accompagnata da Noemi ho raggiunto la camera di Ludovica e quando mi hanno aperto la porta la sorpresa è stata davvero grande. Al posto della giovane piccola, paffutella e dalle lentiggini rosse, ho scoperto una giovane donna, bella, forse un po’ assonnata per la stanchezza, ma dal viso dolce e fiero. Le ho stretto la mano, con la strana sensazione di averla scaraventata giù dal letto, ma Ludovica, senza battere ciglio, da vera professionista, ha accettato subito di parlare un po’ con me.
Ed ecco che cosa mi ha detto di se e della sua esperienza di scrittrice!
Grazie Ludovica, per la tua disponibilità e per l’opportunità che hai dato a me ma soprattutto a libri.iCrewplay.com, Noi ti conosciamo bene ma vogliamo dare qualche dettaglio in più ai nostri lettori. Sei un’attrice, hai 23 anni, sei nata il 23 di maggio del 96 a Roma, sei giovanissima eppure hai già 10 anni di belle soddisfazioni alle spalle. Hai cominciato con la sit com, poi serie TV con Vanessa Incontrada, Gigi Proietti, cinema, dieci anni di belle cose, cosa hanno significato per te…
E’ meraviglioso, io ho voluto sempre fare questo e mi considero fortunata per poter vivere facendo ciò che ho sempre sognato di fare, in più iniziare a lavorare così piccola mi ha insegnato tante cose precocemente come la responsabilità, nei confronti del lavoro e delle persone che lavorano l’impegno ad avere una vita, nonostante tutto, seria e matura quindi facendo anche molte rinunce rispetto ai ragazzi della mia età che, però, mi regalano tante soddisfazioni e quindi, come tutte le cose, diciamo, ci sono entrambe le facce della medaglia quando si fa questo tipo di lavoro, sicuramente.
Quando hai capito che questa sarebbe stata la tua strada?
Subito! Io a sei anni, chiedevo a mia mamma di voler recitare, di voler andare in televisione, è sempre stata la mia passione ho sempre voluto raggiungere il posto in cui sono adesso, non pensavo, comunque di riuscirci così velocemente, perchè comunque ci vuole fortuna a trovarsi nel posto giusto al momento giusto quando si fa questo tipo di lavoro, sono grata tutti i giorni per quello che ho.
Dietro a questo lavoro c’è, comunque, tanto impegno, soprattutto tanto studio, giusto?
Si certo, questo è quello che probabilmente non si vede dall’esterno, il mondo dello spettacolo, molto spesso, sembra un mondo patinato, in realtà, c’è molto di più, tanto tanto lavoro, tanti sacrifici, tanta stanchezza, però da le sue soddisfazioni.
Non vuole essere una domanda tendenziosa, ma ci sono compromessi che bisogna accettare?
A questa domanda rispondo sempre che posso solo parlare della mia esperienza e io fortunatamente, ovviamente, non ho mai fatto compromessi, ma in sincerità, non mi sono mai trovata in situazioni di questo genere, tutti i provini che ho fatto, tutte le audizioni che ho sostenuto e i set che ho frequentato sono sempre stati esemplari sia dal punto di vista della correttezza che di serietà, non mi è mai stato chiesto di scendere a compromessi, però è uno stereotipo che non va confermato quello che, molto spesso si dice, ma come in tutti gli ambiti lavorativi le scorciatoie esistono purtroppo è anche un mondo dove esistono molte raccomandazioni. Secondo me, sta anche molto alla persona guardarsi allo specchio e decidere chi vuoi essere, sono arrivata qui non cosi ma perchè ho lavorato bene, ho fatto qualcosa di buono.
Nel tuo lavoro hai fatto incontri importanti, ho visto che hai lavorato anche con Proietti, quanto ti ha dato questa esperienza?
Tantissimo, tantissimo, Proietti è un maestro di vita, e poi sul set una cosa che mi ricordo di lui e che vietava a tutti di portare i cellulari, questo mi ha fatto capire quanto la concentrazione sia fondamentale sul set, lui è stato veramente meraviglioso, abbiamo girato delle scene, io e lui da soli, una settimana di riprese con lui è valsa quanto un mese di stage intensivo
Chi è Ludovica?
Ludovica Bizzaglia è una ragazza di 23 anni che ama la famiglia, ama i valori e i principi della vita, ama la libertà che speso si toglie da sola perchè sono stata cresciuta con una educazione molto molto severa nei confronti del lavoro. Mia mamma mi ha sempre detto che io sono una fortunata a poter essere chi sono quindi sento molta responsabilità addosso. Spesso avrebbe voglia di scappare ma è una ragazza che crede nei propri sogni, nel proprio talento perchè è sbagliato dire il contrario, odio chi si piange addosso e chi non riconosce la realtà delle cose e quindi spero davvero di riuscire ad arrivare sempre più in alto.
Parliamo di questa bellissima esperienza letteraria, Abbi cura di splendere, è in qualche modo il tuo esordio da scrittrice, cosa ti ha spinto a scrivere, poi mi parlerai di ciò che hai scritto…
La cosa che mi ha spinto a scrivere questa storia è stato il pubblico di ragazze che mi segue, nel senso, ho sempre preso a cuore e come impegno, molte tematiche da dover affrontare sui social network, soprattutto per quanto riguarda il fenomeno del femminismo e dell’auto accettazione; è un tema che mi sta veramente a cuore. Io, in primis, molto spesso, vengo vista come uno stereotipo da non confermare, cioè lavoro in un mondo dove non bisogna avere la taglia 38, dove non bisogna essere per forza, bionde e con occhi azzurri per arrivare quindi, ho scelto di parlare in maniera diretta e concreta alle ragazze che mi seguono. E’ il libro che io avrei voluto leggere a 16 anni, questo è quello che ripeto sempre, e con il riscontro che sto avendo, credo di avere raggiunto l’obiettivo.
Una domanda legata ai social, quanto valore dai a questi mezzi di comunicazione, sul piatto della bilancia…
Dico sempre che per me i social network sono un mezzo di comunicazione di massa potentissimo. La nostra generazione è fortunata ad avere una viralità ed una immediatezza istantanea, possiamo parlare con persone in tutte il mondo e penso che sia un regalo che ci sia stato fatto, tuttavia ritengo che, come tutti gli strumenti, bisogna saperlo usare. Nel libro infatti, parlo anche di bullismo e Cyber bullismo, nel senso che, quello che si mette in rete rimane in rete non c’è modo di modificarlo, motivo per il quale sento la responsabilità non solamente di quello che dico ma come lo dico. Spesso vedo persone molto seguite che non dovrebbero stare sui social, nello stesso tempo non sono d accordo con gli adulti che condannano questi modi di comunicare, trovo quest giudizi totalmente sbagliati, mi sembra giusto che ognuno si rapporti con i strumenti della propria generazione, ci siamo nati non è colpa nostra.
Passiamo al tuo libro… nell’introduzione esprimi un pensiero molto giusto, il tuo è un libro per giovani, come te, e al di là della storia che tutti potrebbero vivere, uno dei messaggi che mi ha colpito è scoprire che a volte sbagliare risulta essere poi la cosa più giusta da fare, è cosi
Assolutamente, è una cosa in cui credo fortemente, non credo nelle perfezione delle cose anzi credo che accettare, abbracciare i momenti di tristezza personale, interiore sia fondamentale per conoscere se stessi e per trovare la forza. Io, prima personalmente non volevo stare male, allontanavo il dolore, crescendo ho capito che è importante non evitarlo anzi bisogna viverlo e aspettare che finisca per ricominciare. Nel libro parlo anche di occasioni perse ed questo il messaggio che voglio dare, un’occasione persa oggi non significa vivere un dramma anzi è qualcosa che ti può portare, da un momento all’altro, a viverne un altro ancora più bello e ancora più giusta per te. Sono convinta che ognuno di noi ha la propria storia già scritta e anche i propri dolori vanno vissuti.
Quanto c’è di Ludovica in Lulli?
Guarda, è una storia di formazione, quindi è una storia completamente inventata, ma il libro è pieno di elementi autobiografici sia quelli vissuti in prima persona sia rispetto a personaggi di contorno alla protagonista, ripresi da persone che io ho avuto vicino e che ho tutt’ora. Non sono io Lulli, nel senso che ho deciso di descrivere un ragazza diversa da me ma con lati del carattere certamente a me molto affini.
Mi ha colpito molto il personaggio di Vit (Vittorio), il giovane filosofo che, in qualche modo, possiamo considerare la coscienza, il grillo parlante che parla all’orecchio di Lulli. Vittorio le dice che stagnare, rimanere sui propri passi per paura di fallire, non è la strada giusta per andare avanti…
Si, è cosi, ho voluto fortemente che i personaggi maschili fossero solo di contorno, molto spesso, nelle storie che ascoltiamo, la donna è sempre vista come la mamma di, la figlia di, la fidanzata di, mentre, in questa storia, i ragazzi di sesso maschile sono di contorno e di accompagnamento alle vicende di della protagonista quindi anche il fidanzato non doveva essere lo stereotipo del solito fidanzato che prende il centro della storia ma, come si può capire, leggendo il libro fino alla fine, Lulli, lo tiene da parte, nel senso che prima di tutto vive la sua vita. E’ un concetto che cerco sempre di spiegare alle ragazze che incontro e che mi seguono, un fidanzato deve essere un valore aggiunto alla loro vita non una dipendenza.
Ogni personaggio, nel bene e nel male ti da qualcosa, come hai spiegato prima, nel libro parli di bullismo, anche di quello virtuale, delle tue amiche con le quali però hai anche momenti di fraintendimenti forti, rapporti dai quali, però, si può ricominciare per andare avanti, soprattutto per ritornare a sognare, non è in fondo questo il tuo messaggio?
Ogni personaggio rappresenta una problematica diversa e uno sviluppo alla stessa, non credo neanche ai finti finali troppo belli credo che i ragazzi vogliano sentire parlare di verità. Anche l’allontanamento dalle amiche, o i disturbi alimentari non individuati subito sono l’esempio concreto di quello che accade oggi alle ragazze. Ovviamente, Lulli non poteva avere le stesse problematiche ma ugualmente, ho voluto comunque parlare di bulimia piuttosto che di anoressia, problema spesso preso sotto gamba, sottovalutato, anche se le conseguenze sono disastrose a livello psicologico.
Nel libro scrivi che, pur non essendo facile, non bisogna rinunciare ai propri sogni per paura di fallire…
E’ sempre quello che mi hanno ripetuto i miei genitori, fallimento non vuol dire debolezza ma forza per rivedere la luce e ricominciare. Il fallimento non è una colpa, non è una vergogna soprattutto se si hanno vent’anni
E come dire, che arriva sempre, prima o poi, il momento per fare ordine nella propria vita?
Si, anche, tuttavia, e questo è una cosa che ho imparato su me stessa, io sono una persona molto perfezionista ed estremamente esigente come stessa e anche con gli altri. Ho imparato che non bisogna dare un nome a tutto incasellare le cose al loro posto, molto spesso la risposta non c’è e se non la si trova non bisogna sentirsi stupidi o inadatti, in qualche modo, la risposta arriverà, le situazioni non vanno forzate, il tempo poi alla fine, l’esperienza mi ha insegnato, aggiusta tutto.
Comunque inseguire i propri sogni?
Si, sempre, i sogni sono quel qualcosa che ci fa alzare la mattina e continuare a credere in quello che siamo, quindi si sempre!
Ludovica è attesa dalle sue numerose fan e io non posso che andare via ringraziandola per la sua disponibilità, chiaramente non senza una foto insieme e la raccomandazione di non cambiare mai, perchè Ludovica Bizzaglia è davvero una bella persona!
Aspettavo con impazienza questa intervista e l’ho trovata molto interessante! È sempre un piacere leggere dei tuoi fortunatissimi incontri, Dony ^^
Grazie Ale…. Sono felice ti sia piaciuta..per me ogni volta è una bellissima esperienza.. ❤️