Un saluto ad Angela Contini da parte di tutta la redazione
Vorrei incentrare buona parte dell’intervista sul tuo libro Tutti i colori del cielo.
Scrivere di violenze a una donna non è certo semplice, ancor più se parliamo di una ragazzina. Quanto è stato faticoso e dispendioso tratteggiare il personaggio di Jane?
Non è stato facile, esatto. Non lo è stato per diverse ragioni. Scrivere di violenze cercando di immedesimarsi nella protagonista è stata quasi essa stessa una violenza su me stessa. Ritrarre un personaggio simile è costata non poca fatica, un po’ perché dovevo renderlo credibile, un po’ perché non potevo e non volevo scadere nell’ovvio, come spesso succede quando si toccano argomenti simili e un po’ perché il rischio di diventare troppo “cruda” era dietro l’angolo. Alla fine ho optato per la verità, quella che mi nasceva dal cuore, senza mai forzare il personaggio di Jane.
L’amore tra sorelle è quello che per primo salva Jane e Charlotte. ognuno a diritto alla propria Charlotte?
Sarebbe meraviglioso se, chi non ha una Charlotte, potesse inventarne una. Credo di sì, ognuno ha diritto a una persona accanto che si prenda cura di noi, risollevi il morale nei momenti del bisogno, dia una pacca sulle spalle, un sorriso o anche una tirata d’orecchi, a prescindere che si tratti di una sorella o meno. La solitudine non è amica di chi soffre, in nessun caso.
Delineare Jane molto più sotto l’aspetto psicologico rispetto a quello fisico è stata una scelta voluta o lo sviluppo della storia ti ha portato a questo?
Jane si è scritta da sola, come tutti i miei personaggi. Il suo background era tale che facesse risaltare maggiormente i suoi pensieri, le sue emozioni, il suo modo di vedere la vita. D’altra parte, mentre scrivo, prediligo quasi sempre l’aspetto psicologico dei personaggi, piuttosto che quello fisico. Infatti le mie descrizioni fisiche sono poche e mi servono soprattutto per introdurre l’aspetto del personaggio al lettore, in modo che abbia ben chiaro cosa immaginare.
Liam. Intanto complimenti per non averlo stereotipato come bello impossibile; di lui mi è piaciuto tutto, ma ti chiedo questo: averlo così ben descritto è stato per dimostrare che l’apparenza spesso inganna?
Intanto grazie. Non amo particolarmente i Belli e Impossibili. I miei personaggi maschili rispecchiano spesso la realtà e sappiamo bene che la realtà è diversa dalla fantasia. Voglio uomini veri non un Christian Grey qualunque. Detto ciò, anche lui come Jane si è scritto da solo, fobie comprese. In effetti mi piaceva l’idea di questo omone di un metro e novanta pieno di debolezze. Volevo che arrivasse soprattutto il messaggio che “forte” non vuol dire per forza “prepotente”. Quindi sì, in definitiva, che l’apparenza inganna.
Cosa ti ha portato alla conclusione più logica del romanzo? Il voler terminare con il lieto fine da favola?
Parliamo di un romance, il lieto fine è quasi d’obbligo. Se questo non bastasse, adoro il lieto fine e se ancora non fosse sufficiente, Jane ne ha passate veramente troppe. Come potevo negarle la speranza di una vita degna, finalmente?
I Morgan ti danno la possibilità di fare altri romanzi legati a loro, Patrick ti aspetta. C’è una possibilità di un secondo romanzo?
In verità il romanzo su Patrick è già in mano a Newton Compton ed entro l’anno, se tutto va bene, vedrà la pubblicazione.
Liam e la sua famiglia, quanto di te nei bei rapporti familiari che hai descritto?
Molto poco. I miei genitori erano spesso fuori per lavoro e ho trascorso la mia infanzia con i miei nonni. Ho solo un fratello ma tre zie meravigliose che, insieme ai nonni, sono state il mio pilastro. Forse ho descritto ciò che mi è mancato.
Se avessi la macchina fotografica di Jane quale sarebbe il tuo soggetto preferito?
Le persone. La fotografia è una mia passione, e le persone sono il mio soggetto preferito. Non le persone “in posa”, ma le persone nei momenti in cui credono di non essere viste. Ritrarre un sorriso spontaneo è la cosa migliore che possa accadere a un fotografo.
La cover del tuo romanzo l’hai scelta tu? Io non ho rivisto molto Jane nella ragazza in copertina
La cover è una scelta di Newton. Non ero convinta all’inizio, poi ho cambiato idea. L’espressione della ragazza è serena e insieme al ragazzo guardano nella stessa direzione, proprio quello che mi aspettavo da Liam e Jane.
Questa domanda te la devo fare per forza, altrimenti come concludiamo la chiacchierata: I tuoi romanzi sono prevalentemente rosa, questa volta sei andata in un campo molto difficile e doloroso. Hai qualche altra sorpresa, magari in altri generi letterari?
I generi che prediligo sono il rosa e il fantasy e anche quelli in cui ho espresso meglio il mio stile. Ho in cantiere anche uno storico romance e chissà che un giorno non scriva un Thriller. Ma non è questo il giorno.
Grazie mille Angela è stato veramente un piacere
Grazie mille per questa bellissima intervista.