Ecco al nuovo appuntamento di Sogni di carta con l’intervista a Serenella Baldesi.
Cara Serenella, parlaci un po’ di te. Com’è cominciata la tua carriera da scrittrice?
La mia carriera di scrittrice è cominciata per caso. Fin da piccola mi piaceva scrivere e, per una vita, ho riempito quaderni e diari di ogni cosa: pensieri, annotazioni, sogni…
Dal 2014, dietro suggerimento di un amico, ho cominciato a seguire la scuola di scrittura Omero di Roma, attraverso la quale ho imparato le regole fondamentali della scrittura. Ho cominciato con i racconti, per poi approdare al romanzo. Il mio primo romanzo, pubblicato nel 2017, si chiama ”Cammino doppio” ed è incentrato sul Cammino di Santiago De Compostela, che ho effettuato più volte. Questo mio secondo, “Have a nice day”, è stato pubblicato l’anno dopo, nel 2018.
Com’è nato il romanzo “Have a nice day?”
Have a nice day, è il mio secondo romanzo. All’inizio volevo parlare di una storia di amicizia tra due donne; in seguito, scrivendo ne è scaturita una relazione sentimentale colorita da tanti elementi accessori che si sono man mano svelati necessari per la costruzione di una storia più completa, con tanti elementi diversi, al di là del plot sentimentale.
Quanto c’è di te nelle tue storie?
Quando scrivo attingo principalmente dal conosciuto, quindi anche da me; poi elaboro, invento, sogno. I pensieri che esprimo sono miei e fanno parte di me. Non scrivo mai cose che non penso realmente.
Una domanda a Serenella Baldesi donna, non scrittrice
Credi nell’amore inaspettato come accade alla protagonista Oli?
L’amore dovrebbe essere sempre inaspettato, altrimenti diventa ragionamento, calcolo e non è più amore. Oli, la protagonista del romanzo, si mette in discussione, ha il coraggio di cambiare la sua vita e di rimettersi in gioco a cinquant’ anni. Tutto può accadere a chi ha coraggio, niente succede per caso.
Che consiglio daresti a una persona che vorrebbe cimentarsi in un romanzo LGBT?
Per scrivere di relazioni omosessuali la cosa principale è non avere pregiudizi e pensare che si tratti di una storia d’amore, e basta. La sigla LGBT, a me non piace molto, sinceramente, perché sembra un marchio per identificare qualcuno che si ritiene “diverso”. Non la penso così, l’amore è un sentimento profondo che non fa distinzione di sesso, di razza, di religione…
Non posso che essere d’accordo.
“Have a nice day” credo sia un romanzo bellissimo che ha un grande messaggio da dare. Cosa significa scrivere per te?
Per me scrivere è dare voce ai miei pensieri, nel tentativo di toccare corde importanti anche per altri. Non so se il romanzo sia bellissimo. Io volevo parlare del coraggio di cambiare la propria vita in un’età in cui spesso si pensa che ormai i giochi siano fatti. Poi volevo parlare di amore, quello senza limiti imposti da convenzioni sociali, e di speranza e di felicità. Spero di esserci riuscita!
Sei anche una lettrice? Qual è la lettura che ti ha più colpito?
Sono una lettrice accanita, inoltre per scrivere è fondamentale leggere. La mia equazione è: tanto scrivo, tanto leggo. Non esiste una lettura specifica. Anche il libro più noioso e distante da me, può regalarmi una pagina o un passo di inaspettata bellezza. Citare dei titoli sarebbe riduttivo, perché o ne dovrei dire troppi, o dovrei far torto a qualche romanzo.
Hai progetti futuri?
Il futuro è oggi. Questo è il mio mantra personale.
Dove possono trovare i tuoi romanzi i lettori?
I miei libri sono in tutte le maggiori librerie e circuiti librari; laddove non fossero fisicamente presenti sono sempre ordinabili. Altrimenti c’è sempre il sito internet della casa editrice (www.edizioniensemble.it) e le maggiori piattaforme online di acquisto (come Amazon, Ibs, Libraccio, etc).
Ti ringraziamo per averci concesso questa intervista. Ti auguro in bocca al lupo per tutto!