Se sei un lettore abituale del nostro sito, e di conseguenza degli articoli che portano la mia firma, saprai benissimo quale è il mio territorio di competenza nella segnalazione di eventi e nella possibilità di fare interviste agli autori durante gli eventi. Se invece i tuoi occhi incontrano le nostre pagine oggi, per la prima volta, sono lieto di spiegarti che io seguo presentazioni e conferenze che si svolgono principalmente in Brianza, spingendomi fino al limite del consentito verso Como, Bergamo e Milano.
Oggi, dunque, ti parlo di “Voci della Storia”, un Festival storico letterario che mette in calendario numerose conferenze e altrettanti appuntamenti con gli autori, proprio in una bella porzione di Brianza, quel pezzo di Lombardia che si estende sopra Milano e che raggiunge i due laghi di manzoniana memoria.
Ho avuto il piacere di incontrare Eva Musci, vero deus ex machina di questo Festival, durante un evento organizzato a Carate Brianza in compagnia del giornalista Toni Capuozzo che quella sera presentava il suo libro La culla del terrore. Pertanto lascio che siano lei e le sue parole a introdurti nell’argomento e a raccontarti la storia di questa iniziativa che da qualche anno arricchisce la cultura del territorio portando grandi nomi di fama internazionale nelle nostre bellissime ville e nei nostri magnifici teatri.
Ciao Eva e grazie di avermi dedicato questo tempo prezioso prima della serata, intanto ti chiedo… Chi è Eva Musci?
Bella domanda… è una persona che ha avuto tanta fortuna nella vita, ma la fortuna non piove dal cielo secondo me, te la devi costruire. Io ho avuto la fortuna di poter fare più o meno sempre quello che volevo fare: ho iniziato con la moda, organizzavo sfilate ed eventi… poi non è stato più sufficiente, ho deciso che non era più la mia vita e ho cambiato! Mi sono occupata e mi occupo tuttora di comunicazione per le aziende… e poi un giorno, anzi una notte, ho deciso che volevo creare un Festival, più che altro con il fine di dare voce alla mia vera passione che è la storia.
Direi che hai fatto un ottimo riassunto della tua vita professionale, ma tutto questo come ci “porta” al mondo dei libri, delle presentazioni e degli incontri con gli autori?
Beh, la mia passione è quello! Io da piccola volevo fare l’archeologa, poi la vita si sa, spesso si evolve diversamente rispetto ai sogni dei bambini, però mi è sempre restata dentro quella cosa del “Io voglio fare l’archeologa” e quindi sono certa quando dico che la storia è da sempre la mia passione vera.
E così e nata l’idea di ideare questo Festival che si chiama “Voci della Storia”?
Esatto, il Festival è nato nel 2013, come ti ho detto l’ho pensato una notte che non dormivo. Ero a Sciacca, avevo appena visto la valle dei templi, avevo visto una chiesa bellissima che è quella di San Pietro, quella che è stata la parrocchia di Pirandello e che ora è una chiesa sconsacrata diventata un centro multimediale. Ha un affaccio su un terrazzo che guarda il tempio della concordia, una cosa da spezzare il fiato. Ecco in quel luogo magnifico ho avuto la folgorazione.
Mi sembra di aver capito, seguendo i vostri eventi, che questo Festival è molto legato al nostro territorio, la Brianza. Giusto?
Sì, esatto, gli eventi si svolgono quasi tutti qui, nel nostro territorio. Inizialmente erano solo sul comune di Seregno, li organizzavamo solo una volta all’anno e venivano accompagnati dalle esibizioni dei rievocatori storici, proprio perché io volevo fare l’archeologa. E così è stato fino al 2017. Una volta sono venuti i pretoriani, una volta i celti, una volta quelli della prima guerra mondiale.
Poi si è trasformato in un evento con autori e scrittori?
No, no lo è sempre stato. Le due cose sono sempre state insieme. Era proprio una mia volontà che andassero di pari passo. Volevo un Festival che fosse per tutti, anche per coloro che non amano leggere i libri, ma che, aiutati dallo spettacolo di una rievocazione storica, magari vengono spinti anche ad avvicinarsi anche al mondo della lettura.
Come scegli gli autori da portate al Festival?
Beh, i libri che presentiamo sono tendenzialmente sempre libri nuovi, ma capita anche che ci inventiamo delle conferenze che non necessariamente siano legate ad un libro in uscita, decidiamo noi di cosa vogliamo parlare e di conseguenza facciamo l’invito. Con certi autori, come con Cardini, Barbero, Sergio Romano, Gianni Oliva, che vengono al Festival dal 2013, quindi da sempre, si è instaurato un rapporto di amicizia e quindi magari decidiamo un tema da trattare e organizziamo la serata.
Tu lo chiami “Festival” ma gli eventi son ben dilazionati nel tempo, non è tutto concentrato nell’arco di una o due settimane…
Non sempre i Festival sono circoscritti a poche settimane. Questo a Carate Brianza sì, sono state conferenze fatte una settimana attaccata all’altra perché così ha voluto il “Centro culturale europeo”. Negli anni questo centro che fa capo all’Università San Raffaele ha voluto in un certo senso inglobare il Festival, cioè ha voluto che a Cesano Maderno ci fosse il Festival. Dal 2017 facciamo tappa fissa a Cesano perché lo vuole l’università San Raffaele e lo vuole in quella forma. Sta a me rispettare la richiesta del mio committente che lo vuole strutturato su quattro o sei conferenze nell’arco di quindici giorni.
Quanto ti arricchisce avere a che fare con gli autori? Le locandine degli eventi dicono che ci sono sempre grandi nomi.
Tantissimo! Nella maggior parte dei casi più sono grandi, più sono umili.
La mia esperienza mi porta a darti ragione. C’è qualche nome che in questi anni ti ha colpito maggiormente, ovviamente senza far torto a nessuno. Qualche nome il cui ricordo porti con te più piacevolmente?
No, infatti, non vorrei dimenticare qualcuno. Beh, sicuramente Franco Cardini è il mio mentore, il mio faro. Con lui c’è un rapporto veramente strettissimo, ci sentiamo in continuazione. Lui ha scritto per me quello che era il manifesto degli intenti del Festival: io gli ho detto quello che volevo e lui me lo ha donato. Ha davvero interpretato tutto ciò che io avevo in mente e questa trovo sia una cosa fantastica. Poi Alessandro Barbero che anche lui è venuto dal 2013. Un altro rapporto molto stretto è con Sergio Romano che è una persona straordinaria… ma guarda io potrei dirti tanti nomi… Emilio Gentile che sembra a volte tanto rigido e invece è una persona simpaticissima con un acume letterario incredibile.
Adesso c’è anche una sessione invernale, dove leggendo la locandina apparentemente sembra che il programma sia un po’ più leggero. Sbaglio?
Sì, dal 2016 c’è la sessione “Fall Winter”. Abbiamo voluto farlo così più “leggero”, perché abbiamo fatto due sessioni, quella primaverile a Seregno e Meda, e quella autunnale a Cesano Maderno, molto pesanti, molto tecniche. Quindi volevamo dare un pochino di leggerezza, visto che insomma andiamo anche verso Natale e non si può essere sempre troppo rigidi. In realtà io sarei sempre super impegnata, ma per questo periodo dell’anno va bene così.
Adesso apriamo delle conferenze anche a Limbiate, a dimostrazione che il Festival si sta proprio allargando a macchia d’olio. Pensa siamo andati anche a Nervesa della battaglia in provincia di Treviso.
Concludendo, come viene accolto dalla gente questo Festival, quanti spettatori ci sono a questi eventi e che target di pubblico viene ad ascoltarvi?
Direi benissimo, i saloni sono sempre pieni, qualche settimana fa a Meda con Mauro Corona abbiamo fatto grandi numeri, da follia. La cosa bella e positiva è che ci sono sempre tanti giovani, e questa non è una cosa così scontata.
Per i nostri lettori, se volessero aggiornarsi su tutti gli eventi che organizzi, dove possono cercare? So anche che tu sei molto “social”.
Purtroppo.
Perché purtroppo?
Perché a volte è un po’ un obbligo. Se tu fai questo lavoro l’impegno che serve per promuovere il Festival è davvero grande. Devi sempre stare on line e devi sempre raccontare quello che fai. Per essere aggiornati c’è la pagina Facebook del Festival Voci della Storia.
Ringrazio vivamente Eva Musci, che credimi è una vera forza della natura, è stato un incontro illuminante che mi ha lasciato addosso tantissima energia. Del resto rinnovare questo Festival ogni anno mantenendo sempre alto il livello della proposta richiede davvero doti e capacità non indifferenti.
Alcuni nomi?
Oltre a quelli che ha già citato Eva nell’intervista potrei aggiungere Antonio Caprarica, Andrea Vitali, Andrea Marcolongo, Alessandro Vanoli, Gianluigi Nuzzi.
E ancora per la Fall Winter edition, Veronica Pivetti, Katia Follesa e Angelo Pisano e i prossimi che verranno:
Mercoledì 11 dicembre a Seregno Fabio Volo che presenta Una gran voglia di vivere
Martedì 17 dicembre a Cesano Maderno Valerio Massimo Manfredi che presenta Antica Madre.