«Avevi mai baciato una ragazza prima di ieri?» mi domandò.
«No» risposi con un filo di voce.
«Non ci credo. Dici davvero?»
«Davvero.»
«E ti è piaciuto quando ci siamo baciati?»
«Sì…» sospirai.
«E allora perché non ci riprovi?» sussurrò.
Eugenio Nascimbeni
EUGENIO NASCIMBENI E IL SUO ROSA
Cari iCrewers per la rubrica Sogni di Carta ho il piacere di presentarvi Eugenio Nascimbeni, un autore che ha esordito nel 2007 e che tutt’ora è molto attivo in campo letterario.
Caro Eugenio ti andrebbe di parlarci un po’ di te e delle tue opere?
Come autore ho esordito nel 2007 con il romanzo thriller Il Traghettatore pubblicato da Leonardo Facco, editore free della bergamasca.
Nel giugno 2012 ho pubblicato per Lettere Animate Editore il romanzo giallo L’angelo che portava la morte, qualche mese più tardi è uscito, per Falzea Editore, il romanzo thriller fantasy La profezia di Karna e L’amuleto maledetto.
L’anno seguente, sempre con Lettere Animate Editore, è stato ripubblicato, in una versione extended, il mio romanzo d’esordio Il traghettatore e parallelamente lo spin off dello stesso, dal titolo L’attesa di Caronte.
Editato sempre da Lettere Animate Editore, il romanzo thriller a sfondo psicologico Delirio (2015).
Tra le opere in selfpublishing segnalo Spiriti Immortali, una raccolta di poesie dedicate ai grandi nomi della musica, del cinema, dello sport prematuramente scomparsi e diventati Miti.
Non è mai troppo presto per amare, pubblicato il 6 aprile 2017 da Amarganta Editore, è il mio primo romanzo romantico sentimentale.
Quali sono le tue passioni?
Amo leggere, soprattutto romanzi di genere thriller e poliziesco, scrivere (in passato sono stato collaboratore del sito culturale Deliri Progressivi), e ascoltare della buona musica rock e blues. Il mio artista preferito è Bruce Springsteen, di cui sono un grande fan.
In campo letterario, accanto agli autori più celebri del genere che prediligo, nutro una profonda passione per Jorge Amado, superbo cantore del Brasile e della sua gente.
Non è mai troppo presto per amare…
Fabio, dodici anni, un quartiere metropolitano di cui conosce ogni angolo, un gruppo di amici con cui passare le giornate. Poi le lunghe vacanze in campagna, dagli zii, e l’incontro che sconvolgerà la sua esistenza e le sue piccole grandi certezze, quello con la bellissima Lea, di due anni più grande.
Un amore a prima vista, totale e profondo, come totali e profondi possono essere i sentimenti vergini di chi si affaccia alla vita. Passando dagli scorci di Milano all’entroterra di Pesaro, Nascimbeni riesce con delicata maestria a delineare lo sbocciare del sentimento nell’animo di Fabio, suscitando nel lettore un’empatia totalizzante nei confronti del piccolo protagonista.
La prosa, curata e fluida, risveglia nella memoria tempi, cadenze e sensazioni in perfetto sincronismo con l’evolversi del narrato, ottenendo il miracolo di mescolare la fantasia con la realtà che ci appartiene.
Per lei avrei fatto di tutto, qualunque cosa mi fosse stata chiesta.
Quello che nessuno poteva costringermi a fare
era smettere di amarla con tutto me stesso,
anche se sembrava proprio che lei non mi volesse più.
A quale pubblico consiglieresti la lettura di questo romanzo?
Mi permetto di ribaltare la domanda.
Non consiglierei questo romanzo a quei lettori che cercano le solite storie romantiche, spesso piatte e dall’esito scontato. Il finale di questo romanzo, per contro, come ha scritto una lettrice è…
Un vero pugno nello stomaco in grado di commuovere.
Non lo suggerirei neppure ai tanti che cercano un po’ di “pepe” tra le pagine, come accade in alcuni filoni del romance. Si tratta di una storia che ha il profumo dei tempi andati, di stagioni nelle quali bastava uno sguardo, un bacio casto e delicato per scatenare un palpito d’amore. Il mio romanzo ha riscosso un interesse trasversale: dai giovanissimi, alle zie o alle mamme, come ho avuto modo di valutare durante l’ultimo Salone del Libro di Torino.
Perché scrivere un romanzo rosa se la tua passione sono i thriller?
Questa è un’ottima domanda. Non scrivo sotto dettatura, per inseguire le mode del momento (e ce ne sono davvero molte) o per compiacere un certo tipo di pubblico. Lo facessi, non sarei uno scrittore.
Molto semplicemente mi ha guidato l’ispirazione del momento o, per meglio dire, un’autentica folgorazione.
L’idea per questo romanzo, infatti, mi è venuta ascoltando una celebre canzone di Rod Stewart, Maggie May, che è una struggente ballata che parla del rapporto tormentato tra il protagonista e una ragazzina di qualche anno più grande. La cosa curiosa è stata che , all’improvviso, ho capito di avere tra le mani un’ottima storia completamente diversa da quelle narrate in precedenza.
Non potevo certo cestinarla solo perché la mia inclinazione letteraria è di genere differente. Chi ha letto Non è mai troppo presto per amare, tuttavia, mi ha fatto osservare che nel romanzo sono presenti almeno tre generi letterari differenti, dal romance al fantastico passando per i romanzo di formazione. Era quello che volevo sentirmi dire.
Ci delizieresti con dei versi che più ti piacciono di Jorge Amado?
Quella prima notte nella casa senza Gabriella,
vuota della sua presenza, dolorante di ricordi.
Notte pesante, lunga come la fine del mondo,
pesante come se portasse sulle spalle tutto il peso di tutta la terra.
Fra le lenzuola, nel materasso, era rimasto il profumo di garofano di Gabriella.
Gabriella garofano e cannella
Ti ringrazio molto per questi versi e ora passerei a farti delle domande inerenti al campo editoriale.
Come credi che evolverà l’editoria in Italia?
Parlo con cognizione di causa avendo lavorato molti anni per uno tra i più grandi gruppi editoriali italiani. Penso che l’evoluzione, del resto già una realtà, sarà ancora di più la concentrazione in poche mani del settore editoriale “che conta”, se così possiamo dire. La speranza è che sopravvivano le piccole realtà indipendenti, già esistenti, ben strutturate e agguerrite, che possano permettere al pubblico la possibilità di scegliere.
Le librerie sono destinate a sparire?
Mi auguro di no, anche se la realtà è fatta di grosse concentrazioni di librerie standardizzate, ugualmente importanti e che peraltro frequento abitualmente. La migliore libreria? Quella di nicchia, piccola ma ricca, dove il librario sia in grado di essere fidato amico e consigliere. Tutto il contrario, in due parole, rispetto allo standard cui siamo abituati.
Mi lasci un consiglio per i giovani scrittori?
Il consiglio che mi sento di dare a chi ha un libro nel cassetto e vorrebbe farselo pubblicare, è quello di stare alla larga dall’editoria a pagamento. Scucire dei soldi per vedere il vostro nome stampato sulla copertina di un libro può appagare la vostra vanità, ma non fa di voi uno scrittore. In sostanza sarebbe come ingannare se stessi, prima ancora che gli altri. Se il romanzo è valido e ci credete veramente, rivolgetevi alle case editrici free: ce ne sono in giro molte, bene organizzate e intraprendenti. In alternativa autopubblicatevi, magari dopo un buon editing.
Ti ringrazio per essere stato ospite di iCrewplay e di averci lasciato con un ottimo consiglio.
Vi saluto cari iCrewers e come dico sempre…
IN ALTO I NOSTRI CUORI!!
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