A mio parere un thriller è ben scritto
quando il lettore si ricorda di respirare
nel momento in cui deve voltar pagina.
Nadia Boscu
Nadia Boscu un viso Fantasy con un’anima Horror
Cara Nadia Boscu sono felice di averti come ospite nella nostra rubrica Sogni di Carta. Ti va di dirci quanti romanzi hai pubblicato finora?
Buon giorno cari iCrewers, ringrazio Cristiana per questa opportunità.
La mia avventura come scrittrice nasce nel 2015. Anno in cui viene pubblicato l’horror Uno sguardo nel terrore dalla Casa Editrice GDS. Nel 2016 Lettere Animate pubblica il fantasy La Chiave del Portale.
E poi ho scritto alcuni racconti:
La Trasformazione nella Raccolta Io scrivo per voi.
Il Regalo nell’Antologia Schegge per un Natale horror, 2016.
Fiori di pietra nella Raccolta I Racconti di Primavera, 2017.
Quel giorno nell’Antologia Z di Zombie, 2017.
La madre racconto che compare nel Webmagazine Creative Network La Soglia Oscura n.4.
Il bacio nella raccolta di racconti Io me lo leggo 2, 2017.
Ci parli un po’ di te?
Vivo vicino a Cagliari con mio marito, mia figlia e due cani. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze Biologiche, ho lavorato per diversi anni come ricercatrice di antivirali, realizzando uno dei miei grandi sogni: lavorare con i virus. Sono stati anni importanti, che mi hanno dato molto e mi hanno fatta “evolvere”. Sono stata molto fortunata. Dopo svariate esperienze lavorative – non sempre in campo biologico – mi sono dedicata a tempo pieno alla famiglia e alle altre mie grandi passioni: la lettura e la scrittura.
Come sei arrivata a pubblicare Uno Sguardo nel Terrore e La Chiave del Portale?
Spesso dico scherzando che ho cominciato a scrivere storie appena ho imparato a prendere la penna in mano. In realtà… è davvero così: non ho mai resistito ad un foglio bianco!
Tuttavia, la fame insaziabile per i libri è arrivata quando avevo undici anni, dopo aver letto Gli occhi del drago di Stephen King. Da allora non ho più smesso di leggere, soprattutto i suoi libri. La decisione di fare sul serio con la scrittura è maturata solo nel 2013, in seguito all’incontro con il mitico Terry Brooks, che adoro e di cui ho letto quasi tutto.
Come fa una ragazza dolce e carina come te a scrivere Horror cosi terrificanti?
Quando le persone scoprono che, oltre al fantasy, scrivo anche horror, si stupiscono sempre (naturalmente parlo di chi non mi conosce bene…), accennando al mio aspetto mite e cordiale.
La cosa mi diverte, ma non smetto mai di rimarcare che in ognuno di noi vi è una doppia natura. Tutti siamo luce e tenebra.
Io esprimo la mia oscurità scrivendo horror. Inoltre in questa maniera esorcizzo le mie paure, trasformandole o cercando di trasmetterle con le mie parole.
Quindi se l’Horror è la tua tenebra, il Fantasy è la tua luce?
Il Fantasy, mi rende libera di creare. Posso abbattere ogni barriera. La mia mente non ha limiti e con questo genere posso farla divertire.
Posso ideare le storie che più mi piacerebbe sentire, giocando con tutto quello che ho letto, vissuto e visto, componendo un puzzle tutto mio.
Il fine, per entrambi i generi, è comunque lo stesso: provare emozioni ed emozionare il lettore, portandolo con me.
Hai una colonna sonora che ha ispirato i tuoi romanzi?
No, nessuna colonna sonora, ma sicuramente alcune canzoni mi hanno aiutato a sentire le giuste emozioni per scrivere alcune scene.
Ho voluto riportare l’immagine del gatto protagonista del tuo fantasy La Chiave del Portale così come io l’ho immaginato grazie alle tue parole.
Quale passione ti lega a questi animali?
Sono cresciuta con i gatti e li considero animali stupendi. A mio parere racchiudono un po’ di quella magia che io cerco sempre disperatamente.
Il mio fantasy La Chiave del Portale vuole essere anche un omaggio a queste splendide creature con cui ho condiviso tanti momenti della mia vita. Per questo motivo rivestono un ruolo molto importante nel mio romanzo.
Su cosa stai lavorando adesso?
Al momento sto lavorando sia a un romanzo horror, che ad uno fantasy. Non so chi vincerà tra i due, ma di certo ci sarà da divertirsi, ve lo prometto.
Apriamo una piccola parentesi sui consigli… Come si arriva a pubblicare con due case editrici non a pagamento, o come le chiamiamo noi NOEAP?
Dopo aver completato il mio primo libro nel 2014, e aver fatto un’attenta ricerca sulle case editrici NOEAP, che potessero contemplare il mio lavoro, ho tentato la sorte e ho atteso risposta.
Credo che l’attesa sia sempre la parte peggiore in tutto questo, ma quando arriva una risposta… be’, c’è da svenire. Anche solo ricevere due righe di considerazione ti fa sentire nel giro. Ti fa credere che sia possibile quello che stai facendo.
Poi, quando un bel giorno ricevi una proposta di pubblicazione, dopo l’iniziale incredulità e il successivo mezzo infarto, ti senti come se ti avessero lavato con l’ammorbidente, e per qualche tempo ti porti dietro quell’aria di assoluta e perfetta felicità che ti fa brillare gli occhi.
E se un giovane scrittore ti chiedesse ‘come posso fare per pubblicizzare la mia opera’, tu cosa risponderesti?
Per pubblicizzarmi in realtà non ho fatto molto. Devo tutto ai miei amici e a chi ha letto i miei lavori. Mi sono ritrovata in un vortice e il resto è venuto da sé. Non sono brava con il web, ma le presentazioni sono state parecchie e la voce ha cominciato a girare…
Non mi resta che salutare tutti e ringraziare la simpaticissima Nadia Boscu per questa intervista, le auguro buona fortuna.
Vi lascio con un Estratto del suo ultimo racconto dal titolo Il Bacio contenuto nella Raccolta di racconti Io me lo leggo 2:
Il Bacio di Nadia Boscu
Quando aprì gli occhi, non riuscì a capire dove si trovasse, tantomeno a ricordare come vi fosse arrivato. Tutto quello che poteva trovare nella sua testa annebbiata era una grande confusione. Oltre al fatto di non avere idea di cosa gli fosse capitato, il freddo pungente era un’altra certezza. Daniele Marinotti, proprietario di una delle banche più influenti del paese, ma ormai in procinto di ritirarsi, contava di godersi gli anni a venire nella sua nuova proprietà in Sardegna. Vicina ad alcune delle più belle spiagge dell’isola e al contempo immersa nella selvaggia macchia del Supramonte, la villa prometteva tutta la privacy e la pace di cui, ormai sulla soglia dei settanta, sentiva il desiderio. Ed era lì, appunto, che finivano i suoi ricordi…
Alla prossima intervista e come dico sempre:
In alto i nostri cuori!
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