Caro lettore, dopo alcuni mesi che lavoro in smart working (o lavoro agile) ho voglia di condividere con te le mie opinioni in merito.
È giusto fare una premessa: sono una donna giovane, quindi molto vicina alle tecnologie utilizzate per questo lavoro; da poco ho iniziato a lavorare in ufficio, quindi ho ancora molta carica la linea della curiosità e della scoperta; terzo, ma non meno importante, sono una ecologista, che sosterrà sempre le idee che aiutano l’ambiente.
Ho voluto fare questa premessa, perché tutto ciò che scriverò è ovviamente influenzato da ciò che sono e, come tale, può darsi che molti non siano d’accordo, ma resta la mia semplice opinione. Sicuramente lo smart working dovrà essere regolamentato, contratti adeguatamente compilati con accordi tra sindacati e aziende, ma non rientra nelle mie competenze, io qui esprimerò il mio pensiero, per ciò che sto vivendo da giovane quarantenne.
Un giorno in Italia è arrivato questo Coronavirus, dopo la prima settimana di spaesamento e blocco totale anche noi nella Pubblica Amministrazione ci siamo dovuti organizzare, prima si andava a scuola, poi per due mesi siamo stati anche noi bloccati nelle nostre abitazioni ed ora pian piano stiamo ritornando ad una vita parzialmente normale, con un gruppo di colleghe che vanno in ufficio e gli altri lavorano da casa.
Se mi domandassero un’impressione, il mio voto finale sarebbe un bel 5 stelle con la speranza di poter continuare anche in un futuro. Ecco le mie motivazioni.
La maggior parte di noi amministrativi (scuole e comuni) non deve recarsi tutti i giorni al lavoro, questo comporta un minor consumo di benzina e utilizzo della macchina, secondo me prima o poi ci accorgeremo della differenza di questo minor movimento della gente, con un gran beneficio per l’ambiente. Io ho fatto due conti: i soldi di un abbonamento extraurbano più o meno equivalgono ai soldi di connessione internet, corrente elettrica e riscaldamento (qualora si dovesse continuare).
Gli uffici potrebbero usare/pulire meno stanze, con un ulteriore risparmio di corrente e detersivi utilizzati per pulire gli uffici. E anche per questo l’ambiente ci ringrazierà, perché i detersivi che uso a casa, di sicuro sono meno aggressivi e dannosi sia per le superfici che per il loro utilizzatore e per l’ambiente dove i residui vengono scaricati.
Penso alle mattine d’inverno, fredde, piovose, non ci sarebbe nessun obbligo di uscire, ma la possibilità di restare in casa e uscire nel pomeriggio, quando non piove più! Una minor probabilità, per come sono fatta, di influenzarmi!
Ho imparato ad utilizzare molti programmi che prima non sapevo usare. È vero ho un grande vantaggio, mio marito sa cercare e imparare a usare i programmi più utili allo scopo. Ho imparato a rinominare i file con un piccolo pulsante, oppure un miglior uso di programmi famosi, ma alle volte usati solo parzialmente, perché il corso per impararne un adeguato utilizzo l’ho seguito 10 anni fa!
Mi sento molto libera di gestire ciò che devo fare e come farlo. Voglio dire, per fortuna questa cosa è successa dopo che lavoravo già da alcuni mesi con questa mansione, quindi ormai ho capito quali sono i lavori da fare, come farli e quali sono le priorità. Se un giorno vedo che internet funziona male, mi metto a scansionare i documenti, a fare archiviazione e continuo il resto del lavoro quando la connessione funziona meglio.
Guadagno due ore di trasporto tra andata e ritorno, cercavo di non considerarlo proprio tempo perso dedicandomi alla lettura di qualche audiolibro, ma non era sempre così semplice e applicabile.
Ultima, ma per me molto importante motivazione, vedo i miei animali di casa (un cane e tre gatte) molto felici della mia presenza. Penso alle mamme con bambini in età prescolare, o quando i bambini sono a casa con l’influenza, la gestione della famiglia sarebbe più semplice, rispetto all’obbligo di recarsi in ufficio o prendersi un giorno di ferie. Secondo me è la perfetta condivisione tra lavoro e famiglia.
C’è anche qualche lato negativo: una minor socialità con i colleghi, facilmente risolvibile con qualche cena senza parlare di lavoro e una minore possibilità di chiedere aiuto o nuovi insegnamenti ai colleghi, ma sono altrettanto sicura che se questa modalità prenderà piede miglioreranno anche i mezzi a disposizione per insegnare il lavoro anche ai neoassunti.
Consigli letterari su smart working
Mi piacerebbe migliorarmi con questa nuova tecnica lavorativa, così ho cercato qualche libro la cui lettura potrebbe aiutarmi con questa nuova modalità lavorativa.
Nel libro Smart Working – Organizza la tua scrivania digitale e risparmia tempo di Dario Marcato, potrai leggere il “Metodo 5S” e imparare ad applicarlo in ambito digitale, imparando così ad organizzare la tua scrivania, riducendo le perdite di tempo per cercare ciò che ti occorre (cartelle, file e programmi).
In Guida Pratica allo Smart Working: Normativa, Strumenti e Digital Kit per Smart Workers di Diego Zarneri , potrai imparare come organizzare la postazione a casa, o come partecipare a bandi e concorsi, o ancora potrai leggere i consigli di un fisioterapista.
C’è un libro che vede più effetti positivi che negativi, se ti ho incuriosito, puoi leggere Lavorare da casa. Zero distrazione e produttività al massimo di Massimo Boccuzzi.
Se, invece, il tuo problema è la gestione del tempo, il libro giusto per te è Time management sistema 21′: Impara a gestire il tuo tempo per performance ad alto impatto del Dottor Roberto Castaldo; io, come tutte le donne, tra casa e famiglia vorrei sicuramente una giornata da 48 ore, ecco perché leggerò questo libro.
Leggendo il libro Smart Working: Tool e attitudini per gestire il lavoro da casa e da remoto di Cristiano Carriero, potrai avere un manuale completo su tutto quello che ti potrebbe servire con lo smart working dai programmi alle varie app utilizzabili per una maggiore produttività.
Se vuoi capire meglio che cosa cambia a chi lavora con il lavoro agile, non puoi lasciarti sfuggire la lettura di Smart Working: istruzioni per l’uso: Che cosa cambia con le nuove modalità di lavoro di Villa Dario, leggibile gratuitamente su Kindle.
Ti presento ora alcuni libri, per chi è alle prime armi e vuole imparare una nuova gestione di questo “lavoro moderno”: Smart working: i primi passi di Cristina Iacono, oppure The Smart Art: Manuale di sopravvivenza nell’era dello Smart Working di Aldo Tripiciano.
Il lavoro agile è un modo diverso di lavorare si tratta, quindi, secondo me, di capire come organizzarsi senza spaventarsi del cambiamento, potrai trovare qualche consiglio utile leggendo il libro Smart working: mai più senza: Guida pratica per vincere la sfida di un nuovo modo di lavorare di Arianna Visentini e Stefania Cazzarolli,
Ora ti voglio consigliare tre libri per diventare un vero esperto di smart working: The Smart Working Book: L’età del Lavoro Agile è arrivata di Koen Lukas Hartog, Andrea Solimene e Giovanni Tufani, Dodici passi per fare smart working: Diventando un vero smart worker a cura di Umberto Santucci e Le basi del lavoro smart: 33 consigli e idee per lavorare nel digitale di Andrea Famularo.
Leggete… con la lettura volerete! Buona lettura e buon lavoro a tutti!
Per me è un’ottima soluzione da portare avanti per tutte le motivazioni che hai scritto, alternandola alla presenza in ufficio per non più di 1/2 giorni a settimana, che comunque è utile per condividere e organizzare le attività.
Io ci lavoro da più di 10 anni nella P.A e la vita d’ufficio così sarebbe molto più sopportabile!
È ottimo per le emergenze, ma farlo sempre sembra una quarantena eterna. Alienante, interazione zero. E comunque se vogliono farlo, già esiste la legge sul lavoro agile. Ed è basata sulla volontarietà. Poi quello che abbiamo fatto è solo il vecchio telelavoro.