Sei tutti i miei sbagli è l’attesissimo libro scritto da Penelope Ward e pubblicato in Italia da Newton Compton Editori. Il titolo originale è Neighbor Dearest, te lo dico perché se sei un/a fan di Penelope Ward, questo titolo ti farà venire in mente uno dei suoi precedenti libri Stepbrother Dearest – in italiano Non avrai segreti – e non è un caso.
Premetto che Sei tutti i miei sbagli è un libro auto-conclusivo, per cui non aver letto Non avrai segreti non ne pregiudica la comprensione. Se invece hai già letto Non avrai segreti troverai il cameo di uno dei protagonisti, Elec, l’ex fidanzato di Chelsea, protagonista femminile della nostra storia.
Sei tutti i miei sbagli: un contemporary romance
Il punto di vista è sempre quello di Chelsea – una giovane donna lasciata dal suo fidanzato storico che sta cercando di rimettere insieme i cocci per andare avanti con la sua vita – tranne nell’epilogo, dove il POV cambia (ma non vi dirò di chi sono gli occhi che ci raccontano la storia nelle sue pagine finali).
Come dicevo, i personaggi – principali e secondari – sono tutti ben costruiti e con una loro precisa personalità che si dipana e cresce lungo tutto il libro. Una chicca, in questo frangente, è la doppia D (a te scoprire di chi sto parlando!)
Ma c’è anche un’altra cosa che non mi è piaciuta: in alcuni passaggi emerge una visione un po’ a tinte scure dell’amore, dove lui si ingelosisce per un nonnulla (per esempio se lei vede altri ragazzi, pur non essendo fidanzata con questo lui), minaccia di andare fuori di testa e le dice che lei è solo sua.
La risposta di lei a questo possesso dai tratti a volte ossessivi è positiva: ne è felice e orgogliosa, non potrebbe desiderare altro. Eccoci al dunque. Secondo me questa allusione trasmette una visione dell’amore non sana. Nel romanzo le cose tra i protagonisti vanno bene, le complicazioni saranno altre, quindi il problema non si pone.
Ma cosa succederebbe se questo possesso diventasse troppo oppressivo? Magari è solo un mio punto di sensibilità, però mi sembra corretto evidenziarlo per la naturalezza con cui viene qui presentato. Per la cronaca: anche a lei capita di essere gelosa di lui, ma non minaccia nulla e se lo tiene per sé, mentre lui ne è piacevolmente colpito. E anche questo, secondo me, è discutibile.
Infine, ho notato la presenza di alcuni refusi nell’edizione ebook, ma nulla di eccessivo o che ne compromettesse la lettura.
In conclusione, non posso dire che il libro mi abbia coinvolto o mi sia particolarmente piaciuto, ma non c’è una ragione precisa. Semplicemente non c’è stato quel ‘non so bene cosa’ che me lo abbia fatto amare. È un bel libro, scritto bene, adatto a liberare la mente, ma l’emozione, purtroppo, per me finisce qui.
Penelope Ward
Penelope Ward cresce a Boston e ora vive nel Rhode Island con il marito e i due figli. Prima di diventare un’autrice bestseller del «New York Times», di «USA Today» e del «Wall Street Journal», ha fatto la giornalista. I titoli pubblicati dalla Newton Compton in Italia sono Bastardo fino in fondo, Un perfetto bastardo, Il mio bastardo preferito, I want you e Ho imparato a odiarti (scritti con Vi Keeland), Odioamore, Non pensavo di amarti ancora e Sei tutti i miei sbagli.